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La Perla a Mr Fastweb, perde Calzedonia: la battaglia per il brand di lingerie

Più soldi e più posti di lavoro salvaguardati: così Silvio Scaglia, mister Fastweb, attraverso il suo fondo Pacific Capital, si aggiudica lo storico marchio di lingerie di lusso La Perla, andato all’asta questa mattina a Bologna. Sessantanove milioni sono stati sufficienti per conquistare un boccone ambito anche da Sandro Veronesi, geniale inventore di Calzedonia, che non sembra digerire bene la sconfitta: “Dalla padella degli americani alla brace di Scaglia: povera Perla, è senza pace – commenta – mi dispiace per i dipendenti che, devo dire, sono stati in tanti a chiederci di sostenerla. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, abbiamo alzato il prezzo. Ci saranno grati i creditori delle banche che prenderanno molti più soldi. Una cosa sono le promesse, altra i fatti. Vedremo. Per quanto ci riguarda c’è molto sul mercato”.

La vittoria è avvenuta sul filo di lana, poiché Veronesi aveva offerto solo un milione di meno, ma tanto è bastato. Complice, probabilmente, anche l’impegno di Scaglia di mantenere oltre 800 dei 900 occupati del gruppo in Italia.

L’acquirente garantisce che il suo sarà un vero impegno industriale: “Sono un imprenditore – afferma – e lavorerò personalmente a questo progetto. Il marchio è grandioso, anche se ha sofferto molto in questi ultimi anni. Sappiamo che c’è molto da fare sia sul fronte del lavoro sia su quello degli investimenti”. Sembrano confermati i 110 milioni di euro che dovrebbero servire a rilanciare l’azienda. Tra le ipotesi sul tappeto quella di creare sinergie con Elite World, il network mondiale di “model management” e di puntare su un polo del lusso anche per la Cina.

I prossimi passi per rendere definitiva la vendita dello storico marchio bolognese, dopo l’asta di oggi, sono l’autorizzazione (che deve arrivare a ore dal Tribunale) al concordato preventivo e poi, entro il 23 luglio, la presentazione da parte dell’azienda dell’istanza di concordato vero e proprio, che dovrà essere approvato dai creditori. Un percorso che non dovrebbe incontrare ostacoli secondo l’avvocato Tommaso Amirante dello studio Latham&Watkins che assiste. La Perla, dal momento che, scrive l’agenzia Dire, l’offerta da 69 milioni fatta oggi da Silvio Scaglia e vincitrice dell’asta “soddisfa i creditori per una percentuale che va oltre l’80%”, sia quelli privilegiati che quelli chirografari. Solo dopo l’approvazione del concordato da parte dei creditori quindi si perfeziona l’acquisto vero e proprio”.

Molti intanto i commenti sotto le due torri. Alla vigilia, il primo a dire la sua è il presidente degli industriali Alberto Vacchi, secondo il quale le molteplici attenzioni a La Perla “dimostrano le sue grandi potenzialità. Ci auguriamo che ciò sia presupposto per la salvaguardia dell’occupazione e la creazione di lavoro per l’indotto nel territorio di Bologna”.

Alla notizia dell’aggiudicazione invece è la Provincia a pronunciarsi per prima: “Riconosciamo il valore di una proposta che investe su una eccellenza di questo territorio – sostiene Graziano Prantoni, assessore alle attività produttive – da parte nostra, poniamo al centro dell’attenzione il mantenimento del polo produttivo sul nostro territorio e la salvaguardia dell’occupazione, a fronte di un piano industriale di rilancio dell’azienda”.

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