Una doppietta che vale la storia. La Juventus si aggiudica la seconda Coppa Italia consecutiva, ma soprattutto un double mai ottenuto da nessuno che vale un posto nell’olimpo del calcio. Il palmares del calcio italiano non aveva mai registrato due scudetti e due coppe in altrettante stagioni, a testimonianza di uno strapotere bianconero destinato a restare nei libri e nella memoria di tutti. Il Milan però esce a testa alta e questa, viste le premesse, è già una notizia.
I pronostici infatti davano la vittoria della Juve quasi scontata, invece la Signora ha dovuto soffrire non poco per conquistare il trofeo dell’Olimpico. Decisivo, a pochi minuti dalla fine, Alvaro Morata, probabilmente all’ultimo gol in maglia juventina: Marotta tenterà il tutto per tutto per strapparlo al Real Madrid, intanto però lo spagnolo ha regalato l’ennesimo titolo alla squadra di Allegri.
“Vincere non era facile, ringrazio i ragazzi per quello che hanno fatto – le parole del tecnico bianconero. – Abbiamo trovato un bel Milan, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa siamo migliorati ma abbiamo rischiato anche di subire gol, d’altronde le finali sono così. Dovevamo essere bravi e un sfruttare al meglio gli episodi, per fortuna ci siamo riusciti”.
Grandissima gioia nell’entourage juventino, tanto più dopo una partita più difficile di quanto non si potesse pensare alla vigilia. I rossoneri infatti, schierati per la prima volta da Brocchi con il 4-3-3, se la sono giocata praticamente alla pari, aumentando così i rimpianti per una stagione che poteva andare molto meglio e che invece si è conclusa senza la qualificazione in Europa League.
“La squadra ha disputato una buona partita – il commento del tecnico. – Resta il rammarico di aver perso in maniera immeritata ma sono contento di aver visto lo spirito giusto. Abbiamo fatto la gara che dovevamo fare, finalmente ho visto qualcosa di mio e questo mi rende felice indipendentemente dalla sconfitta. Non so cosa sarà del mio futuro, accetterò quello che succederà”.
Tanta amarezza in casa Milan, soprattutto per le modalità della sconfitta. Al contrario di quanto non si potesse pensare infatti la squadra ha tenuto testa alla ben più quotata Signora, portando la contesa ai tempi supplementari. Merito di un atteggiamento aggressivo e intelligente, figlio di un nuovo sistema ma anche, se non soprattutto, di una mentalità molto diversa rispetto al campionato. La Juve, comunque priva di elementi fondamentali come Bonucci, Khedira e Marchisio, si è così trovata in piena bagarre, costretta a giocarsela su un piano ben diverso da quello tecnico.
Il match è rimasto in equilibrio per oltre 110’, poi, proprio quando tutti si aspettavano i rigori, ecco la zampata di Morata, bravissimo a sfruttare l’assist di Cuadrado e a freddare l’incolpevole Donnarumma. Il Milan, vicino al gol del pareggio a pochi secondi dalla fine (destro di José Mauri fuori di niente), s’è dovuto arrendere all’ennesima vittoria bianconera, quasi incredulo dopo tanta battaglia. Alla fine però ha vinto la Juventus e questa, ormai, non è più una novità.