Nel 2018-2019 l’occupazione continuerà a crescere, come già nel 2017, con intensità di poco inferiore rispetto al Pil. Tuttavia resta l’emergenza lavoro per i giovani: “Allarmante è la questione della bassa occupazione giovanile che, diversamente dal passato, si trasforma in emigrazione”. È quanto sottolineato dal Centro Studi di Confindustria negli ultimi Scenari economici.
Gli sgravi contributivi previsti dalla Legge di bilancio, secondo il Csc, “vanno nella giusta direzione perché stimolano la domanda di lavoro per gli under 30 (under 35 nel 2018) ma è urgente anche un rafforzamento delle politiche di attivazione per far entrare più giovani nel mercato del lavoro”.
In ogni caso, il mercato del lavoro “non è la Cenerentola della ripresa” e, alla fine del 2019, le persone occupate saranno di 370mila unità oltre il picco della primavera 2008.
MIGLIORANO LE PREVISIONI SUL PIL
Il Centro Studi di Confindustria conferma la crescita del Pil italiano all`1,5% nel 2017 e la rialza all`1,5% nel 2018 (da +1,3%). Per il 2019 stima una crescita all’1,2%. Tuttavia “resta ampia la distanza dal picco pre-crisi”.
Nel 2019 secondo il CsC il Pil italiano avrà più che compensato la caduta registrata nella seconda recessione (-4,5% tra 2011 e 2013), ma sarà ancora al di sotto del 2,9% rispetto al livello del 2007. Il recupero completo avverrebbe nel 2021, se la crescita – calcolano gli economisti di Confindustria – proseguisse a un ritmo medio dell`1% annuo.
Permangono, comunque, rischi al rialzo “legati in particolare ad una ripartenza più forte degli investimenti pubblici e a un miglioramento del credito a sostegno di quelli privati. Inoltre, l`export potrebbe avere una dinamica superiore alle attese grazie alla specializzazione italiana”.
Il Pil nel quarto trimestre di quest`anno dovrebbe avanzare di un altro 0,4% (da +0,3% indicato tre mesi fa), ossia quanto nel terzo. La revisione al rialzo di un decimo “non modifica significativamente la variazione del Pil nel 2017 ma si trasmette quasi interamente sulla crescita dell`anno prossimo”.
La maggiore dinamica del Pil italiano, restringe il differenziale di crescita rispetto al resto dell`Area euro, ma non lo chiude affatto: da 0,9 punti percentuali nel 2017 scende a 0,6 l`anno prossimo e risale a 0,7 nel 2019.
Entrando nel dettaglio, secondo gli economisti di viale dell’Astronomia, i consumi sono previsti in aumento dell`1,5% nel 2017, dell`1,3% nel 2018 e dell`1,1% nel 2019. L`inflazione è stimata in graduale salita, rispetto allo 0,9% di novembre, attestandosi all`1% medio nel 2018 e all`1,3% nel 2019.
In robusta espansione gli investimenti: +3,4% quest`anno, +3,3% il prossimo e +2,4% nel 2019. Si conferma l`avvio del recupero degli investimenti in costruzioni: +1,2% nel 2017, +2% nel 2018 e +2,2% nel 2019.
CONTI PUBBLICI: PROSEGUE IL RISANAMENTO, MA SERVONO RIFORME
Quanto agli altri conti pubblici, proseguono lungo il sentiero del risanamento. Il deficit pubblico scende quest`anno al 2,1% del Pil, dal 2,5%, e all`1,7% nel 2018. Risale all`1,9% nel 2019. Le previsioni del CsC includono la manovra di bilancio 2018 ed escludono le clausole di salvaguardia per il 2019.
Scende il rapporto tra debito pubblico e Pil: 131,6% quest`anno (132,0% nel 2016), 130,5% nel 2018 e 129,6% nel 2019. La composizione della manovra economica “sostiene la crescita”. Ma sarà compito della prossima legislatura “accelerare sulla strada delle riforme, per accrescere il potenziale di crescita del Paese e accelerare il rientro del debito pubblico”.
L’Italia “è agganciata al treno della crescita mondiale e non vediamo rischi di deragliamento – commenta il direttore del Centro Studi di Confindustria, Luca Paolazzi – Contano soprattutto attraverso l’export e gli investimenti”. Secondo il Csc, inoltre, “ci potrebbe essere una sorpresa nel quarto trimestre del 2017. Abbiamo stimato un +0,4% ma è possibile un risultato superiore con un effetto trascinamento sul 2018 che potrebbe portare la crescita dell’anno prossimo a +1,6%”.
INDUSTRIA, ISTAT: A OTTOBRE +3,1% SU ANNO
A ottobre l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra un aumento dello 0,5% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre la produzione è aumentata dello 0,8% nei confronti dei tre mesi precedenti. Lo rileva l’Istat.
Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre l’indice è aumentato in termini tendenziali del 3,1% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di ottobre 2016). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è aumentata del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’indice destagionalizzato mensile registra variazioni congiunturali positive nel comparto dell’energia (+1,7%), dei beni intermedi (+1,0%) e dei beni strumentali (+0,7%). Una variazione nulla segnano invece i beni di consumo.
In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a ottobre 2017 un aumento rilevante per i beni strumentali (+5,2%); aumentano anche i beni di consumo (+3,5%) e i beni intermedi (+3,2%), mentre il comparto dell’energia segna una variazione negativa (-4,0%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a ottobre 2017 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+8,6%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+8,3%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,1%); diminuzioni si registrano invece nei settori della attività estrattiva (-7,9%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,4%) e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-2,6%).