Con un secco 2-0 contro la Fiorentina (già battuta con un autogol all’andata) la Juve conquista la finale di Coppa Italia, che si giocherà l’11 maggio a Roma. Di Bernardeschi (un ex due volte: della Fiorentina e a fine stagione anche della Juve) il primo bellissimo gol al 32° del primo tempo e di Danilo il secondo gol al 94°.
L’11 maggio rivedremo così il sempre intrigante derby d’Italia tra Juve e Inter. Ma gli stati d’animo delle due squadre sono ben diversi. L’Inter ha buone speranze di rivincere lo scudetto, contendendolo fino alla fine al Milan, trafitto nei giorni scorsi in Coppa Italia (3-0), mentre la Juve può al massino consolarsi con una Coppetta. Ma siamo al minimo sindacale, dopo la dolorosissima eliminazione dalla Champions ad opera degli spagnoli del Villarreal, e senza scordare che il punto più dolente della Juve di Allegri 2.0 è e resta l’autoesclusione, fin dall’inizio, dalla corsa scudetto. In campionato i bianconeri non sono mai stati in partita per il titolo, cosa che non avveniva da oltre dieci anni.
Juve: la Coppa Italia non cancella una stagione deludente: processo alla società
Allegri ha le sue giustificazioni. Non si sostituisce a tre giorni dalla fine del calciomercato estivo un campionissimo come Cristiano Ronaldo; non si può che imprecare alla sfortuna per il gravissimo infortunio di Federico Chiesa, che ha privato la squadra delle sue improvvise volate e dei suoi preziosi gol, e non si può che imprecare ancora una volta alla sfortuna per l’appiedamento di centrocampisti del peso di Locatelli, McKennie e in parte Arthur e Zakaria proprio nella fase cruciale del campionato.
Tutto vero. Ma anche Allegri, a cui il popolo bianconero sarà sempre grato per i cinque scudetti di fila vinti e per le finali di Champions, ha le sue colpe. Il calcio va veloce ed è vero che alla Juve vincere è l’unica cosa che conta, ma in questa deludente stagione la Juve non ha quasi mai messo in campo un calcio propositivo, gradevole, brillante, e soprattutto non ha mai sperimentato idee e schemi di gioco innovativi. Così non si diverte e si rischia anche di non vincere, come è puntualmente successo, al di là della catena di infortuni che ha zavorrato la squadra.
Del Piero e Conte al posto di Agnelli e Allegri? I tifosi sognano
Tuttavia, più che processare Allegri sarebbe il caso di processare la società, perché da quando ha colpevolmente messo alla porta Beppe Marotta, che infatti sta raccogliendo vittorie e soddisfazioni all’Inter e che probabilmente porterà via Dybala ai nerazzurri, la Juve non è più stata la stessa. La società, coinvolta in mille polemiche (dalla Superlega alle plusvalenze) non ha più dato la sicurezza che era solita dare alla squadra. La campagna acquisti è stata spesso molto dispendiosa ma non altrettanto efficace.
Il recente ritorno allo stadio dopo dieci anni di Alex Del Piero fa sognare i tifosi. Sarà il nuovo presidente al posto di Andrea Agnelli e della sua compagnia di giro (come l’inutile e litigioso Nedved) dopo un decennio di trionfi? Difficile dirlo ma certamente John Elkann, che sicuramente non può silurare Andrea Agnelli dimenticando il bel pacchetto di azioni Exor che il ramo umbertiano della famiglia ha in mano, a qualcosa che assomigli a un rinnovamento sta pensando. Un po’ come è successo alla Ferrari, tornata finalmente vincente anche in pista.
Senza Agnelli, il ritorno in panchina di Antonio Conte, da sempre nel cuore dei tifosi, non sarebbe più un miraggio, soprattutto se Allegri dovesse ascoltare le sirene del Psg del suo amico Leonardo.
La Juve del futuro sarà quella della coppia Del Piero-Conte, due idoli dei bianconeri e due pilastri della Juve che nel 1996 vinse l’agognata Champions? È presto per dirlo, ma c’è una regola che vige nel club bianconeri e che non va scordata: quando la squadra non vince succede sempre qualcosa. Anche ai piani alti.