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La Moda Uomo resta uno dei porti sicuri dell’export italiano anche in periodi di incertezza globale

David Lezcano su Unsplash

Nonostante l’incerteza del contesto internazionale, l’export si conferma il motore trainante della moda maschile italiana. Secondo i dati diffusi da Sistema Moda Italia alla vigilia dell’evento Pitti Uomo, il menswear made in Italy ha archiviato il 2023 con un aumento del fatturato del +4,7%, una variazione più contenuta rispetto a quella registrata negli ultimi anni, ma portandosi comunque a 11,9 miliardi di euro, pari al 18,5% della filiera tessile-abbigliamento italiana.

E proprio l’export rappresenta il 74,5% di questo giro d’affari. Le vendite all’estero hanno fatto registrare nel 2023 una variazione del +6,6%, superando gli 8,8 miliardi. Di contro, le importazioni hanno sperimentato una contrazione del -2,3% a 5,6 miliardi, determinando un aumento del saldo commerciale, in attivo per 3,2 miliardi.

Menswear italiano: boom in Francia, Usa in risalita

Sia le aree Ue sia quelle extra-Ue si sono rivelate favorevoli, crescendo rispettivamente del 7,2% e del 6%. Il mercato Ue copre il 45,7% dell’export totale di settore, mentre l’extra-Ue risulta il maggior acquirente, assorbendo il 54,3%. Analogamente, nel caso delle importazioni, dalla Ue proviene il 48,2% della moda maschile in ingresso, mentre l’extra-Ue garantisce il 51,8%, nonostante abbia registrato una perdita del -13,8% rispetto all’anno precedente.

La prima destinazione è risultata la Francia, in aumento del 16,8%, per un valore di 1,2 miliardi, pari al 12,2% del totale settoriale; seguono Germania (a quota 10,3%) e Usa (9,3%), interessati entrambi da una dinamica positiva, rispettivamente pari al +0,4% e al +3%. Relativamente alle importazioni, da gennaio a dicembre 2023, la Cina si è confermata il top supplier con un’incidenza del 12,2%, nonostante abbia accusato un decremento notevole (-25,0%). Anche il Bangladesh – rimasto in seconda posizione – ha registrato una dinamica negativa nella misura del -22,1%. Segue la Francia, che all’opposto presenta una crescita pari al +15,1%.

Export Moda Maschile Italia: cresce camiceria, cala l’abbigliamento in pelle

Guardando all’interscambio per merceologia, si assiste a performance positive con riferimento all’export per tutti i prodotti, ad eccezione dell’abbigliamento in pelle, che ha presentato una flessione del -9,6%. Nel dettaglio, la camiceria ha registrato un aumento del +17,2%; seguono le cravatte con un +13,2%, l’abbigliamento confezionato e la maglieria, che hanno palesato rispettivamente un +9,5% e un +2,3%.

Nel caso delle forniture provenienti dall’estero, le importazioni di confezione e maglieria maschile sono arretrate rispettivamente del -2,3% e del -4,8%. Al contrario le importazioni di cravatte hanno presentato un aumento del +4,2%, mentre abbigliamento in pelle e camiceria sono cresciuti del +5,1% e del +9,9%, rispettivamente.

Nei primi due mesi del 2024 la moda maschile italiana ha visto proseguire l’export su un sentiero favorevole, mentre le importazioni hanno frenato. Sulla base degli ultimi dati Istat, i primi due mesi dell’anno hanno visto le vendite in aumento del +13%, per un totale di circa 1,8 milioni di euro, mentre le importazioni hanno perso il -13,3%, a poco più di 1 milione. Guardando all’interscambio per prodotto, con riferimento all’export si rileva l’ottima performance dell’abbigliamento esterno, in aumento del +23,3%, nonché di camiceria (+18,1%), maglieria (+15,7%) e abbigliamento in pelle (+14,6%). Più contenute le esportazioni di cravatte, con una crescita del +3%.

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Categories: Economia e Imprese