La Roma si prende la Champions, il Milan resta lontano. Domenica differente per giallorossi e rossoneri, con i primi capaci di battere la Spal e portarsi a +11 sul Napoli, e i secondi fermati invece sul pareggio dal Sassuolo di De Zerbi. Il successo di Fonseca è un messaggio forte e chiaro a tutte le concorrenti, a cominciare da Cagliari e Lazio, che si sfideranno questa sera nel Monday night della Sardegna Arena (ore 20.45). Eppure la serata dell’Olimpico era cominciata piuttosto male, con la squadra di Semplici brava a chiudere gli spazi e a ripartire, fino a trovare il vantaggio in chiusura di tempo con Petagna, questa volta freddo dal dischetto (44’).
Poteva sembrare il preludio a una clamorosa sorpresa, invece la Roma non s’è fatta prendere dall’ansia e ha ripreso il match nel modo giusto, schiacciando gli avversari e inducendoli all’errore, seppur involontario. Così, oltre che con una buona dose di fortuna, si spiega il pareggio di Pellegrini, su cui però è evidente la complicità di Tomovic, decisivo con la sua deviazione nel battere Berisha (53’). Ristabilita la parità, i giallorossi hanno continuato a macinare gioco e occasioni, trovando al 65’ l’episodio che ha portato al 2-1: fallo di Vicari su Dzeko e rigore trasformato da Perotti, per il tanto agognato sorpasso.
Da lì in poi non c’è più stata partita, perché se è vero che la Spal ha fatto venire i brividi all’Olimpico con Murgia (tiraccio fuori da ottima posizione), lo è anche che le occasioni della Roma sono state molte di più. A chiudere il match ci ha poi pensato Mkhitaryan appoggiando in rete l’assist di Florenzi (82’), mandando così in archivio i 3 punti e mettendo una bella pressione a Lazio e Cagliari: comunque vada stasera, infatti, la Roma potrà sorridere.
“Era importante vincere oggi, tutti i ragazzi hanno avuto un buon atteggiamento ed è questo lo spirito di squadra che si deve avere – il commento di Fonseca. – Abbiamo fatto un buon primo tempo, sbagliato molte occasioni ma giocato con intensità e velocità e non era giusto il risultato all’intervallo. Nel secondo tempo la squadra ha creato più occasioni e questo mi fa felice: la mia Roma deve essere sempre ambiziosa e coraggiosa, dobbiamo sempre giocare per vincere”.
Passo falso invece per il Milan, incapace di andar oltre allo 0-0 casalingo contro il Sassuolo. I rossoneri, nel giorno dei festeggiamenti per i 120 anni, mancano così l’occasione di accorciare la classifica e ridare fiato alle speranze d’Europa. Va detto che sul risultato finale ha pesato anche la sfortuna, come dimostrano i due legni colpiti da Leao e la lunga serie di parate di Pegolo, decisivo in diverse circostanze.
“Abbiamo avuto 8-10 occasioni chiare, dovevamo vincere e invece non ci siamo riusciti – il commento amaro di Pioli. – Anche questa volta abbiamo fatto delle belle giocate ma ci sono mancate determinazione e qualità per fare gol, vuol dire che dobbiamo ancora lavorare tanto. Rimane una piccola striscia positiva, la migliore della stagione, ora però bisogna pensare alla prossima gara”.
Il tecnico rossonero ci teneva a vincere davanti a tante glorie, che hanno illuminato i 60 mila di San Siro nell’attesa parata dell’intervallo. Ciò che più contava però erano i 3 punti e quelli, come detto in precedenza, sono rimasti tra i pali della Curva Sud e i guantoni di Pegolo, al debutto stagionale e autore di una grande prova. Numerose le parate decisive: su Calhanoglu, Bonaventura, Piatek, ancora Chalanoglu e Bonaventura, infine Paquetà. Dove non è arrivato lui ci hanno pensato i legni presi da Leao, addirittura due, una traversa e un palo, in meno di 20’ giocati e la mollezza di Bennacer, sciagurato nel fallire il gol vittoria a porta praticamente vuota.
Da segnalare poi un gol annullato a Hernandez per fallo di mano di Kessié e qualche opportunità anche per il Sassuolo, comunque autore di una prova di personalità. Quella che, nel giorno delle celebrazioni, è mancata al Milan per affondare il colpo e rilanciare davvero le sue ambizioni europee. A completare l’amarezza rossonera, il mercato: a sentire Maldini e Boban, infatti, l’arrivo di Ibrahimovic è sempre più complicato. Se si tratti di verità o di semplice pretattica lo sapremo presto, certo però che c’erano modi migliori di festeggiare 120 anni…