Come cambia la politica nell’era Renzi? Openpolis, osservatorio civico e indipendente sulla trasparenza della politica italiana, ha tracciato un primo bilancio andando a guardare le maggioranze che si sono alternate da Berlusconi a Renzi, gli incarichi di governo, le spese di Palazzo Chigi nel periodo dal 2008 ad oggi. Ne riportiamo qui di seguito alcuni punti essenziali da cui si vede come sia cresciuto negli anni il peso del governo, rispetto al Parlamento, sull’iniziativa legislativa in linea con la riforma costituzionale già approvata e che sarà sottoposta al referendum in autunno. Alfano, De Vincenti, Delrio, Gentile, Casero, Giro e Vicari sono i politici che hanno ottenuto più incarichi nel periodo considerato. In generale ne esce confermata l’urgenza della riforme istituzionali che il governo ha varato. Per saperne di più clicca sull’allegato.
Maggioranze e poltrone
“Se nell’ultimo governo Berlusconi i partiti al potere erano solo due (Popolo delle libertà e Lega nord), da Monti in poi i numeri sono cresciuti. Attualmente i membri del governo Renzi appartengono a 6 movimenti politici diversi: Partito democratico, Nuovo centrodestra, Scelta civica, Partito socialista italiano, Unione di centro e Democrazia solidale. Partiti che in due anni hanno variato la loro partecipazione numerica nel governo, fino all’ultimo rimpasto di fine gennaio che è stato particolarmente generoso per il Nuovo centrodestra (+5 nomine)”. Sono 30 i politici che hanno partecipato ad almeno 2 degli ultimi 4 governi. Nel governo Letta, Alfano ha ricoperto contemporaneamente due incarichi: Vicepresidente e Ministro dell’Interno. Nel Governo Renzi, invece alcuni politici hanno cambiato incarico mantenendo la loro presenza nell’esecutivo.
Voti di fiducia: Monti ineguagliato
“La centralità del potere esecutivo nella produzione legislativa del nostro paese è evidente. Quasi il 30% dei disegni di legge proposti dal governo Renzi diventano legge, per i parlamentari non si arriva neanche all’1%. Inoltre nella XVII legislatura le proposte dei due esecutivi che si sono succeduti (Letta e Renzi) sono state approvate mediamente in 156 giorni, quelle dei parlamentari hanno richiesto più di un anno (392 giorni).
Il 31,01% delle leggi approvate durante l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ha richiesto la fiducia. La seconda percentuale più alta degli ultimi quattro governi, battuto solamente da Mario Monti (45%). Alcune delle leggi più importanti da quando Renzi è presidente del Consiglio hanno necessitato di almeno 3 voti di fiducia: italicum, jobs act, riforma della pubblica amministrazione e stabilità 2015.
Tempi lunghi in Parlamento
Nella XVII legislatura un disegno di legge di iniziativa parlamentare impiega più di 1 anno per essere approvato (392 giorni). Le proposte del governo invece viaggiano a tutt’altra velocità: in media 156 giorni. Suddividendo le leggi di iniziativa governativa approvate durante il governo Renzi per temi, si passa da alcuni provvedimenti che completano l’iter in poco più di un mese (imprese e giustizia), ad altri che richiedono più di 280 giorni: esteri, Europa e trattati internazionali, i più lenti.
La battaglia degli emendamenti
Come per i disegni di legge, anche per gli emendamenti la percentuale di successo del governo è molto più alta rispetto al parlamento. Sia alla Camera (48,18%) che al Senato (46,06%), quasi 1 emendamento su 2 presentati dal governo vengono approvati. Non si può sicuramente dire lo stesso per quelli dei parlamentari. Per i deputati la percentuale di successo crolla al 5,42%. Al Senato, dove l’ostruzionismo dell’opposizione passa anche per la presentazione massiccia di emendamenti, la percentuale di approvazione è dell’1,25%. Degli oltre 240 mila emendamenti presentati da deputati e senatori, poco più di 6.700 sono stati approvati.
Come e quanto spende Palazzo Chigi
Le spese della Presidenza del Consiglio, ridotte già con il governo Monti, hanno raggiunto un picco minimo nel 2013 (governo Letta). Le spese certificate in quell’anno erano di 3,5 miliardi. Nell’anno successivo, primo anno del governo Renzi, il totale è tornato a crescere raggiungendo i 3,6 miliardi. La voce principale di spesa riguarda sempre la protezione civile (circa 2 miliardi l’anno). In media parliamo di oltre il 60% del budget. Da notare come la voce “segretariato generale” sotto il governo Renzi sia passata dall’11% al 20% del totale. Dal 2013 (governo Letta) al 2014 la cifra totalmente impegnata è passata da poco più di 396 milioni a oltre 750 milioni.
Allegati: Openpolis e il governo Renzi