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La pace sui dazi si riavvicina e la Borsa rimbalza

Leonardo e Stm spingono il Ftse Mib oltre la soglia dei 23 mila punti base, mentre Moody’s ridà sollievo alle banche – Bene anche Buzzi e Azimut.

La pace sui dazi si riavvicina e la Borsa rimbalza

Donald Trump continua a giocare con i mercati. Le dichiarazioni di ieri del presidente, che non escludeva il rinvio della pace commerciale con Pechino a dopo le elezioni Usa, sono state oggi smentite da una nota di Bloomberg che rivela come le due parti hanno già raggiunto un accordo di massima e stanno discutendo su data e luogo della firma. Sulla stessa lunghezza d’onda è il tweet di Hu Xinjin, il direttore del Global Times, portavoce ufficioso della Cina che ritiene molto probabile, a breve, un annuncio di Trump della Casa Bianca, sui passi in avanti del negoziato.  

Il messaggio ha restituito il buonumore alle Borse dopo i ribassi in Oriente. Piazza Affari mette a segno un rialzo di oltre l’1% a metà giornata, scavalcando quota 23.000 punti ma in lieve ritardo su Francoforte +0,97. La corsa è guidata da Parigi +1,12% e da Madrid 1,18%. In lieve rialzo i Btp, i decennali a 1,32% (+2 punti base). Spread a 162 punti. 

Stabile il rapporto euro/dollaro a 1,107 (-0,1%).  La sterlina si porta sui massimi degli ultimi sette mesi contro euro, cross 0,8485, i sondaggi danno Boris Johnson in vantaggio di oltre dieci punti su Corbyn in vista delle elezioni del prossimo 12 dicembre.  

I prezzi del petrolio aumentano in vista degli incontri di questa settimana dell’Opec e dei suoi alleati, con l’aspettativa di ulteriori tagli alla produzione a sostegno del mercato, mentre i dati industriali mostrano una flessione oltre le attese nelle scorte Usa, sostenendo ulteriormente i prezzi. I futures sul Brent +1,73% scambiano a 61,87 dollari il barile. Salgono Eni +1% e Saipem +1,6%. 

In terreno positivo Unicredit +0,88% il giorno dopo la presentazione del piano industriale che prevede la restituzione agli azionisti di 8 miliardi di euro tra dividendi in contanti (6 miliardi) e buyback (2 miliardi), la riduzione della forza lavoro di 8.000 unità e la chiusura di 500 filiali. Fa meglio Bpm +2,2%. 

L’outlook di Moody’s sulle banche italiane passa da negativo a stabile. Lo comunica l’agenzia di rating spiegando che le aspettative per il 2020 sono di un’ulteriore progressiva riduzione dei crediti deteriorati. Le condizioni di finanziamento delle banche miglioreranno, spiega ancora l’agenzia, e il loro capitale rimarrà stabile. “Prevediamo che i prestiti problematici delle banche italiane scenderanno nel 2020 per il quinto anno consecutivo” ha dichiarato Fabio Iannò, vicepresidente senior di Moody’s. 

Contrastati i giudizi delle agenzie su Atlantia +1,4%. JP Morgan alza il giudizio a Overweight da Neutral, Moody’s ha abbassato il rating a BA1, sotto il livello di investibilità. Sias +2%. Positivi gli industriali. Sale Fiat Chrysler +1% sostenuta dalla crescita  novembre del mercato statunitense dell’auto registra +2,2%.
 
Stm +1,5%. In ottobre le vendite di semiconduttori sono scese nel mondo del 13% anno su anno, +3% mese su mese.  Leonardo +1,5% ha firmato con la colombiana Codaltec un Memorandum of Understanding per una collaborazione commerciale nel paese sudamericano. 
 
Tim +1,5%. Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, attacca la società sul tema della rete unica. “Al momento c’è un soggetto pronto a porsi come anchor investor e player di questa infrastruttura unica che è Cdp. C’è però un incumbent che ritiene ancora di poter sostanzialmente tornare alla posizione di monopolio che aveva in passato e quindi di poter governare secondo i tempi derivanti dai suoi interessi aziendali la transizione dal rame alla fibra»,   

Da segnalare ancora il balzo di Moncler +1,8% e di Saes Getters +2%. WIIT +2%, segna il nuovo record storico. 

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