Napoli e Roma lanciano la sfida, la Juve deve rispondere. La prima caduta stagionale dell’Inter fa sì che le gerarchie al vertice cambino e che la corsa scudetto, seppur ancora lontanissima dalla volata finale, possa subire un bello scossone. La vittoria dei giallorossi sul Cagliari ha ulteriormente intricato una matassa che coinvolge almeno 4 squadre e che promette di restare tale fino alla fine, a patto di rimanere aggrappati al treno. Quel che è certo è che la Juve oggi deve prendersi i 3 punti a Bologna (ore 15) per scavalcare la squadra di Spalletti, ma anche per restare in scia a quella di Sarri e scollarsi di dosso quella di Di Francesco: il Dall’Ara insomma va espugnato, tanto più con il match contro la Roma alle porte. “Quel campo per noi è sempre difficile, ci servirà una gara solida, tecnica, agonistica e tattica, altrimenti buttiamo via quanto fatto col Napoli” ha spiegato Allegri, che però deve fare i conti con alcune assenze importanti e, soprattutto, con il caso Dybala, ormai esploso alla luce del sole.
Il tecnico, sulla falsa riga di quanto già fatto da Nedved a inizio settimana, non s’è nascosto e anzi ha ammesso che il problema c’è, eccome se c’è. “Difficile che Paulo giochi a Bologna, del resto in passato sono stati fuori campioni come Pirlo, Pogba e Vidal – le sue parole. – Non attraversa un gran periodo e io valuto ciò che vedo in allenamento: per quanto riguarda la vita privata, infatti, posso solo dire che di lavoro faccio l’allenatore, non il cane da guardia…”. Seconda panchina consecutiva in vista per l’argentino, che a meno di clamorosi colpi di scena non partirà titolare neanche a Bologna. Allegri, che deve rinunciare anche a Buffon, Lichtsteiner, Chiellini e Cuadrado, schiererà un 4-3-2-1 con Szczesny in porta, De Sciglio, Benatia, Barzagli e Alex Sandro in difesa, Khedira, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Douglas Costa e Mandzukic a supporto dell’unica punta Higuain. Donadoni, reduce dalla sconfitta (immeritata) di Milano, risponderà con il consueto 4-3-3 con Mirante tra i pali, Torosidis, Gonzalez, Helander e Masina nel reparto arretrato, Poli, Pulgar e Donsah in mediana, Verdi, Destro e Krejci in attacco.
Spettatrice interessata sarà la Roma di Di Francesco, che grazie alla vittoria sul Cagliari può permettersi di studiare la prossima avversaria senza ansie eccessive. Certo però che il rischio di perdere il treno c’è stato e pure bello grosso. Per avere ragione della squadra di Lopez infatti è servito un gol in pieno recupero, peraltro molto contestato. La zampata di Fazio (94’) è macchiata da un tocco di braccio che ha costretto Damato a una lunga consultazione Var, salvo poi decidere per la convalida di una rete che lascia diversi dubbi, per quanto la regola stessa si presti a mille interpretazioni differenti. Prima del contestato 1-0 non era stata una Roma brillante, e quando Perotti aveva fallito un rigore (52’, altro episodio da Var) l’Olimpico aveva cominciato a temere di perdere due punti pesantissimi, specialmente con il big match di Torino alle porte. “Dovevamo essere più cinici e cattivi sotto porta – l’analisi di Di Francesco. – Detto questo la partita l’abbiamo fatta noi e la vittoria è più che meritata”.
Ad aprire la domenica di campionato però sarà il Milan, atteso dalla trasferta di Verona contro l’Hellas (ore 12.30). Test importantissimo per Gattuso, che dopo i due successi consecutivi tra campionato e Coppa Italia (proprio contro la squadra di Pecchia) cerca il terzo che, forse, permetterebbe di accantonare la parola crisi. Un risultato negativo, viceversa, cancellerebbe il buono fatto nell’ultima settimana e aprirebbe nuovamente il faldone delle polemiche, evenienza di cui il tecnico rossonero farebbe volentieri a meno.
“Mi aspetto una partita completamente diversa rispetto a quella di mercoledì – ha spiegato il diretto interessato. – La storia dice che il Bentegodi per noi è un campo maledetto e che facciamo sempre una fatica pazzesca. Dovremo avere fame e cattiveria, proprio come Cutrone e Suso in Coppa Italia, è questo quello che voglio”. Nessun accenno invece ai casi del momento (Donnarumma, ma anche la bocciatura dell’Uefa sulla questione Financial Fair Play), a dimostrazione di un Gattuso concentrato solo ed esclusivamente sulla partita e su quei 3 punti che gli darebbero molta più serenità. Per ottenerli il tecnico confermerà il 4-3-3 delle ultime gare con Donnarumma in porta, Abate, Bonucci, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Kessie, Montolivo e Bonaventura a centrocampo, Suso, Kalinic e Borini in attacco. Classico 4-4-2 per Pecchia, che tenterà il colpaccio affidandosi a Nicolas tra i pali, Caceres, Ferrari, Caracciolo e Souprayen nel reparto arretrato, Romulo, Zuculini, Buchel e Verde in mediana alle spalle della coppia offensiva composta dagli ex rossoneri Pazzini e Cerci.