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La recessione spaventa Asia e Wall Street ma oggi Monti spera nei Bot. Milano stamani è negativa

LA RECESSIONE SPAVENTA L’ASIA E WALL STREET. OGGI IL TESORO SPERA IN UN PIENO DI BOT

Il  rally del mercato azionario, dopo i forti rialzi degli ultimi mesi, è finito. Il giudizio di Blak Rock, il più importante gestore del mercato borsistico americano, ha gelato gli umori di Wall Street e accreciuto il pessimismo delle Borse asiatiche. E così, dopo l’euforia suscitata dall’inatteso miglioramento dell’indice del Conference Board sulla fiducia in Usa, è schizzato a settembre a quota 70,3 da 61,3 di agosto, l’Orso ha preso il controllo delle operazioni.

Pesanti stamane le perdite sulle Borse asiatiche: Tokyo cede l’1,90%, Hong Kong lo 0,9%. In ritirata anche Shangai -0,6%, che si avvia a  registra il peggior trimestre dell’anno. Si fa strada la sensazione che l’azione di stimolo delle banche centrali Usa e giapponese non sia sufficiente a sostenere l’economia in frenata. La pensa così anche il presidente della Fed di Philadelphia Charles Plosser: “Non penso che gli acquisti di bond possano avere un effetto decisivo – ha detto – temo semmai che l’operazione possa minare la credibilità delle banche centrali”.

Wall Street chiude la seduta in deciso ribasso: Dow Jones -0,75%. S&P -1,05%. Peggio di tutti il Nasdaq -1,36%. A guidare la discesa Caterpillar –4,3% che ha rivisto al ribasso le sue previsioni di profitto di qui al 2015. Ma la discesa è legata soprattutto all’assestamento di Apple: -2,5%, quasi il 4% in due giorni. Svanisce così l’effeto traino dell’iPhone 5, un successo di vendite annunciato ma non nelle dimensioni “sognate” dagli analisti. 

La gelata dei mercati non dovrebbe colpire l’offerta di fine mese dei titoli di Stato italiani. L’asta dei Ctz ha aperto bene la settimana del Tesoro. Oggi si punta su un esito ancora positivo per i BoT semestrali anche perché il titolo scambiava ieri sera attorno al 1,30% . Nell’asta di fine agosto il rendimento del BoT semestrale si era attestato all’1,585%.

Il rendimento del Btp a 10 anni, in rialzo durante la prima fase della giornata, è ritornato al 5,07%, sui livelli della sera precedente, con lo spread a quota 349. L’effetto le ultime previsioni di Standard & Poor’s che ha rivisto al ribasso le stime sul Pil della zona euro, e soprattutto su Spagna e Italia.

A compensare l’effetto S&P ci ha pensato l’ottimismo di Mario Draghi che ha  fatto reagire le Borse europee: a metà pomeriggio sono state annullate le perdite dei listini che hanno poi chiuso in rialzo. L’indice FtseMib di Piazza Affari è terminato in progresso dello 0,4% trascinato dalle banche. La Borsa di Londra ha guadagnato lo 0,4%, Parigi +0,4%, Francoforte +0,1%.

Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, si è dichiarato fiducioso sulla possibilità di un accordo tra governi sulla proposta della Commissione europea relativa alla futura supervisione bancaria nella zona euro. ‘Per quanto riguarda la proposta della Commissione, sono fiducioso nel fatto che i governi desiderino trovare un accordo nella cornice appropriata’, ha dichiarato Draghi davanti agli industriali tedeschi a Berlino.

Il numero uno dell’Eurotower ha detto anche che ci sono ragioni per essere ottimisti sulle prospettive della zona euro, a patto che si realizzino le riforme. Ma non solo. Il banchiere ha inoltre aggiunto che la zona euro ha fatto progressi e gli investitori sono pronti a reinvestire ai primi segni di stabilizzazione. Grande finale di giornata per i titoli del settore financials.

A Milano Unicredit  è salita  dell’1,9%, Intesa +2,6%, BancoPopolare +3,2%, Pop.Milano +2,7%. Bello slancio di Ubi che ha guadagnato il 3,1%.  Generali è salita dello 0,4%, Mediolanum +0,8%. L’effetto recessione ha invece colpito il settore auto, frenato anche dalle novità in arrivo dalla Germania. Goldman Sachs ha tagliato le stime di utile delle tre maggiori case tedesche: Volkswagen è scesa  dello 0,9%, Bmw -1,7%, Daimler -1,8%.

Sempre in Germania Continental, secondo produttore europeo di pneumatici, è caduta in ribasso del 4,2% dopo che la famiglia Schaeffler ha annunciato di avere venduto il 10,4% per 1,6 miliardi di euro. Dopo la vendita, Schaeffler rimane il primo azionista con il 49,9%. A Milano Fiat è finita in ribasso del 2,3%, Pirelli -1,6%, FiatIndustrial -0,9%.

“Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati – ha detto Sergio Marchionne a dirigenti e quadri Fiat – siamo pronti a fare la nostra parte ma non da soli. Dobbiamo renderci conto – ha aggiunto – che viste le attuali condizioni della domanda di auto e le previsioni degli anni a venire, l’Italia e l’Europa non potranno per noi più essere i soli mercati finali. Il loro peso è diventato troppo piccolo. Possiamo e dobbiamo pensare al settore dell’auto in Italia con una logica diversa, orientarlo in modo differente e attrezzarlo perchè diventi un importante centro di produzione per le esportazioni fuori dall’Europa”. Marchionne ha anche sottolineato che “non ho mai smesso di occuparmi della Fiat e non ho intenzione di farlo. Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi”.

Tra gli altri industriali Finmeccanica è salita dell’1,9%,Prysmian +1,3%, Tenaris ha guadagnato il 2,7%, Impregilo +1,8%.
Chiusura in ribasso invece per StM -1,5% dopo il profit warning della concorrente tedesca Infineon –6,2%. Da notare il rimbalzo di  Safilo +5,9%, promossa da Citigroup. Telecom Italia Media ha guadagnato il 5,5%, Rcs al contrario  ha perso il 2,4%.

Aumenta il prezzo di Lactalis Usa. Parmalat +0,03% pagherà il passaggio (infragruppo) della controllata americana del nuovo azionista di controllo 957 milioni di dollari (pari a 738 milioni di euro) e non, come già annuncia, 904 milioni. Una modifica, ha spiegato in consiglio il presidente Franco Tatò, motivata dalla posizione finanziaria netta pari a 53,2 milioni di dollari al 30 giugno 2012 identificata “come elemento di integrazione del prezzo provvisorio di 904 milioni”.

Hanno votato contro i consiglieri indipendenti di Parmalat, Umberto Mosetti e Antonio Mastrangelo, ribadendo così la loro contrarietà a tutta l’operazione che ha portato una buona parte della liquidità della Parmalat nelle casse della famiglia Besnier proprietaria di Lactalis. E che ha visto i due consiglieri già ascoltati dalla Consob che sta indagando sull’operazione infragruppo.

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