Impresa riuscita. La Juventus espugna il Camp Nou con un clamoroso 3-0 e mette così a segno un colpo incredibile, ben più grande del “semplice” primo posto nel girone. Imporsi con un risultato del genere in uno dei campi più prestigiosi del mondo, infatti, resterà negli annali e, forse, darà alla creatura di Pirlo la spinta decisiva per il proseguo della stagione, in campionato e in Champions. A completare il grande martedì calcistico anche la Lazio, qualificatasi agli ottavi dopo 20 anni di astinenza: il 2-2 sul Club Brugge, con tanto di brividi nel recupero, non è certo il massimo della vita, il pass per continuare a sognare in Europa invece sì.
La copertina della giornata comunque spetta di diritto a Cristiano Ronaldo, uscito trionfatore dal duello con Messi. La sua doppietta (di rigore, d’accordo, ma pur sempre doppietta) ha prima aperto la sfida (13’), poi l’ha chiusa (52’), consegnando alla Juve una delle più grandi imprese degli ultimi anni. In mezzo, il vero gioiello della serata, vale a dire lo splendido gol di McKennie (20’), arrivato con una volée dopo una splendida azione corale della squadra. Il primo posto, alla luce della prestazione di ieri, è dunque ampiamente meritato e pazienza se il Barça ha dimostrato tutte le sue fragilità: all’andata, del resto, era stato capace di ben altro.
“Vincere così era importante per noi e per il nostro cammino, siamo ripartiti dal secondo tempo del derby: quando si entra in campo con questa determinazione i valori in campo si vedono – il commento entusiasta di Pirlo – CR7 anche in difesa? Ci tenevamo tutti a fare una grande prova, soprattutto lui contro il suo eterno rivale. Siamo davvero soddisfatti”.
Festeggia, come detto in precedenza, anche la Lazio, che passa il turno nonostante un finale al cardiopalma. I biancocelesti, nel complesso, hanno giocato una buona partita, ma l’inesperienza a certi livelli e alcuni errori di Inzaghi (l’aver sostituito contemporaneamente Immobile, Luis Alberto e Leiva al 75’ poteva costare molto caro) hanno rischiato di rovinarla in modo indelebile. Per fortuna però De Ketelaere ha stampato sulla traversa la palla del 3-2 in pieno recupero, permettendo alla Lazio di salvare il 2-2 finale, dunque la qualificazione.
E dire che le cose si erano messe piuttosto bene già al 12’ con il gol di Correa, per migliorare ulteriormente dopo il momentaneo pareggio di Vorner (15’), quando prima Immobile aveva segnato il 2-1 su rigore (27’), poi Sobol si era fatto espellere lasciando il Club Brugge in 10 (39’). Il secondo tempo era proseguito senza particolari scossoni e così al 75’ Inzaghi, rassicurato dai due risultati su tre a disposizione, si era permesso addirittura il lusso di sostituire i tre migliori per farli riposare in vista del campionato. Errore gravissimo, perché quando un minuto dopo Vanaken trovava il 2-2 sugli sviluppi di un corner, la squadra si ritrovava a dover gestire il finale senza i suoi giocatori più forti, rischiando addirittura di perdere. Per fortuna però la traversa ci ha messo lo zampino, regalando alla Lazio una storica qualificazione.
“Abbiamo fatto dei cambi forzati perché all’intervallo avevo giocatori distesi sul lettino che non stavano benissimo – ha spiegato Inzaghi – Probabilmente solo nei prossimi giorni i ragazzi si accorgeranno di quello che hanno fatto. Siamo nelle prime sedici di Europa da imbattuti, torniamo agli ottavi dopo 20 anni: la qualificazione ce la siamo meritata”.
INTER-SHAKHTAR E AJAX-ATALANTA
Oggi invece tocca a Inter e Atalanta, attese da una serata, se possibile, ancora più emozionante. I nerazzurri di Conte devono battere lo Shakhtar a San Siro (ore 21) e sperare che Real Madrid e Borussia Moenchengladbach non pareggino, mentre a quelli di Gasperini basterà non perdere ad Amsterdam nello scontro diretto con l’Ajax (18.55). Difficile fare pronostici, perché mai come ora è davvero tutto possibile, è chiaro però che l’Atalanta dipende solo da sé stessa, invece l’Inter deve appellarsi al risultato di Madrid.
Certo, per come si erano messe le cose un paio di settimane fa è già tanto essere rientrati in corsa, dunque non è il caso di guardare il bicchiere mezzo vuoto ma di affrontare la serata con positività e, soprattutto, concentrazione: se la testa andasse troppo su Real-Gladbach, infatti, si rischierebbe di sottovalutare lo Shakhtar, anch’esso in piena corsa qualificazione.
“Dobbiamo vincere contro una grande squadra, questa è la realtà dei fatti – ha tuonato Conte in conferenza stampa – Sette giorni fa, prima del Borussia, ci davano tutti per morti, ora invece si è aperto uno spiraglio importante. Biscotto a Madrid? Stiamo parlando di Champions, non di un torneo da bar…”.
Vero, ma l’eventualità che spagnoli e tedeschi possano accontentarsi di un pareggio esiste, tanto più se l’Inter dovesse andare in vantaggio comodamente: a quel punto, infatti, non si tratterebbe neanche di “biscotto”, ma di normale logica delle cose. In favore dell’Inter, però, c’è la difficile situazione che sta vivendo il Real, rasserenata appena dal successo di sabato a Siviglia: Zidane è sotto attacco e una qualificazione stentata, o peggio un’eliminazione, non lo aiuterebbero di certo.
“Sappiamo ciò che vogliamo, se ci prendiamo i 3 punti arriviamo primi nel girone – ha confermato il tecnico francese – Siamo pronti a fare una grande partita, con tante difficoltà ma anche con spirito positivo: faremo di tutto per vincere”. La sensazione, dunque, è che l’Inter farebbe meglio a concentrarsi sullo Shakhtar, anche perché dovrà affrontarlo con tante assenze a centrocampo: mancheranno Vidal, Nainggolan, Vecino e anche Barella non sta affatto bene (per lui solo panchina).
Conte potrebbe così doversi affidare al martoriato Eriksen, proprio nella notte più importante, a meno che non decida di rischiare Sensi, che però dà poche garanzie dal punto di vista fisico. Il 3-4-1-2 nerazzurro vedrà così Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Gagliardini, Brozovic e Young a centrocampo, Eriksen sulla trequarti, Lukaku e Lautaro in attacco. Castro, a cui potrebbe bastare anche un pareggio (e allora sì che il Madrid sarebbe costretto a vincere), risponderà con un 4-2-3-1 con Trubin tra i pali, Dodo, Bondar, Stepanenko e Vitao nel reparto arretrato, Matvienko e Kovalenko in mediana, Teté, Marlos e Taison alle spalle dell’unica punta Moraes.
L’altra grande sfida di oggi è Ajax-Atalanta, un vero e proprio spareggio-qualificazione che i bergamaschi, alla luce del punto in più in classifica, potranno però affrontare con due risultati su tre a disposizione. Purtroppo per loro ci arrivano in un clima di tensioni e polemiche, figlio di un litigio a muso duro (qualcuno parla addirittura di mani addosso) tra Gasperini e Gomez, con Ilicic in difesa del compagno. Alla luce di queste rivelazioni, confermate dai convocati di Udine (nella lista mancavano sia il Papu che lo sloveno), si capisce come il giocattolo Atalanta, sin qui praticamente perfetto, sia in grave pericolo.
A Bergamo si vocifera addirittura di un Gasperini furibondo con la società, rea a suo dire di non averlo difeso a sufficienza, pronto a dare le dimissioni subito dopo la partita di Amsterdam. “La qualificazione è l’unica cosa che conta – ha glissato il diretto interessato -. Poter contare su due risultati su tre è un piccolo vantaggio, ma dobbiamo essere capaci di proporci e segnare, non possiamo limitarci a difenderci e basta col rischio di subire l’iniziativa dell’Ajax”.
“L’Atalanta è una squadra incredibile, con uno stile di gioco molto interessante: stimo tutto il loro sistema, anche per come è strutturata la società – ha confermato Ten Hag – Noi però vogliamo passare il turno, sia per far parte delle migliori d’Europa, sia per i 15 milioni in palio. Giocheremo come sempre, ci saranno spazi per entrambe le squadre”.
All’Amsterdam Arena insomma si preannuncia spettacolo, con Gasperini che si affiderà al 3-4-1-2 tipo con Gollini in porta, Toloi, Romero e Djimsiti in difesa, Hateboer, De Roon, Freuler e Gosens a centrocampo, Gomez alle spalle di Ilicic e Zapata. Classico 4-3-3 anche per l’Ajax, che risponderà con Onana tra i pali, Klaiber, Schuurs, Blind e Tagliafico nel reparto arretrato, Alvarez, Klaassen e Gravenberch in mediana, Antony, Tadic e Neres in attacco.