La Juve rilancia la sfida. Il 3-0 sullo Spezia vale un momentaneo terzo posto in classifica, in attesa che le altre, tra stasera e domani, facciano la loro mossa. Missione compiuta dunque, anche se con molti più patemi di quanto non fosse lecito attendersi alla vigilia. Basti dire che i bianconeri ne sono venuti a capo solo dopo un’ora abbondante, quando la ragnatela disegnata da Italiano sembrava davvero poterli mettere in difficoltà. Guai però a pensare che lo Spezia sia stato solo difesa: i liguri hanno creato ben più di un problema, tanto che, soprattutto nel primo tempo, sembravano tutto tranne che le vittime sacrificali dipinte alla vigilia.
Questa volta però Pirlo, nonostante la solita emergenza infortuni, ha saputo tirar fuori il coniglio dal cilindro con i cambi, trasformando una serata complicata in una di festa. Decisivo il minuto 61’: fuori Frabotta e McKennie, dentro Bernardeschi e Morata. I frutti si sono visti appena 60” dopo, quando Federico è scappato sul filo del fuorigioco e ha messo in mezzo una palla d’oro, sulla quale Alvaro s’è avventato da vero bomber. Il vantaggio ha sbloccato la Juve, fino a quel momento segnalatasi per un palo di Ronaldo a fine primo tempo e poco altro. Da lì in poi invece, con lo Spezia costretto a sbilanciarsi per trovare il pareggio, si sono moltiplicati gli spazi, con i velocisti bianconeri a goderne i benefici. Uno di questi è stato Chiesa, in gol un attimo prima di lasciare il campo per Ramsey: il primo tiro è stato respinto da Provedel, il secondo è finito inevitabilmente in rete, per il 2-0 Juve che ha chiuso ogni discorso (71’).
E poi, come sempre quando gioca la Juve, c’è una partita nella partita, ovvero quella che Ronaldo gioca contro il portiere avversario. Ieri il portoghese festeggiava la presenza numero 600 in campionato della carriera, ma soprattutto inseguiva il gol 767, proprio come il leggendario Pelé. Il palo del primo tempo sembrava avergli rovinato la serata, proprio come Provedel, che gli aveva negato la rete su punizione, poi però, a un soffio dal 90’, ecco il contropiede “giusto”: assist di Bentancur e sinistro incrociato a battere il portiere spezzino, blindare il risultato e mettere a segno l’ennesimo grande record. Nel finale c’è stata gloria anche per Szczesny, sin lì attento ma sostanzialmente inoperoso, che ha parato un rigore a Galabinov concesso per un fallo di Demiral su Gyasi.
“La stanchezza dopo tante partite con gli stessi uomini si fa sentire, quindi non eravamo brillanti, abbiamo cercato di gestire un po’ la partita – il commento di Pirlo – Poi nel secondo tempo, con i cambi, con giocatori un po’ più freschi, siamo riusciti a dare un po’ più di spinta. Morata è fondamentale per noi”.
Nessun gol invece a Roma tra Lazio e Torino, anzi nessuna partita e questa, come anticipavamo alla vigilia, non è stata certo una sorpresa, così come, purtroppo, l’ennesima brutta figura del nostro calcio, incapace, per l’ennesima volta, di gestire una situazione complicata senza perdersi nel solito, triste, teatrino. Che il match non si sarebbe giocato era palese da giorni, alla luce di un provvedimento dell’Asl di Torino che non lasciava spazio a nessuna interpretazione. Il tempo per trovare una soluzione c’era, eppure la Lega Calcio ha preferito incaponirsi su un regolamento evidentemente superato, sia dalla logica (come avrebbe potuto il Toro raggiungere Roma se doveva stare in isolamento fino alla mezzanotte di ieri?) che dai tribunali.
Il precedente di Juventus-Napoli, infatti, rende la sceneggiata di ieri (Lazio e arbitri in campo ad aspettare il nulla) addirittura grottesca, tanto che il Giudice Sportivo, a differenza di quanto fatto a ottobre, potrebbe scegliere di non omologare nemmeno il 3-0 a tavolino, giusto per accorciare i tempi dell’inevitabile ripetizione sul campo. “La scelta della Lega si commenta da sola”, ha tuonato Cairo nel pomeriggio, quando il Consiglio aveva deciso all’unanimità per il non-rinvio. “Potrei dire tante cose ma non lo farò, stiamo solo rispettando il regolamento,” ha replicato Tare in serata. Sta di fatto che il match non si è giocato e che il 3-0 a tavolino, forse, non verrà nemmeno dato in primo grado. E allora, di grazia, perché non evitarci sin dall’inizio una simile figura, l’ennesima di questa stagione, di fronte a tutto il mondo?