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La Juve impallina il Milan e allunga sul Napoli

Passo decisivo verso il settimo scudetto consecutivo dei campioni d’Italia, che inchiodano un ottimo Milan sul 3-1 e portano a 4 i punti di vantaggio sul Napoli, incapace di vincere contro il Sassuolo – E martedì la Champions…

La Juve impallina il Milan e allunga sul Napoli

Un ruggito da scudetto. La Juventus si prende in un colpo solo sia la vittoria sul Milan che il pareggio del Napoli, con conseguente ritorno a un rassicurante + 4 sulla diretta inseguitrice. Non c’è che dire, Pasqua migliore proprio non poteva esserci per la banda Allegri e pazienza se da oggi sarà già ora di pensare al Real Madrid: il settimo scudetto consecutivo prende sempre più forma e questo basta e avanza per sorridere a 32 denti.

Giornata storta invece per Milan e Napoli, che escono a testa bassa da questo sabato di campionato, seppur per motivi diversi. I rossoneri sono stati costretti ad alzare bandiera bianca al cospetto di una Signora cinica, spietata e ricca di qualità, gli azzurri invece non sono stati capaci di prendersi i 3 punti contro un Sassuolo che, tra le mura amiche del Mapei di Reggio Emilia, si è confermato avversario stregato.

Ancora una volta, dunque, è la Juventus a uscire vincitrice nel momento più delicato della stagione, quello in cui sembra poter succede di tutto e invece, alla fine, finisce sempre nello stesso modo. Il 3-1 di Torino è forse troppo per quello che s’è visto ma certo i bianconeri non hanno rubato nulla: del resto l’avere in rosa giocatori in grado di fare la differenza come nessuno è un merito, non una colpa.

E dire che a un certo punto sul prato dello Stadium s’era materializzata la più classica delle beffe, ovvero il gol dell’ex per eccellenza. Il colpo di testa di Bonucci (28’), peraltro in mezzo alla premiata ditta Barzagli-Chiellini, aveva zittito i numerosissimi fischi e azzerato il gap creato dal sinistro di Dybala agli albori del match (8’).

Sembrava il preludio a un passo falso bianconero, poi però ecco la qualità della panchina a fare la differenza e dunque il 2-1 di Cuadrado proprio quando il pari sembrava il risultato più giusto (79’), prima che Khedira (autore dell’assist) trovasse l’angolino giusto per il 3-1 finale (87’).

“Era importante tornare alla vittoria, specialmente contro un Milan che ha dimostrato di essere una buona squadra – le parole di Allegri – Il campionato resta ancora lungo ma ovviamente siamo contenti dei 4 punti di vantaggio sul Napoli. Bonucci? Era scritto che segnasse a Torino, poi però ha vinto la Juventus…”.

Al Milan non restano altro che i complimenti per aver creato più di un problema alla capolista: magra consolazione alla luce di una classifica che, derby permettendo, costringe a riporre in soffitta il sogno Champions. I rossoneri se la sono giocata, tanto da sfiorare l’1-2 con Calhanoglu (traversa piena a Buffon battuto) in apertura di ripresa, poi però hanno finito per pagare la mancanza di ricambi all’altezza dei titolari, in perfetta contrapposizione con la Juventus: mentre Allegri faceva entrare Douglas Costa e Cuadrado, Gattuso rispondeva con Kalinic e Montolivo…

“Ci teniamo la buona prestazione ma negli almanacchi resterà il risultato e questo mi brucia – l’analisi del tecnico rossonero – Il risultato è bugiardo ma certo il gap con i bianconeri c’è, siamo ancora lontani da loro. Ora penseremo al derby: l’Inter sta bene, dovremo prepararci al meglio”.

Morale basso per il Milan ma mai come in casa Napoli: il pareggio col Sassuolo brucia tanto quanto una sconfitta. Doveva essere la giornata, se non del sorpasso, quantomeno dell’avvicinamento alla Juve, invece la distanza in classifica è tornata ad essere importante, forse addirittura decisiva.

Già, perché da un mese a questa parte gli azzurri non riescono più a esprimere il calcio di prima e i risultati, del resto, lo dimostrano meglio di tante parole: una sola vittoria, peraltro sofferta (1-0 sul Genoa), in 4 partite, a fronte della sconfitta con la Roma e di due pareggi.

Quello di ieri fa decisamente male, un po’ perché dimostra l’inutilità di certe teorie (tipo quella di giocare prima o dopo la Juve, vero Sarri?), un po’ perché ribadisce i limiti di sempre di una squadra incapace di vincere in modo “brutto e cattivo”. L’1-1 finale (vantaggio Sassuolo con Politano al 22’, pareggio di Callejon all’80’) avrebbe lasciato rimpianti anche in caso di sconfitta bianconera, figuriamoci dopo il risultato di Torino, che forse sentenzia il discorso scudetto.

“Il nostro obiettivo è superare gli 87 punti dell’anno scorso e superare il record della nostra storia – ha sbuffato Sarri – Ci dà fastidio non aver vinto ma lavoreremo duro per tornare a farlo e raggiungere ciò che ci siamo prefissati”.

Un’arringa poco convincente, non c’è che dire: del resto sono gli albi d’oro a fare la storia, non le statistiche fini a sé stesse. La Juventus lo ha capito da tempo, chissà se, prima o poi, ci riusciranno anche gli avversari.

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