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La Juve entra nella storia: quinto scudetto consecutivo

Che festa sia! La vittoria della Roma sul Napoli ha messo il sigillo sullo scudetto della Juventus, questa volta per davvero. Anche la matematica infatti s’è dovuta arrendere allo strapotere bianconero, una sorta di dittatura che prosegue da 5 anni e che non sembra proprio conoscere fine. Mai come in questa stagione il tricolore è meritatissimo, paradossalmente ancor di più del 2013/14, quando la Signora di Conte totalizzò addirittura 102 punti in classifica.

Quel primato non è a rischio (per ora, s’intende), tutti gli altri però sono stati polverizzati da un ruolino di marcia incredibile e inaspettato. Perché il Napoli è stato avversario vero, molto più di quella Roma targata Garcia che non inficiò mai il primato di Conte, è soprattutto perché la Juve era partita male, anzi malissimo.

Alla 10° giornata i bianconeri avevano raccolto appena 12 punti, 11 in meno dei giallorossi (primi per poco ma pur sempre primi) e a 9 dal terzetto Napoli, Fiorentina e Inter: lo scudetto sarebbe stato impossibile per tutti ma non per la Signora.

“Tutti pronti a celebrare il nostro funerale, invece abbiamo semplicemente scritto la storia” ha gongolato Andrea Agnelli via Twitter, al suo quinto scudetto consecutivo in 6 anni di gestione del club.

L’accenno storico è tutt’altro che casuale: per ritrovare una squadra in grado di vincere 5 titoli di fila, infatti, bisogna tornare indietro al lustro 1930-1935. Era l’epoca di Edoardo Agnelli presidente, di Carlo Carcano allenatore, del “metodo” come sistema di gioco (la celebre WW) e di campioni come Combi, Rosetta, Calligaris, Sernagiotto e Orsi in campo.

Sono passati 81 anni e la storia si ripete ma con protagonisti diversi, destinati però a restare nella legenda proprio come i suddetti antenati. “E’ stato uno scudetto pazzesco, la striscia di 24 vittorie su 25 partite penso sarà irripetibile – il commento di Massimiliano Allegri. – A ottobre eravamo 12esimi e fuori da tutto, poi però è arrivata una rimonta incredibile”.

Il tecnico bianconero è uno dei grandi artefici di questa vittoria, come giustamente ricordato da Giuseppe Marotta. “Siamo sempre stati vicini alla squadra perché sapevamo di avere un ottimo allenatore – ha spiegato il dg. – Non è solo bravo sugli aspetti tecnico-tattici, sa anche gestire a meraviglia lo spogliatoio. Il suo rinnovo è solo una formalità, in settimana metteremo a punto gli ultimi dettagli”.

Le vittorie non sono mai figlie di un solo elemento, e dopo aver celebrato società e tecnico è giusto esaltare i giocatori, i veri protagonisti di questo scudetto. Su tutti spicca sicuramente Gigi Buffon, autore di una delle migliori stagioni della sua straordinaria carriera. Record d’imbattibilità (974’) a parte, il Capitano ha regalato parate pazzesche dall’inizio alla fine, quasi che il tempo, invece che andare avanti (38 anni compiuti a gennaio), si fosse fermato.

Menzione d’obbligo poi per i vari Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Evra e Lichtsteiner, senatori di uno spogliatoio senza rivali in Italia, così come per Dybala (capace di scacciare il fantasma di Tevez in meno di 6 mesi), Pogba (dopo un inizio un po’ così è tornato mister 100 milioni) e Mandzukic (non sarà bellissimo da vedere ma la sua utilità è quasi sconcertante).

Un gradino sotto (comunque alto, sia chiaro) ci sono tutti gli altri, a testimonianza di una rosa ultra-competitiva e, ancora una volta, inarrivabile per qualsiasi avversario. La corsa allo scudetto, anche quest’anno, va in archivio senza discussioni: il + 12 sul Napoli, del resto, non ammette diritto di replica.

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