Ancora scontri, lacrimogeni e violenze a Hong Kong, nell’ennesima domenica di protesta. Ma a sostenere i mercati ci hanno pensato i dati sull’economia cinese, assai migliori del previsto.
Avanzano tutti i listini asiatici: Nikkei di Tokyo +1%, Hang Seng di Hong Kong +0,5%, Shanghai Composite +0,3%, S&P ASX di Sidney +0,5%.
Il rialzo è stato frenato dallo stallo delle trattative sui commerci. Pechino insiste nel sostenere che, prima di sottoscrivere un primo accordo sui dazi, attende che Washington cancelli le misure già in vigore, incontrando il no di Trump. Il Global Times, un quotidiano considerato vicino ai vertici del Partito Comunista, ha scritto su Twitter che non basta il generico impegno della Casa Bianca a fermare quelli in arrivo il 15 dicembre.
GLI INDICI PMI DI PECHINO AI MASSIMI DAL 2016
Ma dopo sette mesi di frenata, sia l’indice Pmi ufficiale che quello Caixin, più sensibile all’andamento dell’industria privata, segnalano un robusto incremento dell’attività e degli ordini. A novembre, l’indice sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere della Cina si colloca a 50,2, in miglioramento da 49,3 di ottobre. Per la prima volta da aprile, l’indicatore è sopra quota 50, il discrimine tra contrazione ed espansione. Ancor meglio il Caixin, a 51,9, il dato migliore dal dicembre 2016.
PETROLIO DEBOLE, ALLE PORTE L’IPO ARAMCO
Il miglioramento della congiuntura si riflesse sul prezzo del petrolio: in parziale ripresa il brent stamane a 61,30 dollari (+1,34%) dopo la forte flessione della scorsa settimana. Il mercato è in attesa del vertice Opec del 5 dicembre.
È in arrivo la quotazione di Aramco. Mercoledì si chiuderanno le adesioni all’Ipo da parte di investitori istituzionali. Il giorno successivo sarà annunciato il prezzo delle azioni in vista dello sbarco nel Tadawul, il listino di Riyad, probabilmente ad una valutazione assai più bassa dei 2mila miliardi di dollari sperati dal principe Mohammad Bin Salman.
NOVEMBRE NERO PER L’ORO
In frenata anche i beni rifugio. Oro in calo dello 0,2% a 1.460 dollari, dal +0,5% di venerdì. Novembre, per l’oro, è stato il peggior mese degli ultimi tre anni: – 3,3%. Una flessione di questa portata non si vedeva dalla vittoria di Donald Trump alle presidenziali.
VERTICE SULL’AMBIENTE, LAGARDE IN PARLAMENTO
Settimana intensa per le relazioni internazionali. Si apre oggi a Madrid la COP25, la conferenza mondiale sul clima cui partecipano le delegazioni di 196 Paesi. Obiettivo del summit promosso da Onu e Cile (che avrebbe dovuto ospitarlo) è dare attuazione all’Accordo di Parigi del 2015, possibilmente rendendo più ambiziosi gli obiettivi di abbassamento delle emissioni di gas nocivi.
A Madrid farà la sua prima uscita pubblica in veste di presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, entrata formalmente in carica ieri. Al Parlamento europeo è invece in programma oggi la prima audizione trimestrale della neo-governatrice della Bce, Christine Lagarde.
GERMANIA: NUOVO FIASCO DEL GOVERNO. EURO PIATTO
Sul fronte delle banche centrali l’attenzione si concentrerà in settimana sui dati del lavoro negli Usa, in attesa del vertice della Fed dell’11 dicembre che non dovrebbe portare a novità sui tassi. Il presidente Jerome Powell è stato chiaro: il quarto taglio dei tassi, atteso dai mercati nella prima parte del 2020, ci sarà solo in caso di un evidente peggioramento del quadro economico, ma gli indicatori e i dati pubblicati questo mese sono stati complessivamente migliori delle aspettative.
Ma i riflettori si concentreranno sui dati Pmi dei principali Paesi d’Europa in uscita in mattinata. Nel pomeriggio toccherà all’indice Ism americano.
Sul fronte politico da segnalare la secca sconfitta del ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, al Congresso del partito socialdemocratico a vantaggio dei candidati della sinistra del partito: la coalizione guidata da Angela Merkel è sempre più a rischio.
Da segnalare che l’euro, a dieci anni dalla sua introduzione, ha registrato la settimana più piatta della sua storia nel confronto del dollaro con uno scostamento in cinque giorni dello 0,38%.
MES, IL VERTICE HA PARTORITO UN RINVIO
Weekend di lavoro per la politica italiana. Ieri notte un vertice di maggioranza ha partorito un compromesso in vista del vertice europeo che affronterà il tema della riforma del Mes, oggetto solo in Italia di un aspro dibattito: una nota di Palazzo Chigi precisa che “ogni decisione diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato l’11 dicembre”: l’Italia, recita il compromesso, voterà a favore ma solo se verrà contestualmente affrontato il tema dell’unione bancaria.
Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferirà in aula mentre mercoledì toccherà al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che interverrà alla Camera. Nella stessa giornata il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sarà a Bruxelles per l’Eurogruppo.
EDITORIA, CALCIO E AUTO: EXOR SOTTOI RIFLETTORI
Molto vivace si profila anche la seduta di Piazza Affari. Al centro della scena le operazioni della scuderia Agnelli/Exor.
In mattinata prenderà il via l’aumento di capitale della Juventus, che ieri ha ceduto la testa della classifica ai rivali dell’Inter. Ma l’attenzione del mercato è concentrata soprattutto sul consiglio di Gedi che stamane esaminerà la proposta di John Elkann di rilevare la quota del 43,78% oggi detenuta dalla Cir della famiglia De Benedetti. Lo stesso Elkann ha tenuto a chiarire che “non si tratta di un’operazione nostalgica”, ovvero di un ritorno sulla scena dell’Ingegner Carlo, bensì di “un progetto imprenditoriale coraggioso”, in linea con la rivoluzione digitale.
Intanto, negli Usa Fca ha raggiunto una prima intesa di massima sul rinnovo del contratto in Chrysler: il gruppo investirà 9 miliardi di dollari in quattro anni con l’obiettivo di creare 8mila posti di lavoro. Il sindacato Uaw, tirato in ballo dalla denuncia di Gm per l’accusa di corruzione dei dirigenti ai tempi di Sergio Marchionne, ha detto che “Fca è stato un grade successo americano”. Il presidente dell’Uaw Rory Gamble ha sottolineato che “abbiamo registrato grandi profitti e la crescita di posti di lavoro sicuri grazie all’azienda automobilistica che cresce più in fretta delle altre”. Un ottimo viatico per il merger con Psa che dovrebbe vedere la luce entro l’anno.
SOTTO TIRO ATLANTIA, FUMATA NERA PER MEDIASET
Assai più torbide le acque in casa Benetton dopo l’accoglienza gelida alla lettera con cui Luciano Benetton ha preso le distanze dai manager di Autostrade, travolti dal crollo di ponte Morandi e dalle polemiche sulle concessioni stradali. “Una lettera surreale”, l’ha definita Luigi Di Maio.
Clima di incertezza sul fonte dei rapporti tra Mediaset e Vivendi. L’accordo sembra cosa fatta, ma, al contrario, le due parti restano distanti. L’ultima offerta proposta dal gruppo milanese, pari a 2,98 euro per azione, sarebbe stata rifiutata dai francesi. Venerdì i titoli Mediaset sono stati scambiati a 3,66 euro.
CYBER MONDAY DA RECORD PER AMAZON
Oggi è il Cyber Monday, la festa degli acquisti online, la più attesa dai consumatori. Il Black Friday “fisico” ha deluso le attese: le grandi catene hanno subito, secondo i primi conteggi, un sensibile calo di vendite a vantaggio dell’e-commerce: gli acquisti su Amazon sono cresciuti del 19%, a 9,4 miliardi di dollari.
IN SETTIMANA I CONTI DI TIFFANY
In questa cornice i mercati guardano con attenzione ai risultati di Tiffany, appena entrata nella scuderia di Lvmh. Oltre a misurare lo stato di salute del lusso, i conti della gioielleria daranno una prima misura dell’impatto della protesta di Hong Kong sul settore.