La ricreazione è finita. Ieri i mercati hanno preso atto che l’accordo di governo della maggioranza giallo verde presenta rilevanti pericoli non solo per la finanza pubblica ma per la stessa appartenenza del Bel Paese all’area della moneta comune. La bozza dell’accordo, poi parzialmente smentita in giornata, contiene la proposta di cancellare i 250 miliardi di Btp in mano alla Bce (per la maggior parte attraverso la Banca d’Italia) alla fine del QE, e la richiesta di un meccanismo di uscita dall’ Euro. Si tratta di richieste irrealizzabili, ma che hanno raggiunto un risultato: la ricomparsa del rischio politico sui mercati europei a partire dalla debolezza dell’euro, scivolato ad un minimo di 1,1763 sul dollaro.
Stamane la moneta unica recupera qualche posizione, e tratta a 1,182, anche grazie alla diffusione di una nuova bozza da cui non emergono i sono temi scabrosi per i mercati. Ma non c’è neanche il nome del Presidente del Consiglio, inoltre restano da risolvere alcuni dettagli, probabilmente quella di oggi sarà una giornata interlocutoria.
Il rendimento del decennale italiano è schizzato a 2,10% da 1,94% di ieri. Il differenziale con il Bund si è allargato a 151 punti, massimo da gennaio, ben 20 punti base sopra la chiusura di martedì. È salito bruscamente anche il rendimento del Btp decennale, schizzato dall’1,95% al 2,12% dall’1,95%. Anche sulla scadenza a 5 anni i BTp sono stati colpiti da vendite consistenti, con il rendimento del titolo guida italiano su questa scadenza che ha terminato allo 0,95% dallo 0,78%.
Ha rallentato in maniera vistosa anche la raccolta del Btp Italia: solo 344 milioni nell’ultimo giorno d’offerta da sommare ai 3,723 miliardi dei primi due giorni.
In forte calo anche la Borsa di Milano: -2,32% a 23.734 punti. La performance da inizio anno del FtseMib resta comunque la migliore in Europa con un +8,5%, nello stesso periodo l’indice Eurostoxx è salito di un modesto +1,7%.
GIAPPONE IN RIPRESA AL TRAINO DI WALL STREET
Tassi e dollaro in salita, ritorno della tensione sul fronte della Corea, nuovi progressi dei prezzi del petrolio. Ecco gli elementi che, al di là della risorgente sindrome Italia, caratterizzano il panorama finanziario.
In ripresa la Borsa del Giappone (+0,7%). Lo yen recupera qualche posizione sul dollaro, a 110,2.
In calo anche le Borse della Cina. Hong Kong -0,3%, indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,3%. Ma prende il volo il colosso Internet Tencent: +5,2% dopo i risultati.
In lieve calo, dopo l’inaspettato aumento della disoccupazione in Australia, l’indice S&P ASX 200 di Sidney. Chiusa la Borsa dell’India.
MACY’S FA BOOM, INDICE RUSSELL AI MASSIMI
In Usa proseguono le vendite sui Treasury Usa. Il rendimento decennale viaggia sul nuovo massimo dal 2011 a 3,108%, il biennale a 2,58%, massimo dal 2007, trentennale al 3,21%.
La risalita dei tassi non pesa su Wall Street: Dow Jones +0,25%, S&P 500 +0,81%, Nasdaq +0,63%. L’indice Russell 2000, dedicato alle pmi Usa, è salito al nuovo massimo storico.
Su listino brillano i titoli del commercio al traino di Macy’s, +10,8% dopo i conti. Oggi arriveranno i risultati di Wal-Mart.
SALE IL PETROLIO, SAIPEM IN ORBITA
Chiusura in rialzo per il petrolio a quota 71,49 dollari al barile. Frenano più del previsto le scorte del petrolio Usa dopo l’aumento record dell’export, favorito dalla crescita dei prezzi. L’Agenzia Internazionale dell’Energia ha rivisto al ribasso la stima della crescita dei consumi mondiali a 1,4 milioni di barili (da 1,5 milioni) ma sull’offerta è destinata a pesare la crisi del Venezuela e il probabile embargo a danno dell’Iran.
A Piazza Affari i petroliferi sono sfuggiti alla pioggia di vendite del resto del listino.
Va in orbita Saipem, con un rialzo del 12,23% a 3,917 euro. Bernstein ha alzato il rating ad ‘outperform’, con un nuovo target price di 6,6 euro. L’azione viene inserita tra le ‘ highest conviction buy ‘ della casa d’affari. Gli analisti pensano che il prezzo possa raddoppiare
Tonica Tenaris (+1,84%), anch’essa spinta da un report di Morgan Stanley che ha alzato il prezzo obiettivo a 24 euro, confermando la raccomandazione overweight.
ACCORDO SULLA BREXIT, STERLINA SUPERSTAR
Assai più serena rispetto alla bufera italiana la situazione sugli altri listini europei. La debolezza dell’euro rispetto al dollaro ha favorito la tenuta dei mercati azionari. La moneta unica ha perso colpi anche sulla sterlina per il quarto giorno consecutivo a 0,872. Ieri sera i ministri del governo di Theresa May hanno trovato un accordo sulla Brexit: il Regno Unito, secondo quanto riportato dal Telegraph, comunicherà nelle prossime ore la propria intenzione di rimanere nell’unione doganale europea a partire dal 2021.
In lieve ascesa i mercati di Francoforte (+0,19%), Parigi (+0,27%) e Londra (+0,26%). Solo Madrid perde lo 0,95%.
L’Europa intanto procede su una traiettoria ben diversa. Angela Merkel, in un discorso al Parlamento, ha parlato a tutti gli europei, avvertendo che gli aiuti della Bce stanno per finire: occorre quindi rafforzarsi, aumentando il livello di integrazione. Il messaggio arriva a pochi giorni dal summit europeo del 28 giugno.
SOTTO TIRO LE BANCHE, VOLA VITTORIA ASSICURAZIONI
Le banche hanno pagato più di tutti l’aumento della febbre politica. Il paniere degli istituti italiani ha lasciato sul terreno il 3,68%. Deboli soprattutto Banco Bpm (-5,37%), Unicredit (-4,72%) e Mediobanca(-4%).
In deciso calo anche il risparmio gestito: Fineco Bank ha ceduto il 5,47%.
Nel comparto assicurativo in evidenza Vittoria Assicurazioni (+19,7%) dopo l’annuncio di un’Opas da parte dell’azionista di riferimento, la famiglia Acutis. Unipol ha acquistato azioni della compagnia assicurativa UnipolSai -1,54% pari allo 0,71% del capitale 43 milioni l’esborso complessivo).
SOFFRONO MEDIASET E LE UTILITIES. OGGI TIM
Forti vendite su Mediaset, che ha perso il 5,28%. Tim ha perso il 4,09% alla vigilia dell’approvazione dei risultati trimestrali.
Giù anche le società della pubblica utilità, che potrebbero essere prese di mira dal governo che si va formando. Enel -3,8%, Snam -3,5%, A2A-3%. Atlantia-3,2%.
ASTALDI, CESSIONI, AUMENTO E UN SOCIO GIAPPONESE
Astaldi ha lasciato sul terreno il 4,47%, a 2,608 euro, dopo aver toccato un massimo di giornata a 2,894 euro prima di invertire la rotta in sintonia con la forte debolezza del mercato. La società ha annunciato ieri il nuovo piano strategico al 2022, un aumento di capitale fino a 300 milioni di euro e l’accordo strategico con il gruppo giapponese IHI Corporation, che parteciperà alla ricapitalizzazione. Prevista anche la cessione, ancora da definire, del terzo ponte sul Bosforo. Il piano prevede una manovra da oltre 2 miliardi di euro che rappresenta una revisione ad ampio raggio della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo.
Tra le società che hanno pubblicato le trimestrali martedì sera a Borsa chiusa, bene Il Sole 24 Ore (+3,95%); pesanti Retelit (-8,17%) e Geox (-6,03%).