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La paura della stretta Fed affossa le Borse

Piazza Affari è la peggiore e perde oltre il 3% travolta dai bancari. I big del credito perdono tra il 4 e il 5 per cento – Tra le blue chips si salva solo Pirelli – Giornata difficile per petroliferi e lusso – Pesanti perdite anche a Parigi, Francoforte e Londra

La paura della stretta Fed affossa le Borse

L’effetto Draghi è durato solo un giorno. La settimana finanziaria si chiude con nuovi, pesanti ribassi per tutti i listini.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib chiude in profondo rosso con una perdita del 3,18%. Il mercato, prima del dato Usa, perdeva il 2,5%. In seguito è migliorato fino a -2,0%, per poi riprendere la via del ribasso.

Pesanti perdite anche a Parigi -2,8% e Francoforte -2,7%. Londra perde il 2,44%. Fa meglio a Madrid -1,96%.

Stabile lo spread Btp/Bund  che chiude a 121 ounti (contro 119 di una settimana fa). Il rendimento del decennalie chiude a 1,87%.

Netto ribasso per la Borsa americana: gli indici Dow Jones e S&P500 perdono rispettivamente l’1,5% e l’1,3, il Nasdaq scende dello 0,9%. 

Il dollaro si è mosso in giornata sotto quota 1,11 sull’euro. Ora  il cambio è a 1,111, da 1,112 di ieri. 

Ad accentuare la tendenza negativa, già dominante in mattinata, sono stati i dati sul mercato del lavoro Usa, che hanno fornito indicazioni contrastanti, ma compatibili secondo gli operatori con una possibile stretta dei tassi Usa.

Ad agosto sono stati creati “solo” 173mila nuovi posti di lavoro, contro i 217mila previsti. Intanto, però, viene rivisto il dato del mese di luglio a +245mila posti di lavoro da +215mila della prima rilevazione. 
Di conseguenza il bilancio dei due mesi è sostanzialmente in linea con le previsioni. A confermare il miglioramento dell’economia Usa contribuiscono altri elementi: l’aumento medio delle paghe (+0,35) nel mese di agosto e la contemporanea discesa del tasso di disoccupazione al 5,1% dal 5,3% di luglio, contro il 5,2% previsto in media dagli economisti. Il 5,1% è il tasso più basso dall’aprile 2008.

A Piazza Affari sono le banche a subire le perdite più forti: Unicredit  segna un ribasso del 4,9% dopo uno stop per eccesso di ribasso. La banca non ha commentato le indiscrezioni d Bloomberg sui 10mila esuberi dell’istituto. JP Morgan intanto ha ridotto il rating a neutral da overweight.

In forte ribasso anche Intesa-3,8% su cui la stessa JP Morgan ha confermato l’indicazione neutral alzando però il target a 3,5 da 3,2 euro.

 MontePaschi -4,8%: JP Morgan ha ridotto il prezzo obiettivo a 1,8 da 2 euro.

Tra gli assicurativi Generali -2,2%: Barclays ha alzato il il target price da 16,8 a 17,1 euro.

Giornata difficile anche per i petroliferi: Eni -2,36%, nonostante il rialzo del giudizio di Mediobanca a outperform da neutral.

Tra gli industriali FiatChrysler  -3%, Finmeccanica è scesa del 3,68% nonostante la conferma del buy da parte di Equita.

Infine il lusso, colpito dai giudizi di Goldman Sachs: Tod’s -4,07% (taglio del prezzo obietivo a 72,1 euro da 78,1). Ferragamo -3,72%, Moncler -4,27%. Luxottica -2,21%.

In  ribasso perfino Campari -2,92% per tradizione titolo anticiclico. Bryan Garnier ha migliorato il target a 7,1 euro da 6,82.

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