Sembra una giornata tranquilla a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che, dopo aver aperto guadagnando l’1,5%, a metà mattina si ridimensiona su un più modesto +0,7%. Timide anche le altre principali piazze europee: Londra (+0,78%), Parigi (+0,67%) e Francoforte (+0,20%).
Una scelta storica. Così era intitolato il commento di Gawyn Davies sul Financial Times dedicato all’esordio di Mario Draghi alla testa della Bce. E super Mario non ha deluso le attese: per fronteggiare una “recessione dolce” che sta avvolgendo le economie di Eurolandia, la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di un quarto di punto. La decisione è stata presa all’unanimità, ma non per questo è meno sorprendente: poichi si aspettavano che Draghi, al suo esordio, avesse il coraggio di apparire un banchiere centrale troppo morbido, all’americana, contraddicendo la sua reputazione di falco alla tedesca. Ma Draghi ha dimostrato di non esser schiavo dei pregiudizi di immagine sottolineando che “nessuno ci può dire quel che dobbiamo fare”. E così avanti con il taglio dei tassi, necessario per impedire che la crisi finanziaria si traducesse in una stretta all’economia reale.
“Draghi ci dà una speranza: è l’uomo capace di fare quel che si deve fare”, è il titolo di Bloomberg. “E’ un segnale a favore della crescita, e’ un segnale positivo, per essere la prima mossa di Mario Draghi e’ una bella prima mossa” è stato il commento dell’ad di Intesa San Paolo Corrado Passera. Gli effetti si sono visti subito: l’euro è risalito fino a1,3821 sul dollaro, le Borse hanno preso la strada del rialzo. Oggi intanto il Financial Stability Board pubblicherà la lista preliminare delle società importanti dal punto di vista sistemico sulle quali sara’ esercitata la supervisione. L’elenco delle Sifi è l’ultima fatica di Mario Draghi in qualità di presidente del comitato, ruolo che probabilmente verrà assegnato oggi al governatore della Bank of Canada. $E’ previsto che dal 2016 si dovranno predisporre meccanismi addizionali per assorbire le perdite nelle banche individuate dal comitato come rilevanti dal punto di vista sistemico.
IL GRANDE BLUFF DI PAPANDREOU HA SUCCESSO
BERLUSCONI GIOCA LA CARTA DELLA FIDUCIA
L’altro grande protagonista della giornata è Georges Papandreou, il premier greco per cui vale la definizione data da Websim: è il più grande giocatore di poker del mondo in circolazione. La sua mossa di indire il referendum sugli aiuti ha costretto l’opposizione, da tempo assai critica nei confronti dell’operato del governo, a venire allo scoperto e a garantire controvoglia l’appoggio per risolvere la crisi. Se è andata davvero così, Papandreou ha giocato un magnifico bluff. In un sol colpo il governo si è tolto una spina dal fianco e ha costretto l’opposizione a condividere le scelte più impopolari per portare avanti il piano di austerity. Una scala reale cui hanno contribuito, forse inconsapevoli, la regina Angel aMerkel e il Jack, Nicolas Sarkozy (che non merita il rango di re). Anche Silvio Berlusconi, nonostante la maggioranza stia perdendo pezzi (e forse non sia più maggioranza) ostenta sicurezza: “Il provvedimento arriverà al Senato all’inizio della prossima settimana, al massimo entro mercoledì e con l’apposizione della fiducia fra 10-15 giorni tutte le misure saranno determinate e definite”, ha assicurato il premier ai partner europei del G20, aggiungendo che il governo è determinato ad aprire trattative con i sindacati “in tempi rapidi sulla riforma del mercato del lavoro”.
IL BTP HA SFIORATO IL LIVELLO DI GUARDIA (6,40%)
HANNO SUCCESSO LE ASTE DI PARIGI E MADRID
Il debito pubblico italiano, intanto, continua a danzare sull’orlo del baratro. Il rendimento dei Btp decennale è salito al livello del 6,40 per cento, ai massimi dal settembre 1997 (quando c’era ancora la lira) prima di ripiegare a quota 6,18%.. Ma ormai la soglia del 5,50%,, ritenuto il punto di non ritorno, è a un passo. I precedenti, al proposito, giustificano le paure: l’Iralnda fu costretta ad annunciare il ricorso ad un salvataggio esterno ventiquattrore dopo aver superato quota 6,50% nell’ottobre scorso. Stessa sorte ha subito il Portogallo.. Non meno rischioso è lo spread nei confronti del Bund, arrivato a quota 425.
Ieri, nonostante la situazione ad alta tensione sul fronte del debito sovrano, Francia e Spagna hanno sfidato con successo i mercati. La Francia ha collocato 6,05 miliardi di Oat a 6-10 e 15 anni mentre Madrid ha piazzato 4,49 miliardi di Bonos a 3 e 5 anni.
VOLANO WALL STREET E LE BORSE ASIATICHE
OGGI L’IPO DI GROUPON: VALE 12,65 MILIARDI
Il taglio dei tassi operato dalla Bce e il rientro della minaccia del referendum greco hanno avuto l’effetto di rilanciare anche i mercati oltre Atlantico. Al termine della seduta il Dow Jones mette a segno un confortante +1,76%, preceduto dallo Standard & Poor’s 500 +1,88%. Guida la corsa, alla vigilia del’Ipo di Groupon, valutata 12,65 miliardi di dollari, il Nasdaq +2,20%.
Il calo delle tensioni sull’eurozona permette agli operatori americani di apprezzare i risultati di un’ottima campagna delle trimestrali: i tre quarti delle aziende che hanno presentato i dati dall’11 ottobre ad oggi hanno battuto le stime degli analisti. Ma c’è una nota stonata: Abercrombie & Fitch ha accusato un crollo del 20%. Il motivo sta nel calo delle vendite nei negozi bandiera in Europa, Canada e Giappone. In rialzo anche le Borse asiatiche. L’indice Nikkei segna a Tokyo un guadagno del 1,66%, l’Hang Seng di Hong Kong fa un balzo del 3,75%. Gli effetti della crisi dei mercati europei, secondo un’indagine di Barclays, hanno avuto l’effetto di spostare di nuovo i capitali verso i mercati emergenti: 3,5 miliardi di dollari nella sttimana scorsa hanno fatto rotta verso i mercati azionari emergenti.
I CONTI TENARIS +14,1% SORPRENDONO PIAZZA AFFARI
UNICREDIT: UTILE IN CALO, MA L’AUMENTO FA MENO PAURA
La Borsa di Milano ha chiuso in netto rialzo dopo una partenza tinta di rosso, Merito sia del l taglio dei tassi da parte della Bce e al dietrofront di Papandreou sul referendum. E così il Ftse Mib ha guadagnato il 3,23% attestandosi a 15.766,16 punti e il Ftse All Share è avanzato del 2,98% a quota 16.595,14.Brillante il comparto bancario, dopo un avvio in netto ribasso. Bene Unicredit che ha chiuso la seduta in rialzo del 4,58% a 0,833 euro. In attesa della pubblicazione dei conti in programma il 14 novembre, Unicredit ha diffuso il consensus degli analisti. Nel terzo trimestre gli esperti si attendono un utile netto in deciso calo a 6 milioni di euro contro i 334 milioni realizzati un anno fa. Il margine d’intermediazione è previsto a 5,8 miliardi di euro rispetto ai 6,5 del terzo trimestre 2010. L’utile ante imposte dovrebbe fermarsi a 218 milioni mentre la stima per il risultato netto di gestione è di 491 milioni di euro. Gli analisti si attendono indicazioni sul prossimo aumento di capitale, nell’ordine di 6-7 miliardi.Acquisti diffusi anche su Intesa Sanpaolo (+3,68% a 1,184 euro), Il nostro consigliere delegato ha confermato di aver fatto gli accantonamenti opportuni”. Cosi’ il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti ha risposto, citando Corrado Passera, a chi gli chiedeva se si aspettasse un calo dei dividendi in futuro. A proposito degli aumenti di capitale, lo stesso Guzzetti ha aggiunto che “le Fondazioni faranno la loro parte. E’ necessario,che le ipotesi si rendano concrete nelle singole situazioni, poi si decidera’ per il meglio. Intesa Sanpaolo ha gia’ ricapitalizzato: non è un pozzo senza fondo”. Ubi Banca (+5,27% a 2,716 euro), Mps (+2,27% a 0,319 euro), Banco Popolare (+2,50% a 1,025 euro) e Mediobanca (+1,71% a 5,65 euro). In controtendenza la Popolare di Milano che ha terminato gli scambi in flessione del 2,30% a quota 0,390.Positivo anche il comparto del risparmio gestito: Azimut e Mediolanum sono avanzate rispettivamente del 4,19% a 5,465 euro e del 3,80% a 2,786 euro.Buone performance anche per la Galassia Agnelli. Fiat Spa ha chiuso in rialzo del 5,59% a 4,38 euro, Fiat Industrial del 6,50% a 6,55 euro ed Exor del 5,08% a 15,72 euro.Eni ha mostrato un progresso dell’1,35% a 15,76 euro. Nomura ha confermato il giudizio buy sul colosso petrolifero italiano con target price a 20 euro. Il Cane a sei zampe rimane una delle società petrolifere maggiormente esposte in Libia, con circa il 15% della produzione totale nel 2010. Gli analisti si attendono una rapida ripresa nei prossimi mesi della produzione petrolifera e soprattutto di gas. Sulla società di San Donato si è mossa anche Equita che ha alzato il prezzo obiettivo da 19,1 a 20,1 euro, mantenendo inalterata la raccomandazione buy.
Tenaris ha messo le ali ai piedi dopo l’uscita dell’ottima trimestrale. Il titolo ha archiviato la seduta in rialzo del 14,18% a 12,8 euro. La società ha chiuso il penultimo trimestre dell’anno con un utile netto pari a 365,5 milioni di dollari, in rialzo del 21% rispetto ai 302,7 milioni registrati nell’analogo periodo nel 2010. Positivo anche il giro d’affari salito del 23% a 2,495 miliardi di dollari, mentre il margine operativo lordo ha evidenziato una crescita del 17%, a 620,3 milioni. Il consiglio di amministrazione del gruppo ha inoltre approvato il pagamento di un dividendo intermedio per 13 centesimi di dollaro ad azione.
Bene STMicroelectronics (+9% a 4,87 euro), dopo che la joint venture con Ericsson è stata scelta da Nokia come fornitore dei suoi futuri processori basati sulla piattaforma Windows Mobile.
DELMI A SOSTEGNO DELL’OPA DI EDF
NON SI FERMA IL BOOM LOTTOMATICA
Sì del cda di Iren e di Delmi ha approvato lo schema non vincolante sul riassetto di Edison concordato a Parigi con Edf. Con questa decisione i patti con i francesi vengono prorogati, di circa un mese, fino al prossimo 30 novembre. Questo tempo, ha sottolineato dopo la riunione il presidente di Delmi, Franco Baiguera, servira’ a definire i dettagli dell’operazione “come la scissione di Transalpina di Energia, la ripartizione del debito Edipower, le societa’ comparabili per la definizione della put legata all’ebitda e la governance”. Poi l’intesa diventera’ vincolante e potra’ partire il riassetto vero e proprio con l’eventuale Opa. “La conclusione dell’operazione – recita il comunicato di Iren – incrementera’ la capacita’ produttiva del gruppo nel settore idroelettrico, con diritto di ritiro della propria quota di energia elettrica prodotta dagli impianti di Mese ed Udine”, derivanti dal break up di Edipower.
Delmi intanto si e’ infatti riservata la facolta’ di acquistare azioni di Foro Buonaparte, nell’ambito dell’eventuale Offerta obbligatoria, per un corrispettivo di massimi 50 milioni di euro. Una cifra limitata che tuttavia, se l’Offerta avverra’, come richiesto dai francesi, al prezzo medio degli ultimi 12 mesi (circa 0,84 euro) corrisponde all’1,1% del capitale. Un pacchetto che andrebbe ad aggiungersi al 30,6% che verrebbero a detenere i soci italiani (A2A, Iren, Sel, Dolomiti Energia, Mediobanca, Crt e Bpm) dopo la scissione proporzionale della holding italo-francese Transalpina di Energia cui attualmente fa capo il 61,2% di Edison. Edf ha condizionato la validita’ dell’intera operazione su Foro Buonaparte alla conferma, da parte della Consob, circa l’applicabilita’ in caso di Opa obbligatoria della metodologia di determinazione del prezzo pari alla media dei 12 mesi precedenti. Una decisione che, secondo alcuni osservatori, non tutelerebbe a sufficienza le minoranze poiche’ i soci italiani di Delmi godono anche di una put a tre anni sul titolo Edison.
Lottomatica chiude il terzo trimestre con risultati in crescita che la rendono fiduciosa di raggiungere gli obiettivi di fine anno, rivisti al rialzo lo scorso luglio. I ricavi sono saliti del 34,2% a 740,9 milioni, l’Ebitda è aumentato del 18,7% a 237 milioni, l’utile netto è stato di 58,5 milioni rispetto alla perdita di 13,2 milioni di un anno prima. Nei nove mesi l’utile è in crescita a 126,6 milioni da 51,1 milioni, i ricavi salgono a 2,15 miliardi da 1,67 miliardi.
Il settore dei giochi e delle scommesse si conferma quindi ancora una volta resistente alle fasi di crisi: “Dai dati che abbiamo ad oggi non vediamo alcun cambiamento rispetto ai trend registrati finora”, ha detto l’AD rispondendo a una domanda in merito al peggioramento della situazione economica in Italia.
L’OPA DELLA ROMA COSTA 10 MILIONI A DI BENEDETTO
E BUFFON CON 3 MILIONI PROTEGGE LA PORTA DI ZUCCHI
Al termine dell’opa promossa da Neep Roma Holding sulle azioni ordinarie As Roma, sono state apportati all’offerta 14,5 milioni di titoli, pari al 33,252% delle azioni oggetto dell’offerta e al 10,941% del capitale sociale. Lo comunica, sulla base dei dati preliminari, la societa’ che fa capo a Thomas Di Benedetto e partecipata da Unicredit. Sommando le azioni portate in adesione all’offerta a quelle già possedute dall’offerente, la Neep detiene il 78,038% del capitale della As Roma. Non si rende necessaria, quindi, l’opa residuale. Il controvalore complessivo delle azioni apportate all’offerta e’ pari a 9,831 milioni di euro.
Via libera Consob alla pubblicazione del prospetto informativo per l’aumento di capitale di Zucchi che partirà lunedi’ 7 novembre. L’offerta in opzione agli azionisti riguarderà 150.142.696 azioni a un prezzo di 0,10 euro per ogni azione ordinaria e di risparmio e il concambio è fissato in 27 nuove azioni ordinarie ogni cinque ordinarie o risparmio possedute con l’attribuzione gratuita di un warrant 2011-14 ogni nuova azione sottoscritta. Al servizio dei warrant e’ previsto un ulteriore aumento da 15 milioni. Alcuni azionisti si sono impegnati a sottoscrivere complessivi 6,97 milioni di euro pari al 46,4% dell’aumento. Tra questi, Gianluigi Buffon che si è impegnato per 2,92 milioni.