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LA Roma pareggia anche a Bergamo: e stasera il Napoli può avvicinarsi

Ora è ufficiale: la Roma ha la pareggite. Il quarto “no contest” consecutivo mantiene sì l’imbattibilità stagionale, ma allontana ulteriormente la vetta della classifica, ora distante tre punti. Al di là dell’1-1 finale però i giallorossi hanno dimostrato di stare bene, e di potersela ancora giocare per il vertice. Forse non per lo Scudetto, ma la zona Champions è un obiettivo alla portata di Garcia e dei suoi. Che con un po’ di cattiveria in più sottoporta potrebbero davvero alzare l’asticella, ma d’altronde nessuno è perfetto. La Roma fa troppa fatica a segnare, un po’ per sfortuna (ieri è toccato a Consigli il ruolo dell’eroe), un po’ per effettivi limiti strutturali della rosa. L’assenza di Totti è pesante, ma forse la società avrebbe potuto potenziare meglio l’attacco in fase di mercato, anche alla luce delle 37 primavere del capitano. In mancanza d’altro (ieri non c’era Borriello e Destro non è ancora pronto), Garcia è costretto a inventarsi un reparto avanzato con Gervinho, Florenzi e Marquinho. Niente prima punta, con vantaggi e svantaggi del caso annessi. L’Atalanta poi è squadra tosta, soprattutto in casa, e combatte su ogni pallone come se non ci fosse un domani, pronta poi a colpire al momento giusto. Che arriva al 50’, quando una punizione di Brivio apparentemente innocua rimbalza beffarda davanti a De Sanctis e s’infila in rete. Garcia rivoluziona la Roma inserendo Pjanic e Ljajic, e i risultati si vedono. I giallorossi pressano e costruiscono palle-gol in serie, sulle quali Consigli si supera (splendida in particolare la parata su Florenzi). Al 90’ però, quando l’imbattibilità sembra ormai far parte del passato, arriva il pareggio di Strootman, che capitalizza al massimo l’azione personale di Ljajic. Finisce 1-1, con la Roma a meno tre dalla Juve e a più sei sul Napoli.

Che però deve ancora giocare. La 14° di Serie A infatti si concluderà oggi con due anomali posticipi: Fiorentina-Verona alle 19 e Lazio-Napoli alle 21. Sfide importanti per l’alta classifica, perché i viola potrebbero agganciare l’Inter e rilanciarsi in chiave Champions, e gli azzurri accorciare le distanze che li separano dalla Roma. Viceversa, un risultato negativo contro la Lazio (che ha bisogno di punti) darebbe una mazzata fortissima alle ambizioni di Benitez, già con un piede fuori dalla Champions. “Chiaramente non siamo soddisfatti degli ultimi risultati, ma la reazione di Dortmund, dopo la gara col Parma, è stata positiva” ha spiegato lo spagnolo, per la prima volta sotto esame. “Questo è l’inizio di un percorso – ha proseguito in conferenza stampa. – Dobbiamo portare avanti la nostra idea di calcio, la cosa più importante è inculcare una mentalità vincente. Il progetto è a lungo termine, qualche sconfitta ci può stare”. Don Rafè, che dovrà fare ancora a meno di Hamsik, medita di confermare Insigne dal primo minuto al posto di Mertens. Confermatissimi Higuain e Callejon, i dubbi riguardano la difesa: Britos e Fernandez si giocano una maglia, così come Armero e Reveillere. Sul fronte Lazio, dopo la vittoria di Varsavia, c’è voglia di tornare a vincere anche in campionato. Petkovic, in odore di nazionale svizzera (ma ieri il tecnico ha giurato fedeltà a Lotito), dovrebbe recuperare Klose, candidato a una maglia da titolare nel tridente con Candreva e Lulic.

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