Più sonora di così, la bocciatura della manovra di bilancio 2021, che il Senato si appresta ad approvare mercoledì 30 in via definitiva, non poteva davvero essere: a pronunciarla non è Matteo Renzi, ma una voce tanto autorevole quanto indipendente come quella del giudice costituzionale emerito e sommo giurista Sabino Cassese. In un editoriale apparso stamattina sul Corriere della Sera, Cassese fa letteralmente a pezzi la Manovra 2021, non solo per il modo raffazzonato in cui è stata scritta e non solo perché fa schizzare all’insù sia il deficit (10,8%) che il debito pubblico (158% del Pil), ma per l’incredibile mix di misure corporative, settoriali, populiste – in buona sostanza: “elargizioni e mance” per tener buone le opposizioni e gli stessi gruppi di maggioranza”- che il Governo Conte 2 ha confezionato senza nemmeno arrossire.
La manovra di bilancio è, come la definisce Cassese con linguaggio crudo, “un fritto misto”, nel quale c’è di tutto, dai finanziamenti a cori, bande, musica jazz ai corsi di “formazione turistica esperienziale”, dai voucher per gli occhiali da vista al recupero della fauna selvatica fino al “piano nazionale demenze” e via dicendo. Una valanga di spese correnti improduttive e un lievitare del debito pubblico che Mario Draghi definirebbe “cattivo”, anzi cattivissimo. Insomma “l’apoteosi del corporativismo in salsa populista“.
Una sola cosa non c’è nella Manovra 2021: il futuro dell’Italia e delle nuove generazioni che ancora una volta dovranno pagare il malgoverno di una classe politica del tutto inadeguata, salvo rare eccezioni, e che farebbero bene a far sentire la loro voce prima che sia troppo tardi per fermare il disastro nazionale.