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La lotta al cambiamento climatico spinge gli investimenti nel settore idrico: dalle utility 13,2 miliardi in 6 anni. Report Agici

Lo studio Agici presentato al Festival dell’Acqua di Firenze sottolinea l’urgenza di interventi strategici per affrontare il cambiamento climatico e garantire un futuro sostenibile per l’acqua

La lotta al cambiamento climatico spinge gli investimenti nel settore idrico: dalle utility 13,2 miliardi in 6 anni. Report Agici

Il cambiamento climatico sta accelerando gli investimenti nel settore idrico: negli ultimi sei anni, le utility hanno messo sul piatto ben 13,2 miliardi di euro per migliorare la sostenibilità e la qualità della risorsa idrica. I finanziamenti complessivi, che ammontano a 17 miliardi di euro, arrivano dal Piano Nazionale di Investimenti Infrastrutturali e Sicurezza del Settore Idrico (Pniissi) e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

È quanti emerso dallo studio Agici intitolato “Le utility idriche motore dello sviluppo dei territori”, presentato al Festival dell’Acqua di Firenze durante il VII Workshop Annuale dell’Osservatorio Oswi – Observatory for a sustainable water industry – di Agici, in collaborazione con Acinque e Siemens. Un incontro che ha messo in luce l’importanza degli investimenti nel settore idrico, particolarmente in un contesto di cambiamento climatico che impone sfide sempre più pressanti.

La necessità di interventi urgenti e strategie di investimento

Lo studio di Agici ha esaminato 100 gestioni che servono oltre 42 milioni di abitanti, ossia il 70% della popolazione italiana. Da questi dati, emerge una crescita costante degli investimenti nel periodo 2018-2023: su un totale di 13,2 miliardi di euro spesi, 9,8 miliardi sono stati investiti tra il 2020 e il 2023, di cui il 45% nel biennio 2020-2021.

Ma dove sono finiti questi soldi? Le priorità degli operatori riflettono le carenze storiche del sistema idrico italiano, con la dispersione idrica che è stimata attorno al 42%. Le utilities hanno deciso di concentrarsi sugli interventi di efficientamento delle reti e riduzione delle perdite. Inoltre, come riportato da Agici, ci sono anche strategie per migliorare la qualità dell’acqua, accanto a interventi di educazione ambientale e valorizzazione delle risorse, attraverso il riuso delle acque reflue e la gestione sostenibile dei fanghi.

I finanziamenti e il supporto europeo

Il report di Agici ha anche analizzato il ruolo cruciale dei finanziamenti. L’Italia, tra il 2016 e il 2022, è stata il maggior beneficiario dei fondi della Banca Europea degli Investimenti, realizzando 40 operazioni per un totale di 2,9 miliardi di euro.

A livello nazionale, i finanziamenti statali si stanno sempre più concentrando su interventi per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Il Pniissi, ad esempio, prevede il finanziamento di 418 proposte progettuali per un totale di circa 12 miliardi di euro, con una distribuzione delle risorse che privilegia il Nord Italia (232 progetti e 5,2 miliardi di euro), seguito da Sud e Isole (131 progetti per 5 miliardi) e infine dal Centro (55 progetti per 2 miliardi).

La crescente urgenza di interventi nel settore idrico, in risposta ai cambiamenti climatici, si riflette anche nell’aumento delle risorse allocate nel Pnrr, che ora include una nuova missione, il capitolo REPowerEU. Grazie a questa revisione, le risorse destinate al sistema idrico sono aumentate a 5 miliardi di euro, suddivisi tra misure per ridurre le perdite e interventi su fognature e depurazione.

Il ruolo delle differenze territoriali

“Il nostro Paese soffre di una gestione della risorsa idrica spesso inefficiente, a causa di un’infrastruttura debole, con pesanti differenze sul territorio nazionale. Negli ultimi mesi, le regioni del Sud Italia hanno affrontato una gravissima siccità e oggi, con il ritorno delle piogge, i fenomeni alluvionali mettono in ginocchio il Centro”, ha dichiarato Alessandra Garzarella, direttrice dell’Osservatorio Oswi di Agici. “Gli operatori di settore stanno investendo ingenti risorse per ammodernare il sistema idrico, ma serve una visione d’insieme e un meccanismo di governance in grado di coordinare gli interventi, sulla base degli specifici bisogni territoriali. Ha inoltre sottolineato l’importanza di “mettere a fattor comune conoscenze e tecnologie”, affinché si possa ottimizzare l’infrastruttura esistente.

La direttrice ha concluso il suo intervento evidenziando come “solo attraverso un monitoraggio continuo e una salvaguardia attenta di questa preziosa risorsa potremo garantire un futuro sostenibile per l’acqua in Italia”.

Un premio al merito

Durante il workshop, è stato consegnato anche il premio “Manager servizio idrico” a Stefano Cetti, amministratore delegato di Acinque, “per il suo impegno ultradecennale nel miglioramento del sistema infrastrutturale del servizio idrico lombardo”. “È un onore ricevere un premio così prestigioso per l’impegno profuso nella filiera idrica, che è l’ambito cui ho dedicato e tuttora dedico gran parte della mia vita professionale”, ha commentato Cetti, evocando ricordi di cantieri e progetti che hanno contribuito a far crescere il sistema idrico lombardo. Questo riconoscimento, giunto alla sua seconda edizione, è conferito da Agici ai manager delle principali utility del settore per valorizzare il loro impegno nella gestione e salvaguardia dell’acqua.

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