È sempre più Napoli-Juventus. La 18 esima giornata, pur senza decidere nulla di definitivo, stabilisce le gerarchie di una lotta scudetto che sembra sempre più un affare tra azzurri e bianconeri. La vittoria dei primi contro la Samp, quella dei secondi nello scontro diretto con la Roma, metteteci pure la sconfitta dell’Inter in quel di Reggio Emilia: gli ingredienti parlano chiaro e fanno sì che il piatto finale veda la squadra di Sarri sola al comando e quella di Allegri subito dietro. Alle loro spalle, per la prima volta in stagione, un “piccolo” vuoto: solo il tempo dirà se destinato a ridursi o a crescere ancora, certo però che i segnali di una fuga a due ci sono tutti. Il Napoli ha confermato il primo posto ma paradossalmente la vittoria che pesa di più è quella della Juve, capace di battere una diretta concorrente e dunque autrice di un successo che, come si suol dire, vale doppio. L’1-0 sulla Roma (18’ Benatia) conferma la bravura di Allegri nel portare a casa scontri di prestigio sul filo dell’equilibrio, guai però a pensare sia stata una partita noiosa e priva di spettacolo. Il risultato infatti avrebbe potuto assumere dimensioni decisamente più pirotecniche, in un senso o nell’altro.
Il tabellino finale recita diverse palle gol (più bianconere che giallorosse), una traversa per parte (Florenzi e Pjanic), un paio di colossali occasioni fallite a tu per tu con i rispettivi portieri, la più clamorosa con Schick che in pieno recupero avrebbe potuto fare 1-1. Insomma, allo Stadium è andata in scena una supersfida in perfetto stile europeo che ha reso onore all’immagine del nostro calcio prima ancora che alle squadre in questione. Come spesso capita a vincere è stata la Juventus: questione di mentalità, attitudine ed episodi, tutte caratteristiche fondamentali nella costruzione di uno scudetto. “Abbiamo ritrovato ciò che ci contraddistingueva, chiudendo al meglio un ciclo molto importante – il commento di Allegri. – Purtroppo non siamo riusciti a chiudere il match prima e nel finale abbiamo rischiato, un po’ per colpa nostra e un po’ per la grandezza della Roma. Guai però a pensare che lo scudetto sia solo una questione tra noi e il Napoli: i giallorossi, l’Inter e la Lazio ci saranno fino alla fine”. Complimenti d’obbligo dunque per la squadra di Di Francesco, che però, pur avendoci provato, lascia la Torino bianconera con l’ennesima sconfitta sul groppone: con questa siamo a 8 di fila, tanto che lo Stadium resta un tabù inespugnabile. “Hanno avuto un approccio migliore di noi e questo ha fatto la differenza – il commento del tecnico. – Nel secondo tempo invece siamo cresciuti e questo ci deve rendere molto orgogliosi, anche se continuiamo a sbagliare troppo sottoporta”.
Chi invece sembra aver risolto definitivamente il problema del gol è il Napoli, che dopo i 3 segnati al Torino settimana scorsa s’è ripetuto anche ieri con la Sampdoria. Partita carica di emozioni quella del San Paolo, con gli azzurri sotto due volte (Ramirez su punizione e l’ex Quagliarella su rigore) ma capaci di rimontare (Allan e Insigne) fino al sorpasso definitivo di Hamsik, che in un colpo solo firma il primato in classifica del Napoli e personale (scavalcato Maradona, da ieri è lui il miglior marcatore di tutti i tempi). Sarri può così passare uno splendido Natale in cima al campionato e dare l’assalto al titolo d’inverno: nulla di clamoroso, ci mancherebbe, ma pur sempre un segnale forte e chiaro a tutte le contendenti scudetto. “Questo match poteva diventare una montagna impossibile da scalare, invece i ragazzi hanno reagito benissimo – l’analisi del tecnico. – Ora andiamo avanti così, c’è il Natale di mezzo e lo passerò con la mia famiglia, anche se fosse stato per me avrei fatto un allenamento”. Perché la voglia di festeggiare qualcosa di grosso supera perfino le tradizioni.