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La Juve vuol cancellare Barcellona, derby per il Napoli, la Roma sorride

Eidon Press

Cancellare Barcellona e riprendere la corsa. La Juventus vuole tornare a fare quello che le riesce meglio, specialmente in Italia: vincere, senza se e senza ma. L’ostacolo Sassuolo (ore 12.30) di per sé non dovrebbe rappresentare un grosso problema, i bianconeri però non sembrano ancora aver trovato gli equilibri delle scorse stagioni e dunque hanno bisogno di dare conferme. Se a questo aggiungiamo alcuni fattori esterni tutt’altro che secondari (la vicenda Agnelli potrebbe destabilizzare un po’ l’ambiente, e poi ci sono alcuni infortuni di troppo) si capisce come il match di Reggio Emilia nasconde più insidie di quanto non si potrebbe pensare. “Abbiamo un solo risultato a disposizione, la vittoria – ha chiarito Allegri senza mezzi termini. – Dovremo però affrontare la partita con grande rispetto e umiltà, e poi bisogna tornare a giocare da squadra. Nel secondo tempo di Barcellona non ci siamo riusciti e questo non deve più accadere. Avremo Sassuolo, Fiorentina e Torino, dunque inizia un mini-ciclo di gare importanti da affrontare al meglio”. Rispetto al Camp Nou torneranno a disposizione Chiellini e Mandzukic, in compenso però s’è fatto male De Sciglio (si parla di microfrattura e di un mese di stop) e anche Khedira e Howedes sono ancora out. Il 4-2-3-1 di Allegri vedrà Buffon in porta, Lichtsteiner, Rugani, Chiellini e Asamoah in difesa, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Bernardeschi, Dybala e Mandzukic sulla trequarti a supporto dell’unica punta Higuain.

Il Pipita, criticatissimo dopo la brutta prova di Barcellona, è chiamato a riprendersi la scena e a trascinare i compagni come ogni top player che si rispetti. Sul fronte Sassuolo tanta preoccupazione per una classifica deficitaria (un solo punto raccolto alla prima giornata, poi due sconfitte) e voglia di riemergere proprio al cospetto dei campioni d’Italia. Bucchi, costretto a fare a meno di Berardi, ci proverà con il 3-5-2 con Consigli tra i pali, Cannavaro, Acerbi e Goldaniga nel reparto arretrato, Lirola, Sensi, Magnanelli, Duncan e Peluso in mediana, Politano e Falcinelli in attacco. La premessa fatta per la Juventus vale sostanzialmente anche per il Napoli: la sconfitta di Champions va archiviata al più presto, pena rimettere in discussione il ruolo da protagonisti affibbiato agli azzurri. In questo senso il calendario sembrerebbe dare una bella mano: al San Paolo arriva il Benevento di Baroni (ore 15), fanalino di coda del campionato e ancora a secco di punti. Sarri sa bene che questa partita non si può proprio sbagliare, ecco perché nonostante l’imminente big match in casa della Lazio nel turno infrasettimanale proporrà il 4-3-3 tipo, seppur con un pizzico di turnover. In difesa, a guardia della porta di Reina, spazio a Maggio, Albiol, Koulibaly e Ghoulam, a centrocampo terzetto Allan-Jorginho-Hamsik, in attacco tridente top con Callejon, Mertens e Insigne. Baroni tenterà di strappare i primi punti del campionato con un 4-4-2 solido e compatto, con Belec tra i pali, Venuti, Antei, Lucioni e Letizia nel reparto arretrato, Di Chiara, Cataldi, Memushaj e Lazaar in mediana, Lombardi e Coda coppia offensiva (assenti Ciciretti e Iemmello per infortunio).

Domenica in poltrona invece per Eusebio Di Francesco, che può finalmente rilassarsi dopo le ultime settimane difficili, passate tra critiche e polemiche di stampa, tifosi e giocatori stessi. Contro il Verona serviva una vittoria convincente ed è arrivata, anche se prima di farsi prendere da facili entusiasmi sarà il caso di testarsi contro avversari più consistenti. I veneti, ad oggi, sono i più abbordabili del campionato: questione di scelte sbagliate sul mercato (ricordate la pantomima Cassano?) ma anche, se non soprattutto, di scollature interne difficilmente rimediabili (Pazzini ancora in panchina grida vendetta) che fanno di Pecchia il tecnico più in bilico di tutti. La Roma ne ha semplicemente approfittato e si è tolta di sfizio di vincere e divertirsi allo stesso tempo, un bel lusso in questi tempi difficili. Ad aprire le danze ci ha pensato Nainggolan (22’), poi si è scatenato Dzeko che prima ha raddoppiato con un bel colpo di testa (34’), poi ha triplicato con un tiro dei suoi (61’). In mezzo una marea di palle gol un po’ per tutti, dal giovanissimo turco Under al redivivo El Shaarawy, passando per Pellegrini, Kolarov e Schick, subentrato nella ripresa per il debutto in maglia giallorossa. “Con Dzeko è tutto chiarito, il suo era stato solo uno sfogo legato a una brutta prestazione – le parole di Di Francesco. – Sono soddisfatto della crescita della squadra, abbiamo creato tanto e meritato totalmente la vittoria”. Per il Verona invece è notte fonda e poco importa che il presidente Setti abbia rinnovato fiducia piena a Pecchia: le prossime partite con Sampdoria e Lazio diventano fondamentali, indipendentemente dalle parole.

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