L’arbitro, il portoghese Proença, era lo stesso, e il campo, con le dovute proporzioni, quantomeno simile ma il risultato, per fortuna, è stato ben diverso. In un colpo solo la Juventus ha esorcizzato il fantasma di Istanbul, il mal di trasferta (suo e di Tevez) e la paura di non qualificarsi agli ottavi. Non è ancora fatta ma possiamo dire che ci siamo quasi: a Torino, il 9 dicembre, basterà non perdere contro l’Atletico Madrid già qualificato per passare il girone. Non solo, in caso di vittoria con almeno due gol di scarto la Signora arriverebbe addirittura prima, regalandosi un sorteggio decisamente più morbido e, forse, un futuro in Champions impensabile fino a qualche settimana fa. A tutto questo però penseremo solo tra qualche giorno, ora è il tempo di godersi un successo importante, meno scontato di quanto non si potesse pensare alla vigilia.
“La gara è stata buona, i ragazzi si sono calati bene nel contesto – l’analisi di Massimiliano Allegri. – Nel primo tempo il Malmoe ha corso molto, noi non abbiamo sfruttato alcune occasioni anche a causa del campo. Poi però è andata meglio, ora ci aspetta un match importante contro l’Atletico Madrid, squadra che nella scorsa stagione ha quasi vinto la Champions. Cercheremo di vincere con due gol di scarto, vogliamo sfruttare la possibilità di arrivare primi nel girone”.
Il bello del calcio, in fondo, è anche questo. Due giornate fa la Juventus sembrava quasi fuori dalla coppa, incapace di replicare in territorio europeo quanto fatto abitualmente in Italia. Poi sono arrivate due vittorie e, complice la debacle dell’Olympiacos al Calderon (4-0) gli scenari si sono completamente ribaltati. Il merito è di tutti ma è giusto fare una menzione a parte per Allegri: il passaggio dal 3-5-2 “contiano” al 4-3-1-2 è arrivato proprio prima della sfida con i greci, da allora solo vittorie, in campionato e in coppa, e in generale un salto di qualità nelle prestazioni.
Non è stata una Juve trascendentale quella di Malmoe ma neppure la solita copia sbiadita versione Europa. Fin dall’inizio il possesso palla è stato nettamente a favore e con un pizzico di precisione in più il risultato sarebbe stato sbloccato anche prima. Invece la Signora ha dovuto attendere il 4’ della ripresa per passare in vantaggio: lancio splendido di Marchisio per Llorente, scatto da contropiedista con tanto di dribbling sul portiere e palla in rete. L’1-0 ha aperto spazi che i bianconeri avrebbero potuto (e dovuto) sfruttare meglio, ma questa, si sa, è un po’ la loro pecca principale. E così, dopo la traversa clamorosa di Morata, qualcuno ha cominciato a vedere i fantasmi di Mosca, dove la Roma si è maledettamente complicata la vita.
A scacciarli però ci ha pensato Tevez, ironia della sorte in coabitazione con il tanto criticato campo di Malmoe: l’Apache ha colpito male il pallone ma un rimbalzo anomalo lo ha depositato in porta (88’). Festa grande anche per lui, di nuovo in gol in trasferta dopo oltre 6 anni, quasi non aspettasse altro di sbloccarsi assieme alla squadra (il successo lontano da Torino mancava da 652 giorni, 0-3 sul Celtic). Ci piace pensare che questa non sia solo una coincidenza, d’altronde la Signora, per andare avanti in Champions, ha bisogno di tutti i suoi top player. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, soprattutto ora che il cammino è tornato in discesa.