Cose turche in fine settimana per i listini azionari. Il collasso della lira turca, scivolata in mattinata a nuovi minimi storici sul dollaro ( 5,95 -14%) e sull’euro (a quota 6,85, dopo aver toccato un minimo a 7,2) sta mettendo a dura prova gli equilibri finanziari dell’euro e delle banche. La moneta unica è scesa a 1,145 su dollaro, sotto la soglia importante di 1,150 e minimo dell’ultimo anno. Il cross dollaro lira, nonostante gli ultimi interventi del governo a sostegno della valuta, tocca un nuovo massimo storico a 5,92 (+6,7%). Sotto pressione il mercato del debito.
Stamane il Tesoro ha collocato 6 miliardi di Bot a 12 mesi, con un rendimento dello 0,679%, il massimo dal gennaio 2014, in rialzo di 34 punti base dall’asta di luglio. In forte ascesa la domanda (1,79 volte il rapporto di copertura). Lospread risale a 260 punti,
A Piazza Affari l’indice arretra dell’1,6% attorno a quota 21.600. Deboli anche gli altri mercati: Parigi lascia sul terreno l’1,3%, Madrid 1,2%. La caduta dalla lira turca contagia l’euro, sceso a 1,145 su dollaro, sotto la soglia importante di 1,150 e minimo dell’ultimo anno. Sale il Bund, il cui rendimento scende a 0,34%, da 0,37% di ieri. Lo spread si allarga a 258 punti base, massimo degli ultimi due mesi. La Borsa tedesca, alla luce degli stretti rapporti tra Berlino e la Turchia, fa ancora peggio: -1,66%.
Perché la crisi di Ankara? Le tensioni finanziare sono legate a doppio filo con quelle politiche: la Turchia, infatti, ha imprigionato un religioso statunitense, scatenando le ire del presidente Trump. Questo senza contare le sanzioni all’Iran. A nulla, almeno per ora, sono serviti gli interventi del governo di Erdogan per frenare la crisi. Ma il sultano non intende piegarsi ai mercati, che chiedono più attenzione al debito e una frenata della crescita all’insegna della grandeur: ‘Se loro possiedono i dollari, noi abbiamo la nostra gente, i nostri diritti ed il nostro Allah “ ha già detto in attesa del discorso che terrà nel pomeriggio a Bayburt, una citta’ di meno di 60mila abitanti che, a stragrande maggioranza, ha votato a giugno per rieleggerlo con poteri ampliati.
Le vendite si accaniscono sui titoli degl istituti che, a detta del Supervisory Mechanism della Bce, sono più esposti alla finanza turca: Unicrediti,he possiede il 40,4% di Yapi Kredit, quarta banca del Paese, è esposta per 17 milirdi di crediti, più che doppia la posizione di Bnp Paribas. Il gruppo spagnolo Bbva vanta 83,8 miliardi di crediti.
Soffre Unicredit -3% così come BBVA -3,5% e BNP Paribas . Molto male anche Astaldi -2%, legata alle sorti della vendita del progetto del terzo ponte sul Bosforo. Il petrolio Brent è sui minimi delle ultime tre settimane a 71,9 dollari il barile. Eni -1,4%, Saipem -0,8%. che partecipa ad una gara per un gasdotto in Kuwait. In forte calo Stm -4,8%, la peggiore del listino dopo il reduce sul comparto dei chip in arrivo da Morgan Stanley. Fiat Chrysler -1,6%.
Tra le assicurazioni svetta UnipolSai +2,5% dopo i conti. La compagnia, la migliore del listino. ha chiuso il secondo trimestre con 221 milioni di euro di utile prima delle tasse, in rialzo del 19,5% anno su anno. Utile netto pari a 172 milioni di euro. Combined ratio a 93,3% a fine giugno, in miglioramento da 95,6%. Unipol+1,6%, chiude il trimestre con 157 milioni di euro, da -596 milioni di un anno prima. Generali -1,2%. Nell’indice Star, fa molto bene Datalogic +2,4% dopo gli ottimi risultati semestrali conseguiti.