La manovra economica del governo Monti ha terminato il suo iter in Parlamento. Il Senato ha dato il via libera definitivo al pacchetto di misure – su cui l’Esecutivo aveva posto la fiducia – con 257 sì e 41 no. Il decreto sarà definitivamente convertito in legge dello Stato dopo la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Hanno votato a favore Pdl, Pd, Terzo Polo e Coesione nazionale. Contrari, oltre alla Lega, anche Idv e Svp. Venerdì scorso il testo era stato approvato alla Camera con 402 sì, 75 no e 22 astenuti.
Anche stavolta, nonostante l’esito finale sia comunque positivo, il Governo lascia per strada diversi voti rispetto al voto di fiducia iniziale (quello del 17 novembre, dopo l’insediamento): se a Montecitorio erano 61, a Palazzo Madama sono 24. “Il Senato ha definitivamente approvato il decreto e ne sono lieto”, ha commentato il premier Mario Monti lasciando l’Aula. Prima del voto il Presidente del Consiglio era intervenuto di fronte all’assemblea di Palazzo Madama rivendicando la correttezza e l’utilità delle nuove misure.
Vediamo ora in forma di schema quali sono le principali novità introdotte dalla manovra approvata oggi:
PENSIONI
Contributivo pro-rata per tutti. Dall’anno prossimo gli assegni previdenziali saranno calcolati col metodo contributivo, meno vantaggioso del retributivo. In sostanza, si terrà conto dei contributi effettivamente versati e della speranza di vita media al momento del pensionamento. Con questa misura – confermata oggi dal ministro del Welfare, Elsa Fornero – si estende a tutti i lavoratori la riforma Dini del 1995.
Abolizione delle finestre di uscita per le pensioni. Il ministro Fornero le ha definite “un bizantinismo inutile”. Verrà meno così quel meccanismo fissato dalla manovra 2010, che prevedeva la “decorrenza” di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi.
Flessibilità in uscita nel privato. Le donne potranno andare in pensione fra i 62 e i 70 anni, gli uomini fra i 66 e i 70, ma sono previsti disincentivi per chi decide di lasciare il lavoro presto e incentivi per chi sceglie di rimanere. Grazie a un emendamento alla manovra, chi sceglie di ritirarsi dal lavoro fino a due anni prima del 62esimo compleanno si vedrà l’assegno decurtato dell’1% anziché del 2%. Dopo i due anni di anticipo “la percentuale annua è elevata a 2 punti percentuali per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto a due anni”.
Pensioni, donne dipendenti nel privato e lavoratrici autonome. Dall’anno prossimo, le donne dipendenti nel settore privato dovranno avere 62 anni per beneficiare della pensione di vecchiaia. L’età salirà a 63 anni e mezzo dal 2014 e a 65 anni dal 2016. L’equiparazione agli uomini e alle donne impiegate nel pubblico (66 anni) arriverà nel 2018. Per quanto riguarda le lavoratrici autonome, la pensione di vecchiaia arriverà a 63 anni e mezzo nel 2012, a 64 anni e mezzo dal 2014 e a 65 anni e mezzo nel 2016. Anche in questo caso la soglia dei 66 anni sarà ragigunta nel 2018.
Pensioni di anzianità. Dal 2012 agli uomini saranno necessari 42 anni e un mese di contributi, 41 e un mese alle donne. Si abolisce così il sistema delle “quote” introdotto con la riforma del 2007. In ogni caso, chi ha maturato entro il 31 dicembre i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente prima della data di entrata in vigore della manovra potrà accedere alla prestazione pensionistica con il vecchio sistema e potrà chiedere all’ente di appartenenza la certificazione di questo diritto.
La riforma delle pensioni si pone anche l’obiettivo di arrivare dal 2022 a un’età di vecchiaia non inferiore a 67 anni. Così dal prossimo anno l’età sarà aumentata a 66 anni per gli uomini e a 63 anni per le donne, con uno scalone secco di tre anni. Per le donne, l’età aumenterà di un anno ogni due per arrivare alla convergenza con gli uomini nel 2018. Per le lavoratrici autonome si passa da 60 a 63 anni e mezzo, per poi arrivare a 66 anni mezzo nel 2018.
Pensioni e inflazione. Le pensioni fino a 1.400 euro circa (quelle tre volte il trattamento minimo) vengono escluse dal blocco della rivalutazione nel 2012 e nel 2013.
Aumento dell’aliquota contributiva per artigiani e commercianti. L’aliquota contributiva dei lavoratori artigiani e commercianti sale all’1,3% nel 2012, per poi aumentare ulteriormente dello 0,45% ogni anno ed arrivare nel 2018 alla soglia del 24%.
Pensioni d’oro, contributo di solidarietà. In arrivo un prelievo del 15% per le pensioni d’oro. Il contributo di solidarietà si applicherà sulla parte eccedente i 200 mila euro annui e varrà fino al 31 dicembre 2014.
Infortuni, stop equo indennizzo e pensioni privilegiate per cause di servizio. Scompaiono l’equo indennizzo e le pensioni privilegiate in caso di infortuni sul lavoro, ma sopravvive la tutela che deriva dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. Si salvano tre comparti: sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
TASSA SULLA PRIMA CASA, ARRIVA LA ICI-IMU
Dal 2012 arriva l’Imu (Imposta municipale unica, variazione federalista sul tema dell’Ici) con una aliquota dello 0,4%. La detrazione per il pagamento dell’Imu sulla prima casa aumenta di 50 euro per ciascun figlio sotto i 26 anni. La detrazione sale così da 200 euro fino ad un massimo di 400 euro.
TASSA SUI CAPITALI SCUDATI
I capitali scudati saranno soggetti a un’imposta di bollo speciale annuale del 4 per mille. Per il 2012 l’aliquota è stabilita nella misura del 10 per mille, mentre l’anno successivo salirà al 13,5 per mille. L’imposta sarà versata in due rate di pari importo: la prima entro il 16 febbraio 2012 e la seconda entro il 16 febbraio 2013.
IVA: AUMENTO ALIQUOTE DA OTTOBRE 2012
A garanzia dei risparmi previsti nellamanovra estiva dal taglio delle agevolazioni fiscali arriva dal secondo semestre del 2012 l’aumento di due punti delle aliquote Iva, che passeranno dal 10 al 12% e dal 21 al 23%. L’eventuale rincaro di due punti sulle aliquote Iva del 10 e del 21% (che passerebbero così al 12 e al 23%), scatterà dal primo ottobre 2012, non più da settembre. Dal primo gennaio 2014 è previsto un ulteriore aumento dello 0,5%.
IMPOSTA DI BOLLO SUGLI ESTRATTI CONTO DEI C/C ANNUALI
Dal primo gennaio 2012, per le persone fisiche, l’imposta di bollo da 34,20 euro sugli estratti conto annuali – già prevista per i normali conti correnti bancari e postali – verrà estesa anche ai ai libretti di risparmio. La tassa non è prevista per i depositi inferiori a 5.000 euro. Per le imprese e le persone giuridiche, invece, l’imposta sui conti correnti si alza da 73,8 a 100 euro l’anno.
MINI PATRIMONIALE SUI PRODOTTI FINANZIARI
Saranno colpiti praticamente tutti i prodotti finanziari: fondi di investimento, polizze vita, titoli di Stato, obbligazioni varie. Dal 2012 il prelievo sarà dell’uno per mille annuo, calcolato in misura proporzionale all’investimento e, dove possibile, sul valore di mercato, piuttosto che su quello nominale o di rimborso. L’aliquota passa all’1,5 per mille nel 2013. Rimangono esclusi solo i fondi sanitari, i fondi pensione e i buoni postali fruttiferi con valore di rimborso inferiore a 5 mila euro.
Su questo terreno l’innovazione principale è la cancellazione del limite massimo da pagare per i contribuenti, che in precedenza era stato fissato a 1.200 euro. Rimane invece invariata la soglia minima a 34,2 euro, stessa cifra del bollo sui conti correnti. Stessa aliquota e stesso metodo di calcolo, infine, per le persone fisiche che detengono investimenti all’estero. Le differenze sono solo due: il prelievo dell’un per mille sarà applicato anche sull’anno in corso e sarà possibile dedurre eventuali patrimoniali già pagate fuori confine.
PATRIMONIALE DELLO 0,76% SUGLI IMMOBILI ALL’ESTERO
Scatta da subito un’imposta pari allo 0,76% sul valore degli immobili situati all’estero e destinati a qualsiasi uso dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato. Lo prevede l’emendamento del governo alla manovra. A pagare l’imposta è il proprietario dell’immobile, ovvero il titolare di un altro diritto reale sullo stesso. L’imposta si calcola sul valore dell’immobile e il valore è costituito dal costo che risulta dall’atto di acquisto o dai contratti, e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è situato l’immobile. Spetta un credito d’imposta pari a eventuali patrimoniali versate nello Stato in cui è situato l’immobile soggetto al prelievo made in Italy.
NORMA ANTI EVASIONE: TRACCIABILITA’ A MILLE EURO
Il limite per la tracciabilità dei pagamenti viene ridotto a 1.000 euro. Inoltre, anche gli stipendi, le pensioni e i compensi oltre i 1.000 euro non dovranno essere corrisposti dalla pubblica amministrazione in contanti.
CARBURANTI, STANGATA E’ GIA’ ARRIVATA
L’aumento delle accise sui carburanti è già realtà. Il rincaro è significativo: le aliquote sulla benzina salgono a 704,20 euro (+8,2 centesimi al litro), quelle sul diesel a 593,20 euro per mille litri (+11,2 centesimi), quelle sul Gpl auto a 267,77 euro per mille chili (pari a 147,27 euro per mille litri) e quella sul metano auto a 0,00331 euro per metro cubo.
AUMENTO DEL BOLLO PER LE SUPERCAR
Dal primo gennaio 2012 scatta un super bollo sulle auto di lusso. L’aumento sarà pari a 20 euro per ogni chilowatt oltre quota 185. NOVITA’ IRAP Prevista la defiscalizzazione dell’impatto Irap sui risultati delle imprese.
IMPRESE, BONUS ASSUNZIONE DONNE E GIOVANI
Assumere a tempo indeterminato donne e giovani sotto i 35 anni consentirà alle imprese italiane di dedurre 10.600 euro su ogni nuovo contratto. La cifra sale fino a 15.200 per le aziende in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
BANCHE: LO STATO GARANTISCE SU PASSIVITA’ E BOND
Lo Stato garantirà sulle passività delle banche italiane e sulle loro obbligazioni per gli istituti di credito che ne faranno richiesta, previo vaglio della Banca d’Italia. La garanzia varrà per un periodo compreso tra 3 mesi e cinque anni per le passività e a sette anni e per le obbligazioni bancarie di nuova emissione.
GARANZIE DELLO STATO SUI CREDITI DI BANKITALIA ALLE BANCHE
Il Tesoro potrà rilasciare la garanzia statale sui finanziamenti erogati dalla Banca d’Italia alle banche italiane e alle succursali di banche estere in Italia fino al 30 giugno 2012 “per fronteggiare gravi crisi di liquidità”.
TETTO PER GLI STIPENDI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sarà pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione (311 mila euro). Sarà stabilito un tetto anche per i manager delle società pubbliche non quotate.
PROVINCE, ADDIO DAL 31 MARZO 2013
Il nuovo testo stabilisce che gli organi in carica decadranno entro il 31 marzo 2013. Inoltre, slitta dal 30 aprile al 31 dicembre 2012 il termine entro il quale le funzioni delle Province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni. L’emendamento prevede infine che le Regioni a Statuto speciale abbiano “sei mesi” di tempo per adeguare i propri ordinamenti alle novità della manovra sulle Province. Le norme “non trovano” invece “applicazione” per le Province Autonome di Trento e Bolzano.