“Buongiorno Presidente De Luca, sono quella stronza della Meloni. Come sta?”. Arrivando a Caivano per inaugurare il Centro sportivo “Pino Daniele” e cancellare l’orrore dello stupro di massa a due bambine, la premier si è rivolta così al Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che il 16 febbraio su La 7 l’aveva insultata con le stesse parole dopo un corteo contro l’Autonomia differenziata: “Stronza“.
Che dire? Se la Meloni voleva stupire c’è riuscita, come c’era riuscito il Governatore, ma lo spettacolo che hanno offerto entrambi è inqualificabile e non trova la minima giustificazione nell’irritazione personale che ciascuno dei due può covare verso l’altro o l’altra. Vedere i massimi rappresentanti di due istituzioni – il Governo e la Regione Campania – che si insultano con linguaggio da bassifondi fa cadere le braccia. Che fiducia possono avere in loro i cittadini che fra meno di due settimane saranno chiamati a votare. Uno spottone più grande per l’astensionismo la premier e in precedenza De Luca non potevano davvero trovarlo e in poco tempo sono riusciti a rubare la scena all’allucinante gaffe di Papa Francesco contro la “frociaggine” tra i preti. Vergogna.