Dov’eravamo rimasti? Il campionato si era fermato per la sosta con la coppia Inter-Juventus al comando, un Milan umiliato a Bergamo, un Napoli vincente col brivido in quel di Reggio Emilia, una Roma devastante a Firenze e, soprattutto, una Lazio “supercampione” d’Italia. E proprio dalle romane si ricomincia, con la curiosità di capire se potranno lottare solo per la Champions oppure puntare a qualcosa di più grande. In questo senso il match chiave è sicuramente quello dei biancocelesti a Brescia e non solo per questioni cronologiche (ore 15): sono loro infatti i più vicini alla coppia di testa, anche perché, è bene ricordarlo, hanno ancora la gara col Verona da recuperare. Guai però a dimenticarsi della Roma, anch’essa autrice di un finale di 2019 davvero spettacolare: dovesse battere il Torino all’Olimpico (ore 20.45), ecco che la partita di domenica prossima con la Juve assumerebbe davvero i contorni della sfida scudetto.
Insomma, la Capitale è tornata in alto ma non sa ancora quanto, e in questo senso la giornata odierna può darle delle risposte piuttosto importanti. Si parte, come detto in precedenza, con la sfida del Rigamonti, dove Simone Inzaghi andrà a caccia della nona vittoria consecutiva. Obiettivo prestigioso, raggiunto solamente nella stagione 1998/99 dallo squadrone di Eriksson: non a caso quella Lazio lottò per il titolo con il Milan fino all’ultima giornata, per poi vincerlo l’anno successivo. “Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, ma al tempo stesso umili – ha ammonito il tecnico biancoceleste. – Gli ultimi successi, in particolare quello della Supercoppa, hanno fatto aumentare la nostra autostima, ma le insidie sono sempre dietro l’angolo. A Brescia servirà la vera Lazio e il massimo impegno da parte di tutti, bisogna riattaccare subito la spina, anche perché affrontiamo una squadra che ora ha delle certezze, guidata da un bravo allenatore”.
La scelta del low profile si spiega anche con le assenze di Luis Alberto e Lucas Leiva, entrambi squalificati durante la battaglia di Riad. Nomi pesanti, a cui vanno aggiunte le condizioni poco brillanti di Cataldi e, soprattutto, Immobile: entrambi stringeranno i denti ma è chiaro che Inzaghi ha ragione a essere preoccupato. Il suo 3-5-2 vedrà Strakosha in porta, Patric, Acerbi e Radu in difesa, Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Correa e Lulic a centrocampo, Caicedo e Immobile in attacco. Tutti a disposizione, eccezion fatta per il lungodegente Dessena, invece per Corini, che risponderà con un 4-3-1-2 con Joronen tra i pali, Sabelli, Cistana, Chancellor e Mateju nel reparto arretrato, Bisoli, Tonali e Romulo in mediana, Spalek alle spalle della coppia offensiva composta da Balotelli e Torregrossa. A Brescia ci sono in palio punti pesanti così come a Roma, dove in serata la squadra di Fonseca riceverà il Torino di Mazzarri.
Pochi mesi fa la sfida sarebbe stata presentata quasi come un big match, ora però, complici i momenti opposti delle due squadre, sono i giallorossi ad essere nettamente favoriti. I numeri infatti sono tutti dalla loro parte e non solo per i 14 punti di vantaggio in classifica: negli ultimi due mesi hanno avuto la miglior difesa del campionato, non a caso la terza complessiva dietro a Inter e Lazio, alla pari con quella Juve che, tra una settimana esatta, le farà visita all’Olimpico. Potrebbe essere un clamoroso trampolino di lancio verso un sogno scudetto, ma solo in caso di vittoria sul Toro: un qualcosa che, dalle parti di Trigoria, rischia di apparire però troppo scontato. “Ho già detto che non è giusto creare questa pressione alla squadra – ha replicato Fonseca. – Abbiamo iniziato un nuovo processo e cambiato molti giocatori, ora i ragazzi devono solo pensare alla prossima partita: con il Torino dobbiamo vincere e non sarà facile, è sempre complicato affrontarlo”.
A distrarre l’ambiente, inoltre, ci sono le vicende societarie, che vedono il passaggio di consegne tra Pallotta e Friedkin sempre più caldo, senza contare poi il mercato, decisamente più movimentato rispetto all’altra sponda del Tevere. Insomma, Fonseca dovrà essere bravo a isolare i suoi e ad affrontare i granata nel migliore dei modi: per farlo sceglierà un 4-2-3-1 con Pau Lopez in porta, Florenzi, Smalling, Mancini e Kolarov in difesa, Veretout e Diawara a centrocampo, Zaniolo, Pellegrini e Perotti alle spalle dell’unica punta Dzeko. Dall’altra parte ci sarà un avversario ferito dai risultati deludenti, ultimo quello pre-natalizio contro la Spal, costato due settimane di critiche e contestazioni. Sul banco degli imputati c’è soprattutto Mazzarri, chiamato a un risultato di prestigio per rinforzare la propria posizione agli occhi di Cairo. Il tecnico, costretto a rinunciare agli indisponibili Iago Falqué, Lyanco e Baselli e agli squalificati Bremer e Ansaldi, ci proverà con un 3-4-2-1 che vedrà Sirigu tra i pali, Izzo, Nkoulou e Djidji nel reparto arretrato, De Silvestri, Lukic, Rincon, Laxalt e Berenguer in mediana, Verdi e Belotti in attacco.