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La Pupa e il Cavallo il dolce di Pasqua dei promessi sposi abruzzesi

Fra tutti i dolci che si preparano per la Pasqua la palma dell’originalità spetta alla Pupa e il Cavallo, realizzati in pasta di biscotto. Nati nell’800 per suggellare il fidanzamento ufficiale di due giovani: Il cavallo, simbolo di potenza, per lui, la Pupa, una prosperosa donzella ,simbolo dell’operatività femminile per lei. Con qualche licenza. Oggi sono regalo di Pasqua per i bambini. La ricetta de La Pupa e il Cavallo

La Pupa e il Cavallo il dolce di Pasqua dei promessi sposi abruzzesi

È la festa per eccellenza della cristianità: celebra la resurrezione di Cristo, principio e fondamento del mistero della fede, affermazione della vita sulla morte, e in senso più lato della resurrezione delle anime. Ma prima ancora del nuovo testamento la Pasqua era già celebrata dagli ebrei perché segnava un passaggio storico fondamentale della loro storia. La parola Pasqua di derivazione ebraica, proviene da Pèsach o Pesah, andare oltre, ed è la festa ebraica che ricorda la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e il suo esodo attraverso il Mar Rosso, verso la Terra Promessa. e quindi il passaggio dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della nuova terra.

Ma la Pasqua coincide anche con antichi riti pagani perché con l’equinozio di primavera, il momento dell’anno in cui le ore di luce sono uguali a quelle della notte, in cui l’inverno lascia spazio al germogliare dei fiori e al risveglio della natura, si celebrava la ripresa della vita, della fertilità e dell’abbondanza.

Pasqua di resurrezione la prima, Pasqua di liberazione la seconda, Festa della vita la terza.

Non fa meraviglia dunque che a tutte le latitudini questa ricorrenza diventi, al di là dell’aspetto religioso, festa della famiglia, occasione per ritrovarsi dopo l’inverno, da celebrare con una abbondanza della tavola bene augurante. Ma soprattutto con una miriade di dolci, simbolo della festa e della festività, dalla Casadina sarda, alla Cassata siciliana, dalla Cuzuppa Anguta calabrese, alla Focaccia veneta, alla Pasinata lucchese, alla Scarcella pugliese, alla Zambela romagnola, alla Pastiera napoletana, alla Pinza triestina.

Dolci ricchi in cui trionfano ricotta, mandorle, noci, nocciole, frutta candita, confetti che assumono le più svariate forme e i più intriganti sapori.

Ma sicuramente il primato di originalità spetta ad una tradizione dolciaria abruzzese, ricca più di fantasia che di materie prime, e certamente unica: la Pupa e il Cavallo.

Una tradizione che ha origini antiche oggi dedicata ai bambini ma che era nata per altra occasione familiare nell’800.

All’epoca il fidanzamento dei futuri sposi era occasione eccezionale per riunire le famiglie e dimostrare le disponibilità familiari, Per questo la festa di fidanzamento richiamava un gran numero di parenti invitati ad un banchetto che si protraeva per ore.

Momento simbolico e culminante della cerimonia del fidanzamento era il regalo agli sposi di due dolci in pasta di biscotto fatti a mano, variamente colorati e impreziositi da canditi e confettini: il cavallo simbolo della potenza maschile veniva regalato alla famiglia della sposa, la Pupa, ovvero il dolce a forma di donna, che si rifaceva alle fattezze della Conca con due ampi bracci che le antiche contadine portavano in testa per portare l’acqua dalla fonte, a simboleggiare l’operatività della donna in casa, alla famiglia dello sposo.

E perché il concetto fosse ancora più manifesto solitamente la pupa si caratterizzava con due consistenti seni che ne esaltavano le virtù materne. Seni che qualche volta esorbitavano anche dalle scollature con una attenzione licenziosa alle caratteristiche anatomiche femminili per rendere un pò più chiaro il discorso.

I due dolci, sono diventati poi caratteristici del pranzo di Pasqua. Per il rispetto della tradizione la Pupa e il Cavallo dovevano essere spezzati e consumati il giorno di Pasqua, come simbolo di rinascita, unione e prosperità con evidente richiamo al pane spezzato da Cristo nell’ultima cena che simboleggia il rapporto diretto fra i fedeli e il figlio di Dio.

I dolci venivano preparati e sagomati a mano – gli stampi sono venuti molto dopo – per cui erano veri e propri pezzi unici realizzati secondo l’estro di chi li confezionava. Originariamente la fattura era molto semplice, quasi elementare, poi col tempo si è andata vieppiù arricchendo di fogge, colori, ed è stata impreziosita di codette di zucchero o cioccolato, confettini colorati, granelle di zucchero, glasse. Per gli occhi si provvedeva con due chicchi di pepe nero o con chiodi di garofano, per la bocca bastava un chicco di caffé.

Nella foga artistica delle massaie di un tempo poteva anche accadere che comparissero cavalli a cinque o sei zampe, code di cavallo esagerate o criniere che arrivavano fino a terra. Ma questo non toglieva nulla al valore simbolico dei dolci destinati ai promessi sposi.

“Quello che è importante – dice Loredana Di Sorino, titolare di “Pasta e Paste” una gastronomia, pasticceria, pasta all’uovo a Pescara che ogni anno propone una serie di pupe e cavalli molto richieste e apprezzate – è mantenere viva una tradizione che si perde nei tempi, una cultura di messaggi figurati che proprio nella loro immediatezza rispecchiano il sentimento più profondo della nostra gente. Quando le nostre donne preparano le pupe e i cavalli sanno di dover trasmettere quello che hanno ereditato dai loro nonni alle nuove generazioni perché questo importante patrimonio non vada perduto”.

E, sempre per restare in fatto di simboli, un’altra caratteristica ricorrente de la Pupa e il Cavallo era l’uovo, simbolo universale di vita, solitamente inserito al centro e fermato da due strisce di pasta in forma di croce. con evidente richiamo alla festa della cristianità.

Col tempo la Pupa e il Cavallo sono passati di mano, ieri simbolo di fede eterna fra i promessi sposi, oggi preparati dalle nonne per far felici i nipoti a Pasqua. Che li mangiano con molto gusto inconsapevoli di quanta storia e quanta simbologia si celino dietro quelle due buffe figure della Pupa e del Cavallo.

La ricetta tradizionale abruzzese per realizzare la Pupa e il Cavallo

Ingredienti (per una pupa e un cavallo)

900 gr di farina tipo 00

300 gr di zucchero

6 uova

1 bustina di lievito per dolci

scorza grattugiata di un limone non trattato

200 ml di olio extra vergine d’oliva

2 uova per la decorazione

E sempre per decorare una scelta a piacere fra ciliege candite, codette di zucchero o cioccolato, confettini colorati, granelle di zucchero, e altro senza limiti alla fantasia

Preparazione

Immergete le due uova che serviranno a decorare le due sagome nell’acqua fresca

Fare una fontana con la farina e al centro aprire le uova quindi unire l’olio d’oliva ed iniziare ad impastare

A mano a mano aggiungere lo zucchero, la scorza grattugiata di limone ed il lievito per dolci e continuando a lavorare l’impasto, fino a ottenere una massa elastica che non resti appiccicata alle mani

Far riposare per 10/15 minuti

Prendere la prima metà dell’impasto per realizzare la Pupa e stenderlo sul piano di lavoro infarinato fino a ottenere uno spessore di mezzo centimetro.

Ungere una teglia rivestita con carta forno e iniziare a modellare la “Pupa” (che per comodità avrete disegnato prima su un foglio di carta come modello.

Per capelli, seno, braccia servirsi di piccole striscioline di pasta intrecciata. Secondo la propria ispirazione si può mescolare della polvere di cioccolato all’impasto ricavandone piccole striscioline intrecciate utili per realizzare trecce e capelli della Pupa, criniera e coda del cavallo, Spennellare il tutto con l’uovo e decorare con codette, canditi, confettini. Quindi posizionare al centro l’uovo, porvi sopra striscioline di impasto a croce e fissare il tutto con tuorlo.

Procedere alla stessa maniera per il cavallo

Quindi infornare in un forno già caldo e cuocere a 180° per circa 20/25 minuti.

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