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La rivoluzione dei giornali in copertina a Piazza Affari

I segnali in arrivo dall’economia Usa sono positivi. Si allunga intanto la striscia positiva dei listini asiatici. L’Europa, infine, si è già sintonizzata sugli interventi che la Bce annuncerà tra una settimana. Sembra proprio, insomma, che il Toro abbia rialzato la testa.

La conferma è arrivata dal rimbalzo finale di Wall Street che, nell’ultima mezz’ora di scambi, ha imboccato la via del rialzo: Dow Jones +0,2%, Nasdaq +0,3%, S&P 500 +0,4%, ad un passo dalla soglia dei 2.000 punti.

A spingere i mercati sono state le buone notizie in arrivo dall’economia: i posti di lavoro nel settore privato (+188.000 a febbraio) sono cresciuti più del previsto. Migliorano intanto i prezzi del petrolio, nonostante l’aumento delle scorte Usa: il greggio Wti è salito a 34,66 dollari al barile, ai massimi dal 5 gennaio. Il Brent è tornato a sfiorare i 37 dollari.

Chesapeake, colosso dello shale oil, ha guadagnato il 23%. La società ha annunciato la morte in un incidente stradale dell’amministratore delegato Aubrey McClendon, uno dei pionieri dello sfruttamento del petrolio bituminoso. Il giorno prima il manager era stato indiziato per aver “truccato” un’asta per l’assegnazione di licenze.

IL BEIGE BOOK SEGNALA L’INCOGNITA DELLE PRESIDENZIALI

John Williams, presidente della Fed di San Francisco, si è detto certo che la crescita Usa, sostenuta dai buoni sul lavoro e dalla ripresa dell’inflazione, sia in grado di sterilizzare i problemi legati alla frenata della Cina. Si torna perciò a parlare di “graduali” rialzi di tassi nel corso dell’anno. Cresce così l’attesa per i dati sull’occupazione di venerdì prossimo. L’incognita principale emersa dal Beige Book (la mappa più accurata della congiuntura Usa) è legata all’incertezza della prossima campagna elettorale.

ASIA OK, IN ATTESA DI NUOVI STIMOLI DA PECHINO

La spinta all’ottimismo in arrivo da Wall Street ha contagiato i mercati asiatici, peraltro frenati dal rallentamento del settore terziario in Cina. Ma il dato negativo alimenta l’attesa di nuovi stimoli da parte delle autorità di Pechino dopo il taglio di mezzo punto della riserva obbligatoria delle banche: sabato inizia il congresso del Partito comunista cinese che approverà il nuovo piano quinquennale per l’economia, ed è da questa sede che gli investitori si aspettano novità positive.

Tokyo (+0,9%) si avvia a mettere a segno il terzo rialzo consecutivo, consolidando i guadagni di ieri (+4%). Sidney (+0,8%) registra la quarta seduta di fila con il segno più. Avanzano anche Shanghai (+0,3%) e Shenzen (+1%). Debole Hong Kong (-0,8%).

COEURE’ (BCE) DA’ LA CARICA ALLE BANCHE

In Europa a dare alimento al rialzo ci pensa soprattutto l’attesa per il meeting della Bce che ha messo le ali al comparto bancario. Ne ha approfittato Piazza Affari (+1,08%), al solito la più sensibile alle oscillazioni delle aziende di credito. Positive, ma meno, anche le altre Borse europee: Parigi +0,4%, Francoforte +0,6%. Meglio di tutte la Borsa di Madrid (+1,8%) dopo che il premier incaricato, Pedro Sanchez, ha presentato in Parlamento il suo programma di governo.

La maggior propensione al rialzo ha favorito i titoli di Stato italiani e spagnoli, mentre il Bund tedesco ha subìto una correzione. Lo spread è sceso a 120 punti base, al minimo da un mese. Il rendimento del decennale italiano è stabile in area 1,40%.

Il membro della Bce Benoit Coeuré ha sottolineato ieri che l’impegno della Bce a sostenere l’inflazione tramite una politica monetaria accomodante è “vitale” per l’economia della zona euro. Ma, soprattutto, il banchiere si è soffermato sulla salute del credito. “L’area euro – ha detto – ha urgente bisogno di un’accelerazione della crescita per abbassare la disoccupazione, ridurre il debito e permettere all’inflazione di tornare a target. Incertezze nel settore finanziario costituiscono un ostacolo a quel percorso. Le autorità monetarie e banche devono collaborare a rendere il settore in grado di finanziare la ripresa, e devono farlo subito”.

BIG EUROPEI ALLE STELLE. BRILLANO ANCHE MPS E CARIGE

I messaggi di Coeuré hanno rafforzato le attese per il meeting della Bce. L’indice Eurostoxx Banks è salito del 4,4% contro un modesto +0,4% dell’indice Eurostoxx 600. Ma non va dimenticato che da inizio anno le banche perdono ancora il 15%, contro più modesto -7% dell’indice globale.

La spinta al rialzo ha coinvolto tutti i Big dell’Eurozona. A Madrid il Banco de Santander è salito del 5,3%, Bbva +4,5%. Sale a Parigi Société Générale (+4,2%), a Francoforte Deutsche Bank (+5%).

Il trend ha coinvolto anche a Piazza Affari: Intesa è salita del 3,7%, Unicredit +5,1%. In rally sia Banca Pop.Milano (+ 4,7%) che il Banco Popolare (+7,1%). Ubi +3,4%.

Avanza Monte Paschi (+4%): dalle segnalazioni a Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che Classic Fund Management detiene il 2,008% dell’istituto senese. L’operazione è datata 25 febbraio.

Una nota particolare la merita pure Carige: +9% nel giorno della presentazione della lista per le nomine da parte della Malacalza Investimenti che prevede Giuseppe Tesauro candidato alla presidenza, Vittorio Malacalza alla vicepresidenza e Guido Bastianini quale amministratore delegato in pectore.

Bene anche il resto dei Financials. Nel risparmio gestito si è messa in evidenza Anima (+4,6%), mentre Azimut è salita dell’1,8%.

Fra le assicurazioni UnipolSai ha guadagnato il 2,3%, Generali +1,5%.

ESPRESSO + STAMPA COPPIA LEADER, CORRIERE CONTENDIBILE

La notizia da copertina è senz’altro la rivoluzione lampo nel mondo della carta stampata. Fca, Itedi (cui fanno capo La Stampa ed il Secolo XIX°) e L’Espresso hanno annunciato di voler procedere a un’operazione finalizzata alla creazione del primo gruppo editoriale italiano nell’informazione. E’ stato concordato un memorandum d’intesa che prevede la fusione di Itedi con la società Italiana Gruppo Editoriale L’Espresso. Sulla base della valutazione preliminare fra le parti, Fca avrà il 16% circa del capitale del nuovo gruppo, Ital Presso Holding (famiglia Perrone) ne deterrà il 5% circa e la Cir oltre il 40%.

Non solo. Fca, a fronte della nascita del nuovo gruppo editoriale, distribuirà ai propri soci l’intera partecipazione detenuta in Rcs Mediagroup (16,7%) in coerenza con la decisione del gruppo di concentrarsi nelle attività automobilistiche. “Con questa operazione – afferma una nota – giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da Fca, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni”. “Oggi – conclude la nota – Rcs Mediagroup dispone di una leadership chiara e di un Piano industriale che stabilisce gli obiettivi al 2018”.

Di riflesso, vola L’Espresso (+15%) mercoledì e prosegue il rialzo oggi: +2,7% alle ore 10. La società, senza esborso cash, sale al 20% del mercato conquistando la leadership assoluta a Torino e a Genova. Avanza anche Rcs (+7%) mercoledì ma oggi perde tutto il vantaggio e precipita a -7,3% in apertura: la società si è trasformata in una vera public company, grazie al “regalo” nei confronti dei soci Fiat, premessa di altre novità. Difficile che i fondi Usa o altri azionisti internazionali (che da tempo chiedevano che il gruppo si concentrasse sul solo automotive) vogliano interessarsi dei media italiani.

Salgono anche altri titoli del settore: Caltagirone Editore +3,30%, possibile protagonista di nuove aggregazioni. In evidenza Il Sole 24 Ore (+2,41%), possibile preda in caso di risiko. Class +2,72%. Frena invece Cairo (-0,66%).

Continua il rally del settore automotive. A Francoforte accelerano le grandi case tedesche: Volkswagen +2,8%, Bmw +2,6%, Daimler +2,6%. In linea il rialzo di Fiat Chrysler (+2,4%), che ha annunciato ieri una forte crescita delle vendite a febbraio sia in Usa che in Italia. La controllante Exor avanza dello 0,4%, arretra Cnh Industrial -1,3%.

Ferrari sale dell’1,5% a 36,46 euro. Sergio Marchionne ha confermato che l’emissione del bond da 500 milioni di euro avverrà a breve (entro giugno), aggiungendo che i mercati sembrano molti interessati all’operazione.

PREMIATA CAMPARI, BOCCIATA LUXOTTICA. BENE TELECOM RISP

Da segnalare nel resto del listino i nuovi progressi di Campari (+1,7%), dopo la fiammata di ieri sui risultati e i giudizi positivi dei diversi broker. Bryan Garnier ha promosso il giudizio a Buy da Sell, il target price passa a 8,40 euro da 7,60 euro. Per Raymond James il titolo ora non è più da vendere. Il giudizio passa a Market Perform da Underperform. Nomura ha ribadito la raccomandazione Buy, limando il target price a 9,10 euro da 9,30 euro.

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Telecom Italia chiude in rialzo dell’1,6%. Ieri Vivendi ha aumentato la quota nel capitale ordinario al 23,8%, avvicinandosi alla soglia del 25% e sottraendo quindi appeal speculativo al titolo, che rimane sotto un euro. Cresce invece l’appeal per i titoli di risparmio +2,47% che possono partecipare al voto in caso di operazioni di M&A.

In forte ribasso solo Luxottica (-4,6%), dopo la presentazione dei conti. Il fondatore, Leonardo Del Vecchio, ha detto (in un videomessaggio agli analisti) che tornerà tra qualche anno a fare il presidente non esecutivo, lasciando l’azienda nelle mani di manager cresciuti all’interno del gruppo.

TREVI: 273 MILIONI PER RIPARARE LA DIGA DI MOSUL

Da rilevare il balzo di Trevi (+3,82%) dopo la firma con il governo di Baghdad un contratto da 273 milioni di euro per la messa in sicurezza della diga di Mosul. In una nota la stessa Trevi conferma che l’accordo per la manutenzione e messa in sicurezza della diga vale complessivamente 273 milioni di euro- come avevano riferito in precedenza fonti della società. “La presenza di un contingente militare italiano e forze di sicurezza locali, garantiranno la sicurezza degli oltre 450 tecnici e personale della Trevi”, spiega la nota.

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