Trionfo Lazio, umiliazione Roma. Il derby della Capitale finisce con un clamoroso successo biancoceleste, non tanto per la vittoria degli uomini di Inzaghi (i pronostici della vigilia, del resto, erano piuttosto equilibrati), quanto per la modalità della stessa. Nessuno infatti si sarebbe mai aspettato un 3-0 così netto, con la Lazio assoluta padrona del campo e la Roma a subire per tutta la partita, incapace di produrre azioni da gol degne di nota fino al minuto 85. Là infatti si è compiuta l’unica parata di Reina, bravissimo a fermare Dzeko, a fronte di un Pau Lopez più volte costretto al super-intervento, tanto da diventare indiscutibilmente il migliore dei suoi.
Per i biancocelesti si tratta di una vittoria importantissima e meritata, che vale un momentaneo aggancio ad Atalanta e Napoli a quota 31, seppur con due partite in più (particolare tutt’altro che secondario), dunque un rilancio importante della candidatura al quarto posto, obiettivo dichiarato del presidente Lotito. “Abbiamo fatto una grandissima gara, di rabbia, aggressività, corsa e determinazione, i ragazzi sono stati splendidi, in allenamento avevo visto gli occhi giusti – ha esultato Inzaghi -. Abbiamo strameritato questa vittoria che ci dà grandissima soddisfazione, perché ottenuta con tutte le nostre forze e con l’aiuto dei nostri tifosi che ci hanno sostenuto all’allenamento. Abbiamo lasciato dei punti anche perché abbiamo avuto 14 casi di Covid, ma vogliamo rimanere nella parte alta della classifica e lo abbiamo dimostrato”.
La Roma invece, ancora una volta, si è sgonfiata sul più bello, ovvero in uno scontro diretto, per giunta il più importante per società e tifosi. In 18 giornate Fonseca ha raccolto 34 punti, 28 con le squadre dal decimo posto in giù e solo 6 con quelle che stanno dall’altra parte, di cui 3 col neopromosso Benevento. Il problema degli scontri al vertice non può più essere sottaciuto, anche perché, dopo una sconfitta di tale portata nel derby, sarà difficile gestire il malumore della piazza. “Nei primi minuti siamo entrati bene, ma dopo se sbagli con squadre così è difficile recuperare. Nel primo tempo abbiamo preso due gol che non si possono prendere – ha ribattuto il tecnico portoghese -. Sia sul primo che sul secondo gol Ibanez non aveva bisogno di aiuto, non c’è mancato coraggio. Il primo tempo ha deciso la partita, poi abbiamo rischiato perché la Lazio si chiude molto bene, ci è mancata profondità”.
Ed effettivamente i biancocelesti si sono presi il derby già dopo pochi minuti, andando in vantaggio al 14’ con Immobile e trovando il raddoppio al 23’ con Luis Alberto. Un uno-due terrificante, da cui la Roma non è più stata capace di riprendersi, sia dal punto di vista tattico che psico-fisico. Più volte si è avuta la sensazione che la Lazio andasse al doppio della velocità, ma in realtà era solo messa meglio in campo, tanto da permettersi addirittura dei “torelli” che, in tempi normali, avrebbero fatto impazzire l’Olimpico. Il 3-0 di Luis Alberto (67’) ha chiuso definitivamente i giochi, ma la partita sembrava indirizzata anche prima, alla luce di uno strapotere biancoceleste impronosticabile alla vigilia e invece diventato realtà, proprio come il rilancio in zona Champions. Alla Roma non resta che interrogarsi sulla qualità effettiva della sua rosa, allenatore compreso: di fronte a prestazioni del genere, infatti, più che parlare di scudetto sarebbe meglio difendere il quarto posto, già sfuggito nelle ultime due stagioni.