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La manovra di Monti: idea mini patrimoniale, apertura dal Pdl

Non escludo un intervento sui patrimoni“. Prudente nella scelta delle parole, clamoroso nei contenuti. Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, apre uno spiraglio alla possibilità della patrimoniale. Lo spauracchio che per tutta l’estate ha infestato gli incubi dell’ultimo governo Berlusconi alla fine potrebbe diventare realtà con i tecnici di Monti. Sono d’accordo l’Europa, la sinistra e le parti sociali, Confindustria compresa. Ma per ottenere il sì dei pidiellini, che rappresentano ancora il partito di maggioranza relativa in Parlamento, sembra che il Professore stia puntando su una versione in miniatura della tassa più odiata d’Italia.

In sostanza, si tratterebbe di colpire le ricchezze superiori al milione di euro, con un’aliquota che non dovrebbe andare oltre lo 0,5%. Il tutto, si intende, solo in via temporanea. Il gettito atteso sarebbe però tutt’altro che trascurabile: dalle prime stime si prevede un incasso superiore ai cinque miliardi l’anno. Soldi che proverrebbero dalle tasche di quelle 240 mila famiglie italiane che – pur rappresentando solo l’1% della popolazione – hanno in mano circa il 13% della ricchezza italiana, stando ai calcoli di Bankitalia.

Per superare ogni possibile resistenza politica, entro la settimana il Premier incontrerà i rappresentanti delle parti sociali e del mondo politico. E’ stato ancora Alfano a confermare che l’intenzione di Monti sarebbe quella di ricevere singolarmente i leder dei tre partiti maggiori – Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, oltre allo stesso segretario pidiellino – per “concordare i punti d’intesa e di dissenso”.

Oggi dovrebbe arrivare anche il completamento della squadra di governo, con la nomina di viceministri e sottosegretari. E’ probabile che anche in questo caso la scelta ricada su dei tecnici. Una volta archiviate queste pratiche, arriverà il momento del test parlamentare vero e proprio. Sembra ormai certo che il primo pacchetto di misure approderà in Aula il 5 dicembre, quattro giorni prima del prossimo vertice Ue.

Rimangono invece forti dubbi sulla struttura e la portata stessa del provvedimento. La strada dovrebbe essere quella del decreto legge d’urgenza, ma non è escluso che all’ultimo momento il provvedimento possa sdoppiarsi. L’incertezza regna sovrana anche sull’entità della manovra: le ipotesi variano da 13-15 miliardi fino quota 20-25 miliardi.

Nel frattempo, gli impegni per il governo si moltiplicano: domani arriverà alla Camera la riforma per inserire l’obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione, mentre Mario Monti volerà a Bruxelles per partecipare all’Eurogruppo e all’Ecofin in veste di ministro del Tesoro. Senza dimenticare la squadra di tecnici dell’Fmi inviata in Italia: anche il loro “monitoraggio” continua.

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Categories: Politica