Condividi

La Juve sbanca San Siro e mette ko l’Inter, la Lazio vince il derby contro la Roma ed è seconda

Juve e Lazio festeggiano e scalano la classifica, Inter e Roma schiumano rabbia ma il Napoli è inarrestabile, fa poker contro il Toro e conta i giorni che mancano per celebrare lo scudetto

La Juve sbanca San Siro e mette ko l’Inter, la Lazio vince il derby contro la Roma ed è seconda

Godono Juventus e Lazio, ma Inter e Roma schiumano rabbia. La domenica dei big match, proprio come da previsioni, non ha deluso le attese, regalando risultati pesantissimi per la classifica e polemiche arbitrali destinati a far parlare per molto tempo. È soprattutto il caso di San Siro, dove il successo bianconero è figlio di un gol di Kostic nato da un possibile tocco col braccio di Rabiot, ma al di là di questo (ne parliamo meglio tra poco) restano tre punti di platino per Allegri, di nuovo in corsa Champions nonostante il meno 15: se il 19 aprile la penalizzazione venisse tolta, ecco che la Signora potrebbe ritrovarsi al secondo posto in solitaria. Al momento però la piazza d’argento è della Lazio, vittoriosa sulla Roma in un derby ad altissima tensione agonistica, a spese di un’Inter costretta a fare i conti con la nona sconfitta del suo campionato: Inzaghi resta così nel gruppone-Champions, proprio come Pioli, Mourinho e Gasperini: nessuno può dirsi soddisfatto del cammino, a maggior ragione con l’incertezza relativa alla Juventus. In tutto questo c’è il solito Napoli che continua a vincere e dare spettacolo, tanto da essersi portato addirittura a 19 punti sulla seconda: lo Scudetto è sempre più vicino, oltre che meritato come non mai.

Inter – Juventus 0-1: decide Kostic, ma si scatenano le polemiche arbitrali per un (possibile) tocco col braccio di Rabiot

A decidere il derby d’Italia è stato Kostic, ma le attenzioni sono tutte su Rabiot e sul suo possibile tocco col braccio a inizio azione: netto da alcune inquadrature, molto più dubbio secondo altre. Impossibile, a distanza di ore, stabilire con assoluta certezza se ci sia fallo o no, figurarsi nei quattro minuti in cui il Var Mazzoleni ha fermato la partita per dirimere la questione, optando poi per un “no contest” che ha dato ragione all’arbitro Chiffi, dunque al gol dell’1-0 juventino. Completamente sfuggito invece il successivo tocco col braccio di Vlahovic, non nell’immediato rimpallo con Rabiot, bensì sul controllo seguente: immagini mostrate in tarda serata da Mediaset, evidentemente più efficace della sala Var, che pure sta a pochi chilometri di distanza. Episodio decisivo, poi però c’è la partita e lì la Juve ha saputo gestirla meglio, portandola sul terreno a lei più congeniale. Non inganni, infatti, il dato sul possesso palla (69% per l’Inter), perché i nerazzurri hanno creato poco rispetto alla mole di gioco creata, mostrandosi ancora una volta confusi e poco brillanti. La Juve, ormai specialista del corto-muso, ha retto bene all’assalto, fino al parapiglia finale che ha portato alle espulsioni di Paredes e D’Ambrosio.

Inzaghi furibondo: “Sul gol c’era braccio netto, è inaccettabile: chiediamo rispetto!”

“C’è grandissima amarezza per una sconfitta avvenuta in questo modo, c’eravamo ripromessi di non parlare più dopo Monza perché era successa una cosa gravissima, ma stavolta ne è successa un’altra – ha tuonato Inzaghi in sala stampa -. È inaccettabile in tempo di Var, così come che ci dicano che non ci sono immagini. Chiediamo rispetto, non c’è neanche da parlarne, è braccio al 100%. Difficile anche commentare la partita, siamo anche stati bravi perché i ragazzi sono rimasti in partita dopo aver rivisto il gol nell’intervallo. È una sconfitta chiaramente viziata, che rallenta la nostra classifica e ci fa fare un passo indietro nel nostro percorso”.

Allegri non ci sta: “Noi non parliamo mai di arbitri, siamo dei signori”

“Non è stata una partita semplice, ma per noi era importante – il pensiero di Allegri -. Abbiamo vinto una partita fisica e giocando bene in pressione offensiva, pur sbagliando molte soluzioni facili. In queste gare bisogna essere più precisi perché nella ripresa abbiamo avuto quattro occasioni clamorose, comunque vincere prima della sosta era importante. Le polemiche arbitrali? Non mi fate arrabbiare, c’è il Var e le decisioni vanno accettate, gli episodi si prendono nel bene e nel male. Noi non facciamo tanto casino, siamo dei signori e accettiamo, meno parliamo degli arbitri e più li facciamo lavorare sereni”.

Lazio – Roma 1-0, Zaccagni e Ibanez portano i biancocelesti al secondo posto

L’altra vittoria fondamentale di giornata è quella della Lazio, che si prende il derby grazie al gol di Zaccagni. Il successo, oltre a far godere a dismisura il popolo biancoceleste per la seconda stracittadina vinta in stagione (erano undici anni che non succedeva), vale un clamoroso secondo posto in classifica, anche grazie alla sconfitta dell’Inter di cui sopra. L’obiettivo Champions, insomma, non è più solo un sogno, tanto più che la Lazio, alla ripresa dopo la sosta, non avrà neanche più le coppe europee e potrà concentrarsi solo sul campionato. Decisiva, come detto in precedenza, una rete di Zaccagni, che ha trasformato in oro una supremazia quai totale, figlia anche dell’espulsione di Ibanez: la follia del brasiliano, autore di un fallo inutile nonostante fosse già stato ammonito, ha costretto la Roma a una gara di grande sacrificio, che ha avuto come unico squillo l’autogol di Casale subito dopo il vantaggio biancoceleste, poi annullato per fuorigioco di Smalling. Successo meritato insomma, ma questo non ha evitato un post partita decisamente infuocato, proprio come quello di Milano.

Cinque espulsi e scontro negli spogliatoi tra Lotito e Mourinho: indagine federale in vista

Tre gli espulsi, tra campo (Ibanez) e panchine (preparatore dei portieri della Roma e un collaboratore di Sarri) durante i 90’, addirittura cinque considerando il finale, che ha visto aggiungersi all’elenco anche Cristante e Marusic. Il peggio però è accaduto nei pressi degli spogliatoi, con uno scontro tra Romagnoli e Mancini che non è degenerato in rissa solo per l’intervento di Lotito, accorso a dividerli. A quel punto però è sbucato José Mourinho, autorizzato a essere lì nonostante la squalifica dal commissario (versione dei giallorossi), che ha apostrofato il presidente laziale con un “che c… guardi?!” decisamente piccato. “Questa è casa mia, tu chi sei? Non dovresti nemmeno essere qui” la replica al vetriolo di Lotito, prima che Tiago Pinto riuscisse a riportare la pace, il tutto mentre si stava accendendo un focolaio di rissa tra Foti (vice di Mou) e Luis Alberto. “Il problema è che quando si perde bisognerebbe stare zitti – ha chiosato il centrocampista spagnolo -. Loro hanno parlato troppo prima della partita, come fanno sempre, ora sono stati inc… e devono tacere, è semplice”. Non è stato, insomma, il derby dell’eleganza e del fair play, tanto che la Procura Federale potrebbe aprire un’inchiesta: il materiale, alla luce di quanto accaduto, non manca di certo…

Torino – Napoli 0-4, Spalletti se la ride: “Dicevano che saremmo calati dopo il Mondiale, lo hanno fatto gli altri…”

I successi del Napoli non farebbero neanche più notizia, se non fosse per le modalità con cui vengono, puntualmente, raccolti. Anche a Torino, su un campo che poteva rivelarsi insidioso, gli azzurri hanno letteralmente sbranato l’avversario, quasi i punti in palio fossero quelli decisivi per lo Scudetto. In realtà il vantaggio è addirittura di 19 punti a sole 11 giornate dalla fine, ma poco importa: la squadra di Spalletti ha sempre fame e il segreto di cotanto dominio, probabilmente, sta proprio qui. L’emblema di ciò è Osimhen, capace di segnare l’ennesima doppietta, ma anche di rincorrere, pressare, disperarsi per ogni occasione sprecata: un fenomeno della natura, simbolo perfetto di questo super Napoli. Anche gli altri comunque non sono da meno, visto che Kvaratskhelia torna a casa con l’ennesimo binomio gol e assist, i difensori non fanno passare nulla, il centrocampo gestisce palla a piacimento: in rete c’è andato pure Ndombele, a dimostrazione che il gruppo è unito e compatto verso l’obiettivo, compreso chi gioca meno. “I giocatori hanno dimostrato grande fame, ancora una volta sono andato a parlare con i ragazzi prima della partita col timore che ci fosse un po’ di appagamento, ma loro mi hanno dimostrato di essere fatti di una pasta diversa – l’analisi di Spalletti -. Vogliono dare un segnale verso la maglia che indossano, come dice un detto napoletano: chi ha fame non tiene sonno. I nostri risultati fanno venire il dubbio che le inseguitrici facciano poco, ma la verità è che stiamo facendo cose straordinarie, non è colpa o demerito di chi insegue, ma è merito dei calciatori del Napoli. Si diceva che avremmo avuto problemi dopo la sosta, ci sono state trasmissioni mirate perché dovevamo essere quelli che subivano le maggiori difficoltà dopo il Mondiale… Non è stato così, le hanno subite gli altri”.

Commenta