Segnali di Juve. I bianconeri partono forte, anzi fortissimo, sfangando la trasferta di Udine in appena un tempo e mostrando che i progressi del pre-campionato erano tutt’altro che casuali. Il 3-0 della Dacia Arena conferma un’identità tecnico-tattica ben precisa e decisamente diversa rispetto alla scorsa stagione, che unita alla solita bravura nel difendere potrebbe portare davvero lontano. Napoli e Inter sono avvisate, mentre il Milan lo vedremo solo stasera: nel frattempo Roma e Lazio hanno già frenato e Allegri può guardare al futuro con ottimismo.
Udinese – Juventus 0-3, Allegri non cambia idea: “L’obiettivo è tornare in Champions”
Primo tempo di grande qualità quello della Juventus, sia a livello tattico che mentale. Certo, la disastrosa Udinese di Sottil ci ha messo del suo, ma è chiaro che i meriti dei bianconeri (di Torino, s’intende) sono stati determinanti ai fini del risultato. Neanche due minuti e Chiesa, complice uno svarione difensivo di Zarraga, ha sbloccato il match con un sinistro dal limite, dopodiché è toccato a Vlahovic, seppur dal dischetto, trovare il raddoppio al 20’. Gara indirizzata in meno di metà tempo, addirittura chiusa quando Rabiot, sul finire del recupero, ha castigato il pessimo Silvestri con un tap-in di testa a porta sguarnita (45+3’). La ripresa è scivolata via senza particolari emozioni, quantomeno a livello di risultato: l’Udinese ha limitato i danni, ma non è mai riuscita a riaprire la contesa. “Bisogna migliorare la gestione della palla, va fatta nella metà campo avversaria, quando non riesci a tenerla lì rischi, perché se prendi gol diventa tutto più complicato – l’analisi di Allegri -. Stare fuori dalla Champions è una mancanza importante, ci mancherà e non lo nego. L’obiettivo è tornarci, lo scorso anno in una stagione non facile siamo arrivati terzi e avevamo il diritto di giocarla, ma questo deve anche essere un’opportunità per poter lavorare meglio in settimana. Chiesa? Uno come lui deve segnare 14-16 gol a stagione, vederlo solo come un esterno è riduttivo”.
Roma – Salernitana 2-2, Belotti non basta: Candreva ferma Mourinho
Comincia con un passo falso invece la stagione della Roma, anche se il 2-2 finale, per come si era messa la partita, è meglio di niente. La Salernitana infatti, trascinata da un grandissimo Candreva (due splendidi gol, uno al 36’, l’altro al 49’), si era portata in vantaggio e aveva retto fino al minuto 82, accarezzando il sogno di sbancare l’Olimpico. Poi però è salito in cattedra Belotti, anch’egli autore di una doppietta, che ha salvato Mourinho dalla prima sconfitta stagionale e rilanciato la sua candidatura per l’attacco giallorosso: in un’estate in cui si è parlato (e si parla tutt’ora) della caccia alle punte, il Gallo si è finalmente sbloccato con due gol (più uno annullato per un fuorigioco di pochi centimetri) da vero centravanti. “Mancava tanto essere me stesso, l’anno scorso è stata una stagione difficile senza preparazione e con alcuni infortuni, quest’anno ho iniziato subito, non ho avuto intoppi e sono al 100%, così posso essere d’aiuto – le parole di Belotti -. Ho cercato di dare il contributo, ma non abbiamo vinto e c’è rammarico: quando pareggi in casa non è mai un bel risultato, c’è tanto da lavorare, abbiamo preso due gol e davanti si poteva segnare di più, all’Olimpico si deve vincere”.
Lecce – Lazio 2-1, Sarri striglia i suoi: “Nella ripresa hanno giocato solo loro, atteggiamento inaccettabile”
Il flop della domenica però riguarda la Lazio, battuta clamorosamente dal Lecce in due minuti di follia. All’84’ i biancocelesti vincevano 1-0 grazie al gol di Immobile (26’) e sembravano in grado di gestire i tentativi di rimonta pugliesi, peraltro piuttosto spuntati vista l’assenza di un attaccante di ruolo. Centoventi secondi dopo, invece, è cambiato tutto, con i giallorossi capaci di segnare due reti con Almqvist (85’) e Di Francesco (87’) e la squadra di Sarri al tappeto, praticamente senza aver capito il perché. Una brutta sconfitta, se non altro per le modalità con cui è arrivata: ancora una volta la Lazio si è sciolta sul più bello, confermando che ripetere il campionato dell’anno scorso sarà molto difficile. “L’anno scorso in questo stadio abbiamo fatto la stessa partita, è un brutto segnale perché vuol dire che non cresciamo mai – è sbottato Sarri -. In particolare abbiamo fatto un brutto secondo tempo, hanno giocato solo loro. Facciamo sempre gli stessi errori, i difensori sono andati in difficoltà perché solo loro 4 hanno fatto la fase difensiva, gli altri 6 no. È un atteggiamento inaccettabile, bisogna parlarne”.
Bologna – Milan (ore 20.45, Dazn)
All’appello manca ancora una big, vale a dire il Milan di Pioli, forse quello che desta più curiosità di tutti. La rivoluzione estiva, infatti, ha letteralmente ribaltato il Diavolo, sia in campo (otto acquisti che oggi, con l’arrivo del difensore Pellegrino dal Platense, diventeranno nove) che fuori (gli addii di Maldini e Massara, ma anche le promozioni di Furlani e Moncada), dunque è lecito chiedersi quale sia la reale dimensione della squadra, vista la quasi unicità di questa politica “degli algoritmi”. Bologna è il primo banco di prova e i rossoneri non vogliono fallirlo: un progetto nuovo, del resto, ha bisogno di fiducia e quella, nel calcio, la danno solo i risultati positivi. Gli occhi saranno tutti sui nuovi acquisti, ma è Pioli ad avere il maggior carico di pressione addosso. Cardinale lo ha promosso a Coach, che nel gergo americano significa manager con un ruolo superiore a quello del “semplice” allenatore, come ammesso da lui stesso in conferenza stampa.
Pioli è carico: “La società ha seguito tutti i miei consigli, siamo ambiziosi e competitivi”
“Il club e i dirigenti hanno ascoltato i miei consigli su quello che ci serviva per rinforzare la squadra – ha spiegato -. Sono soddisfatto di quanto è stato fatto, ad ogni modo il club è pronto a valutare nuove opportunità. Ora però la mia concentrazione è rivolta solo alla sfida contro il Bologna, siamo emozionati e curiosi per questa prima partita ufficiale. Chiedo a chi è rimasto di fare il massimo per aiutare i giocatori nuovi e ai neoacquisti di dare tutto per inserirsi velocemente. Inizia una nuova stagione e saranno i risultati a dire qual è il nostro livello, ma siamo ambiziosi e vogliamo essere competitivi”.
Bologna – Milan, le formazioni: Pioli lancia il nuovo tridente Pu-Gi-Le
Il primo Milan della stagione sarà quello delle ultime amichevoli; dunque, spazio a chi è arrivato prima e ha partecipato alla tournée americana. Il 4-3-3 scelto da Pioli vedrà Maignan in porta, Calabria, Thiaw, Tomori e Hernandez in difesa, Loftus-Cheek, Krunic e Reijnders a centrocampo, Pulisic, Giroud e Leao in attacco, con Chukwueze e Okafor pronti a subentrare nella ripresa. Thiago Motta, alle prese con un Bologna ancora incompleto, risponderà con un 4-3-3 con Skorupski tra i pali, Posch, Lukumi, Beukema e Lykogiannis nel reparto arretrato, Ferguson, Dominguez e Aebischer in mediana, Moro, Zirkzee e Ndoye nel tridente offensivo.