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La recessione spaventa le Borse: la Lagarde non basta

Il crollo del Pil in tutti i Paesi fa paura e spinge al ribasso tutti i listini azionari – Non bastano le mosse della Bce della Lagarde – Piazza Affari lascia sul campo oltre il 2%.

La recessione spaventa le Borse: la Lagarde non basta

il declino dell’economia della zona euro è “senza precedenti”, ma la risposta odierna delle Bce non sembra proporzionata al grido d’allarme lanciato dalla stessa Eurotower, almeno per i mercati. I listini europei chiudono in rosso l’ultima seduta di aprile, sotto una pioggia battente di dati macroeconomici negativi e con Wall Street in ribasso. Gli investitori preferiscono andare all’incasso al termine di un mese di grande recupero, che ha registrato il balzo maggiore da 10 anni a questa parte dopo il crollo di marzo, con la pandemia che allenta la morsa, ma non molla e miete ancora migliaia di vittime nel mondo. 

Piazza Affari perde il 2,09% e scende a 17.690 punti, appesantita dal comparto bancario, in calo in tutta Europa. La fuga dall’azionario travolge Francoforte -2,25%; Parigi -2,12%; Madrid, -1,91%. La peggiore è Londra, -3,43%, dove Royal Dutch Shell perde l’11% a seguito della trimestrale e del taglio del dividendo a 16 centesimi per azione (-66%) per la prima volta dal Secondo Dopoguerra. A causa del crollo della domanda di greggio e del prezzo del petrolio, il colosso dell’oil ha registrato una perdita netta di 24 milioni di dollari (22,1 milioni di euro) a fronte di un utile netto di 6 miliardi di dollari l’anno prima.

Sull’umore degli investitori oggi hanno pesato i pessimi dati macroeconomici e le previsioni della Bce. Christine Lagarde stima un calo del Pil del 15% nel secondo trimestre della zona euro e una perdita fra il 5% e il 12% sull’intero anno. Di fronte a un tale scenario apocalittico la risposta di Francoforte non è apparsa abbastanza decisa. Dal consiglio direttivo non sono arrivati infatti sostanziali interventi di sostegno all’economia, malgrado il mercato si attendesse nuove misure, a partire da un rafforzamento del programma di acquisto di titoli lanciato a marzo. Eurotower non si è mossa in questo fronte, annunciando soltanto nuove aste di liquidità straordinarie a sostegno delle banche.

Il cigno nero domina d’altra parte anche l’economia a stelle strisce: dopo i pessimi dati sul Pil del primo trimestre di ieri (-4,8%), oggi arriva la conferma sulla crescita della disoccupazione. Nelle ultime sei settimane, gli americani che hanno chiesto i sussidi sono saliti a 30,2 milioni; la scorsa settimana le richieste sono state 3,84 milioni dopo i 4,42 milioni della settimana precedente e i 5,24 milioni di quella prima. Per l’Italia, l’Istat certifica un calo del Pil nel primo trimestre del 4,7%.

A farne le spese è lo spread fra decennale italiano e tedesco, che sale a 235 punti base (+4,22%), anche se il rendimento del Btp è stabile a 1,76%. L’euro-dollaro è favorevole alla moneta unica, in area 1,09. L’oro è piatto, 1710 dollari l’oncia, mentre il petrolio si è rimesso in marcia dopo lo storico crollo della scorsa settimana. Il Brent si apprezza del 13,6%, a 25,61 dollari al barile; il greggio texano sale del 17,9% a 16,6% dollari al barile.

In Piazza Affari il settore più colpito è quello finanziario: Unicredit -4,7%:; Bper -4,33%; Intesa -3,88%; Banco Bpm -3,68%; Mediobanca -4,13%.  S&P fra l’altro ha assegnato alla maggior parte delle banche italiane un outlook “negativo” a causa dei crescenti rischi legati all’emergenza Covid 19. L’agenzia ha pubblicato ieri una nota di aggiornamento sul settore sottolineando la maggiore vulnerabilità delle banche italiane rispetto a quelle europee per vari motivi: a) l’esposizione verso le pmi; b) i minori capital ratio; c) l’elevato rapporto costi / ricavi. Ciò potrebbe creare maggiori incentivi per l’attuazione di cambiamenti strutturali nel settore, compreso un ulteriore consolidamento. Ma saranno decisive le misure fiscali e monetarie per attenuare lo shock.  

In maglia nera Stm -5,01%. Male Cnh -4,83%; Banca Mediolanum -4,46%; Diasorin, -4,25%. La società di diagnostica non è stata scelta a livello nazionale per i test sierologici per la ricerca di anticorpi IgG del virus Sars Cov-2. Il titolo ha toccato un massimo storico a 171,5 euro euro lo scorso 23 aprile, cedendo il 10% circa da quel picco a valori correnti. Solo sette i titoli positivi sul listino principale. Sul podio Italgas +4,83%; Hera +1,26%; A2a +0,69%.

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