Il rally delle borse era stato così rapido che i mercati azionari erano maturi per una correzione, e la causa prossima è stata trovata nei brividi della campagna elettorale italiana, con le trovate di Berlusconi sulla restituzione dell’IMU e le minacce di uscire dall’euro e, in Spagna, i problemi di Rajoy. I p/e dell’indice MSCI Asia Pacific aveva raggiunto ieri quota 14,8 (contro 13,5 per lo S&P500 e 12,1 per lo Stoxx Europe 600) e oggi quell’indice ha perso quello che aveva guadagnato ieri, con una caduta intorno all’1 per cento. Questo ripensamento dei mercati indica che ci sarà volatilità fino alle elezioni italiane. Ma le tendenze di fondo dell’economia reale, sia fra i paesi emersi che emergenti, sono positive e dovrebbero supportare i mercati.
L’euro è bruscamente caduto dal piedistallo su cui, con scomoda forza, si era installato negli ultimi giorni e , con sollievo degli esportatori italiani e non solo, quota poco sotto 1,35 contro dollaro. Anche il petrolio, poco sopra quota 96 $/b ha perso terreno. Lo yen è variato di poco, ma la borsa di Tokyo ha sofferto più delle altre, perché più delle altre era cresciuta negli ultimi tempi.
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