La Roma crolla, Lazio e Milan provano a spiccare il volo. Domenica caldissima sul fronte Europa e non solo: la squadra di Inzaghi, infatti, riceve la Spal (ore 15) con la prospettiva di blindare la zona Champions, ma anche di insidiare Juventus e Inter per le primissime posizioni della classifica. Settimana fondamentale per i biancocelesti, attesi da tre partite che potrebbero davvero valere l’esame di laurea. Se contro Spal, Verona (recupero della 17esima giornata) e Parma dovessero arrivare altrettante vittorie, ecco che parlare di scudetto sarebbe addirittura obbligatorio, tanto più che dopo arriverà l’Inter per uno scontro diretto dal sapore epico.
Inzaghi ne è ovviamente consapevole e proprio per questo si sarebbe aspettato un aiuto dal mercato, soprattutto in attacco dove il reparto, alla luce dell’infortunio di Correa e della diffida di Immobile, rischia di essere davvero corto proprio nella settimana più delicata della stagione. “Ci aspettano tre sfide importantissime e temiamo infortuni e squalifiche, dovremo fare molta attenzione – ha ammesso il tecnico biancoceleste. – Giroud ci avrebbe aiutato molto ma purtroppo non si è potuto realizzare, andremo avanti coi nostri cercando di stringere i denti: chiederò a Immobile e Caicedo uno sforzo in più e cercherò di inserire anche Adekanye”.
La coperta è corta, del resto la Lazio non era certo partita per vincere lo scudetto. Ma siccome l’appetito vien mangiando, ecco che la sfida alla Spal, magari con un aiuto da Fiorentina e/o Udinese, diventa davvero fondamentale. Inzaghi la affronterà con il consueto 3-5-2 con Strakosha in porta, Luiz Felipe, Acerbi e Radu in difesa, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic a centrocampo, Caicedo e Immobile in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Semplici, che nonostante la pesantissima assenza dello squalificato Petagna, cercherà l’impresa con Berisha tra i pali, Tomovic, Vicari e Bonifazi nel reparto arretrato, Strefezza, Dabo, Missiroli, Castro e Reca in mediana, Di Francesco e Floccari in attacco.
Pomeriggio molto delicato anche a San Siro, dove il Milan di Pioli andrà a caccia della quarta vittoria consecutiva (sesta considerando la Coppa Italia) contro il Verona di Juric, sin qui una delle migliori rivelazioni del campionato. Classifica alla mano, infatti, questo sarà uno scontro diretto per l’Europa, tanto più che l’Hellas ha ancora da recuperare la partita con la Lazio: vincendola, giusto per sottolineare l’ottimo lavoro fatto sin qui, sarebbe lei a prendersi il settimo posto in solitaria. Ma i rossoneri non possono certo fermarsi ora, non con la chance di andare a meno 5 dalla Roma e dalla zona Champions. “Per noi è stata una settimana particolare, dovremo fare attenzione e tenere alta la concentrazione – ha spiegato Pioli. – Parlare della classifica non ha senso, dobbiamo solo continuare a vincere per migliorarla”.
La chiave degli ultimi successi è stata sicuramente Ibrahimovic, il cui apporto, in campo e soprattutto fuori, è sotto gli occhi di tutti. Zlatan però non sarà della partita: colpa di un’influenza che lo ha tenuto fermo e che costringerà il tecnico rossonero a fare a meno di lui. Un bel problema, non c’è che dire, anche perché Piatek non c’è più: il derby alle porte, inoltre, impone di dare uno sguardo alla casella dei diffidati, al momento occupata dai centrali Romagnoli e Musacchio. Oggi poi mancheranno anche Kjaer (influenzato), Krunic e lo squalificato Bennacer, il tutto a pochi giorni dai 120’ giocati col Torino, che hanno inevitabilmente portato via molte energie.
Insomma, contro il Verona ci si aspetta una battaglia e Pioli la affronterà con un 4-4-2 che vedrà Donnarumma in porta, Conti, Musacchio, Romagnoli e Hernandez in difesa, Castillejo, Kessié, Calhanoglu e Bonaventura a centrocampo, Rebic e Leao in attacco. Juric, ormai lanciatissimo in classifica, proverà a proseguire il sogno Europa con un 3-4-2-1 con Silvestri tra i pali, Rrahmani, Kumbulla e Dawidowicz nel reparto arretrato, Faraoni, Amrabat, Veloso e Lazovic in mediana, Zaccagni e Pessina alle spalle dell’unica punta Di Carmine. Se il Milan scende in campo con la possibilità di avvicinare addirittura la zona Champions lo deve principalmente alla Roma, uscita con le ossa rotte dall’anticipo col Sassuolo. Una serata da incubo per la squadra di Fonseca, sconfitta con un netto 4-2 e resa ancor più amara dell’espulsione di Pellegrini, squalificato per la prossima gara contro il Bologna.
I progressi espressi con Genoa e Lazio sono svaniti in un primo tempo terribile, nel quale gli uomini di De Zerbi hanno fatto tutto ciò che volevano, chiudendolo infatti sul 3-0. La doppietta di Caputo (7’ e 16’) e il gol di Djuricic (26’) hanno reso giustizia alla grande partita del Sassuolo, tornato a divertire e divertirsi proprio come ai vecchi tempi. La Roma invece continua a mostrare una preoccupante discontinuità e la reazione della ripresa è servita solo a rendere meno schiacciante il punteggio. Il gol di Dzeko (55’, 100esimo con la maglia giallorossa) e il rigore di Veretout (73’) avevano illuso su una possibile rimonta, peraltro con l’uomo in meno (Pellegrini, già ammonito, aveva ricevuto il secondo giallo poco prima del 3-2), poi però è salito in cattedra il solito grande Boga (74’) e i neroverdi hanno chiuso ogni discorso.
Oggi il Milan può avvicinarsi, ma soprattutto l’Atalanta può scappare al quarto posto. E la Roma discontinua del 2020 non dà nessuna garanzia di poterla riprendere…