Il Napoli attacca, la Juventus deve rispondere. Il successo degli azzurri sull’Empoli riduce a soli 3 punti il gap tra le due, e visto che anche l’Inter ha tutta l’intenzione di dire la sua ecco che il match dei bianconeri contro il Cagliari (ore 20.30) diventa più importante del previsto. Merito principalmente della squadra di Ancelotti, capace di seppellire quella di Andreazzoli con un 5-1 che non ammette repliche e che, soprattutto, lancia un messaggio forte e chiaro ad Allegri e Spalletti: per la vetta della classifica ci sono anche gli azzurri, eccome se ci sono. I timori della vigilia erano perlopiù legati alla tenuta mentale, insidiata dall’imminente (e decisiva) sfida di Champions col Psg e il turnover massiccio scelto da Carletto non faceva che aumentarli. Ma per le tante assenze volute (fuori Hamsik, Albiol, Mario Rui, Allan, Milik e perfino Ospina!) c’era la presenza di Insigne a fare da contraltare e, soprattutto, la differenza. Era proprio Lorenzinho a sbloccare il match con il solito mix di tecnica e astuzia (9’) e così il Napoli si ritrovava in vantaggio quasi senza accorgersene, potendo dunque gestire i giochi da una posizione privilegiata. E dato che alla vena di Insigne si aggiungeva quella di Mertens, la resistenza dell’Empoli diventava pressoché impossibile. Il belga raddoppiava al 38’ con un destro a giro da fuori, poi, dopo il gol di Caputo che spaventava il San Paolo (58’), trovava il 3-1 con un’altra giocata da applausi (64’). E nel finale, dopo aver regalato un po’ di gioia anche a Milik con un assist al bacio (90’), Dries diventava “Tris” sfruttando la diga ormai crollata dell’Empoli: fuga in campo aperto, dribbling sul malcapitato Provedel e palla in buca per il pokerissimo finale (93’). “Il risultato dice che abbiamo fatto una grande partita ma obiettivamente l’Empoli ha giocato meglio di noi – ha glissato Ancelotti con la solita sportività. – Ho fatto i complimenti ad Andreazzoli, fino al quarto gol la sua squadra ci ha creato diversi problemi. Davanti però siamo stati molto efficaci e Mertens è in un grande momento, da qui il 5-1 finale. Adesso ci aspetta una partita determinante con il Psg (ieri vittorioso 2-1 contro il Lille, ndr), ci servirà un’impresa”.
Alla Juventus dunque l’onere di rispondere, contro un Cagliari lontano dalla zona buia della classifica e dunque in grado di giocare senza eccessive pressioni. A livello tecnico non c’è partita e questo lo sa anche Allegri, le cui preoccupazioni, non a caso, riguardano più che altro l’aspetto mentale dei suoi. “Dobbiamo vincere la partita e non è mai semplice, anche a Empoli abbiamo avuto difficoltà oggettive – ha ribadito il tecnico. – Noi però non possiamo permetterci di lasciare punti per strada, Inter e Napoli sono subito dietro. Il Cagliari poi è la squadra che corre di più in Italia, inoltre è forte sulle palle inattive con Pavoletti. Dobbiamo fare una bella partita per cominciare al meglio una settimana importante”. Il culmine, ça va sans dire, sarà mercoledì contro il Manchester United ma a quello bisognerà pensare solo da domani: prima c’è un Cagliari da battere, possibilmente in modo convincente. L’inevitabile turnover di Allegri riguarderà un po’ tutti a parte il solito Ronaldo, l’unico a non aver bisogno di riposare neanche un minuto. Eccezion fatta per gli indisponibili Chiellini e Bernardeschi, il tecnico potrà scegliere come meglio crede per il suo 4-3-3, che vedrà Szczesny in porta, Cancelo, Bonucci, Benatia e De Sciglio in difesa, Bentancur, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Douglas Costa, Dybala e, appunto, CR7 in attacco. Consueto albero di Natale per Maran, che tenterà l’impresa affidandosi a un 4-3-2-1 con Cragno tra i pali, Srna, Pisacane, Ceppitelli e Padoin nel reparto arretrato, Ionita, Bradaric e Barella in mediana, Castro e Joao Pedro a supporto dell’unica punta Pavoletti.