I listini europei falliscono il rimbalzo e aggravano il bilancio di una settimana negativa, che ha toccato il fondo ieri con i crolli del pil di Germania e Stati Uniti nel trimestre aprile-giugno. La chiusura è ai minimi della seduta, complice l’andamento contrastato di Wall Street e la soffocante morsa del Covid, che ha costretto la Gran Bretagna a rinviare di altri 15 giorni l’allentamento di alcune restrizioni. A New York si salva solo il Nasdaq dopo i conti presentati dalle big four, Amazon, Apple, Facebook e Alphabet (Google). Le prime tre sono in rally, mentre la quarta viaggia in rosso. Gli investitori sono delusi dal fatto che non sono ancora arrivate le ulteriori misure di stimolo da parte del governo Usa, prima del ritiro dei sussidi di disoccupazione di 600 dollari a settimana previsto per oggi e il Senato ha deciso di aggiornarsi lunedì.
Piazza Affari, che era arrivata a guadagnare oltre l’1%, alla fine perde lo 0,71% e scende a 19.091 punti. Le vendite colpiscono ancora più duramente Madrid -1,64%; Parigi -1,43%; Londra -1,4%; Francoforte -0,57%.
Non aiuta il dato sulla crescita trimestrale della zona euro: pil -12,1%, al di sotto delle stime degli analisti che indicavano -11,2%. Le cose sono andate molto male per l’Italia, eppure meno peggio delle attese: -12,4% (contro stime a -15%). La situazione è risultata più drammatica invece per Francia, -13,8% e Spagna, -18,5%. Il tracollo, in gran parte previsto, è stato digerito però abbastanza bene dalle borse in mattinata, anche grazie al sostegno della Bce, ribadito dalla presidente Christine Lagarde al quotidiano francese Le Courrier Cauchois: la banca centrale manterrà infatti una “rete di sicurezza” di massicci acquisti di bond almeno fino a giugno 2021 per contribuire a sostenere l’economia”.
Gli umori però sono molto fragili in questa fase in cui economia reale e finanziaria sembrano percorrere a volte sentieri diversi a volte gli stessi, e in cui ogni notizia relativa alla crescita dei contagi tiene in scacco il mondo. In un contesto già molto incerto pesa inoltre la guerra fredda Usa-Cina, che si arricchisce di un nuovo capitolo. Oggi Reuters riferisce che un gruppo di hacker legati al governo cinese avrebbe preso di mira quest’anno l’azienda biotech Moderna, tentando di rubare i dati dello sviluppatore statunitense impegnato nella ricerca di un vaccino contro il coronavirus.
Nel dubbio gli investimenti si riversano sull’oro, che viaggia nuovamente al galoppo e al momento guadagna quasi un punto e mezzo percentuale, scambiando oltre 1969 dollari l’oncia.
Tutto il resto frena. Il petrolio passa in lieve calo, con il Brent a 43,17 dollari al barile (-0,2%). Il dollaro continua a soffrire: in un mese ha bruciato quasi 5% a livello di indice e si appresta ad archiviare la peggiore performance da circa dieci anni. Il cambio euro-biglietto verde è in leggero calo, dopo che la moneta unica ha toccato brevemente 1,19, ora si muove attorno a 1,181.
In Piazza Affari Ubi Banca +4,41% domina un listino ancora alle prese con i conti trimestrali di moltissime società. Sembra una sorta di canto del cigno da parte dell’ex popolare, dopo la conquista da parte di Intesa con adesioni al 90,2% che impongono un’offerta sulla quota residua al prezzo dell’Opas o in alternativa a un corrispettivo tutto in denaro pari alla media del valore segnato in borsa nelle ultime cinque sedute. Secondo i trader il balzo odierno è da attribuire a “un fattore tecnico legato a ricoperture di chi ha ancora posizioni corte che devono essere chiuse sul mercato”.
Il difficile semestre del lockdown pesa su Cnh -5,43%; Leonardo -5,15%; Eni -3,54%, dopo il tonfo di ieri; Pirelli -3,2%. Fiat perde il 2% dopo la presentazione di una perdita netta e perdita netta adjusted entrambe a 1 miliardo di euro nel trimestre. L’ebit adjusted è negativo per 0,9 miliardi di euro, mentre il Nord America chiude il periodo in positivo. “Il nostro portafoglio ordini in Nord America, Emea e Latam è più forte ora di quanto non fosse prima del Covid-19”, afferma il ceo Mike Manley.
Si apprezzano Amplifon +4,29%; Nexi +2,43%; Unipol +2,2%. Bene le utility con Hera +2,06%. Fuori dal paniere principale Cattolica reagisce con un lieve progresso, +0,39%, al via libera dell’assemblea alla trasformazione in spa, un passaggio necessario e vincolante per finalizzare nelle prossime settimane la joint venture con Generali. Risale lo spread: +1,83%, 154 punti base. In lieve rialzo il tasso del decennale italiano a 1,01%.