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La lezione di Isidoro Albertini e il promemoria per la Consob

FIRSTonline

Il “promemoria Albertini” merita di essere ricordato, sia per la sottostante e rara conoscenza dei mercati internazionali e delle loro borse valori, sia per la lucida esposizione dei problemi allora irrisolti, sia per gli obiettivi posti fin dal 1983, pur nella consapevolezza che, con linguaggio che a me suona ancora tipico dei militanti del partito d’azione: “Sono obiettivi che richiederanno uno sforzo tenace di molti anni” e, al pari della “storia della SEC (…) battaglie durissime combattute con alterne vicende da uomini motivati e coraggiosi, vinte quando troveranno il necessario consenso politico” (p. 199).

Oggi mi limito ad estrarre dal “sommario” del promemoria (pp.198-199) la “battaglia durissima” che a mio avviso, meglio segna l’indipendenza di giudizio di Isidoro Albertini dalla abituale vulgata sulla indipendenza e professionalità dei vertici. Per Albertini, la Consob non avrebbe raggiunto i suoi obiettivi se “gli uomini ad essa preposti non saranno (…) disposti ad affrontare confronti anche violenti. Nella scelta dei candidati, è preferibile puntare sulla formazione giuridica ed economica in senso lato più che sulla professionalità specifica, lasciando spazio a esperti ed alle consulenze esterne”.

Il promemoria fu inviato al presidente della Commissione Finanze e tesoro della Camera on. Giorgio Ruffolo in data 29 novembre 1983 con la richiesta di essere audito in occasione dell’indagine conoscitiva sulla operatività della Consob. Ma non risulta che Albertini sia stato audito.

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