La Juventus supera anche la prova del nove. Dopo le otto vittorie consecutive infatti, i bianconeri passano a Bergamo con un netto 1-4 e si regalano un Natale di grandi feste. Un successo importante, molto più complicato di quanto non dica il risultato finale. Perché contro gli uomini di Colantuono, la Signora ha anche sofferto, regalando per quasi un’ora una speranza di avvicinamento alla Roma. Ma poi, come tutte le grandi squadre, ha saputo aggredire l’avversario, prendendosi la posta piena senza discussioni.
La partita comincia bene fin dall’inizio, e dopo appena 6 minuti i campioni d’Italia passano già in vantaggio con Tevez, bravissimo nel trovare da fuori area il tiro vincente. Ma l’Atalanta non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca, e al quarto d’ora trova il pareggio con Maxi Moralez, lesto a capitalizzare al massimo l’assist di Bonaventura (con annesso errore di superficialità di Pogba). Partita riaperta insomma, che resta in parità fino all’intervallo nonostante l’assedio bianconero (clamoroso l’errore di Tevez a tu per tu con Consigli). Nella ripresa però la Juve alza la voce, e l’Atalanta crolla.
Dopo meno di un minuto Llorente serve a Pogba un pallone troppo invitante perché il francese, fin lì un po’ in difficoltà, non lo trasformi in gol. E quando i bergamaschi provano a reagire, è chiaro a tutti che la Juve non si farà più riprendere. Troppo solida la retroguardia bianconera, nonostante Buffon abbia dovuto dire addio al record d’imbattibilità di Sebastiano Rossi. Dopo un paio d’occasioni sprecate, è Llorente a chiudere il match anche a livello di punteggio, con una splendida azione personale che si conclude con un destro imparabile (75’).
A completare la festa ci pensa Vidal, che quattro minuti più tardi insacca sull’assist di Lichtsteiner. Il rotondo successo vale il mantenimento del +5 sulla Roma, mica poco alla vigilia dello scontro diretto, che il 5 gennaio riaprirà le danze del campionato. Un match bellissimo e fondamentale, che la Juve potrà giocarsi al meglio di due risultati. Dovesse andare bene, il campionato, se non morto, sarebbe quantomeno gravemente ferito.