La scossa ai mercati è arrivata ancora una volta da Wall Street. I mercati Usa hanno girato in positivo con il balzo della fiducia dei consumatori a dicembre, salito oltre le attese a 64,5. Dopo un balzo in avanti, però, gli indici hanno ripiegato sulla parità: Dow Jones +0,09%, il Nasdaq avanza dello 0,11%, a 2.621 punti mentre lo S&P 500 segna +0,01% a 1.265,68 punti. Si giustifica comunque il giudizio di The Wall Street Journal, che sottolinea come i listini americani, per la maggior parte del 2011 “sono serviti da paradiso sicuro”. Il tutto “grazie alla propensione degli investitori americani a rimpatriare i fondi da oltreoceano in un momento di incertezza, alla politica accomodante della Fed e alla forza mostrata dalle aziende americane”.
Diversa la musica in Europa, in una giornata caratterizzata da scambi modesti, in cui Milano perde lo 0,99 %, con il FtseMIb che (a quota 14.924 punti) è stato il listino peggiore, alle spalle del Cac parigino (+ 0,03%) e del Dax di Francoforte (+0,16 %), mentre Londra è rimasta ancora chiusa per festività. Pesa sull’area euro la grande fuga dal debito sovrano che caratterizza questo difficile finale d’anno, soprattutto per l’Italia. Il dato più inquietante, infatti, riguarda il debito sovrano italiano a 24 ore dall’avvio delle aste di fine anno del Tesoro: il rendimento del Btp a 10 anni ha raggiunto nel corso della seduta il 7,12%. Lo spread fra Bund e Btp a 10 anni, dopo aver aperto a quota 505,59 punti ed essere salito fino a 520,11 punti, si è poi assestato a 512,49 punti. Il differenziale Spagna-Germania viaggia sopra i 340 punti (342,2) e quello della Francia a 105,7 punti.
Secondo l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato “lo spread italiano viaggia ancora sui 500 punti nonostante il fior di manovra che il governo Monti ha fatto passare, non per mancanza di disciplina, ma per mancanza di crescita”. Forti perdite per Unicredit -4,78% (-8,94% nella versione risparmio) nel giorno d’avvio del raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio della banca nel rapporto di un titolo ogni 10 posseduti. La scorsa settimana dalle sale operative era emerso che il raggruppamento, con l’annullamento del valore nominale delle azioni, avrebbe agevolato una ricapitalizzazione a prezzi inferiori. Indiscrezioni indicavano nei giorni scorsi uno sconto tra il 35% e il 45%.
Le vendite comunque oggi colpiscono tutto il settore bancario europeo, non solo quello italiano. Lo stoxx del settore è infatti il peggiore con una flessione dello 0,42%.. A incidere negativamente sul comparto del credito e’ il record toccato dai depositi overnight presso la Bce. I ribassi si concentrano infatti su questo settore in tutta Europa. In rosso anche Intesa Sanpaolo (-2,26% ), Ubi Banca (-2,37) e Bpm (-4,21%). Un broker italiano ha sottolineato come l’incertezza sulle banche italiane sia destinata a proseguire anche nel 2012.
“Siamo all’inizio di una recessione che dovrebbe impattare sui volumi di attività e sulla crescita dei ricavi il prossimo anno”, è l’opinione generale. Chiude in ribasso, dopo l’avvio promettente, anche Banca Mps (-2,29%). Pesante la perdita di Mediobanca -4,84%, su cui pesa la difficile situazione del debitore Ligresti. Passera si è detto particolarmente soddisfatto per l’esito delle trattative tra il gruppo Edf ed A2 A su Edison. In Borsa, una volta esaurito l’appeal speculativo, il titolo della società di Foro Buonaparte amplia le perdite (-1,7% a 0,818 euro dopo un minimo a quota 0,815 euro): il prezzo di 0,84 euro per azione delude le attese del mercato, ma non quelle del ministro che ha riservato parole d’elogio per il presidente di Edf, Henry Proglio, con cui dice di aver condiviso una comune visione del mercato e avuto la conferma “del rilevante impegno di lungo termine del gruppo Edf in Italia”.
Per ora applaudono i soci di A2A +1,9% e di Iren+ 2,95: al mercato piace l’aggregazione a quattro (A2A, Iren, EdiPower ed Hera) nell’energia. Come da copione, la prospettiva di un massiccio aumento di capitale (750 milioni) per Fondiaria Sai ha scatenato le vendite sull’intera filiera Ligresti. Il titolo della compagni arretra del 7,72%, al pari di Milano Assicurazioni e Premafin -9,36%. Al contrario, il via libera di Fonsai alla cessione della quota in Igli ha favorito l’impennata dei prezzi di Impregilo: la Borsa annusa aria di battaglia tra Gavio e Salini. Arbitro interessato (alle concessioni autostradali in Sud America) è Atlantia (invariata), che fa capo al gruppo Benetton. Finmeccanica (+4,15%) si consola al termine di un anno assai complicato. Lo steso non vale per Fiat (-1,04%) e Fiat Industrial (-0,91%), mentre Exor (-1,12%) non coglie i benefici della cessione, a prezzi accettabili ma non entusiasmanti, di Alpitour.