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La Juve batte la Roma con un lampo di Dybala, il Napoli espugna Marassi

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Sempre più Napoli-Juventus, sempre più Higuain-Dybala. La 21° giornata conferma il trend delle ultime settimane, con azzurri e bianconeri sempre più in fuga verso un duello per lo scudetto. Esce di scena invece la Roma di Spalletti, scivolata a 12 punti dalla squadra di Sarri e a 10 da quella di Allegri: un vero e proprio solco quasi impossibile da colmare, anche alla luce delle evidenti difficoltà tecniche e fisiche mostrate negli ultimi mesi. 

“Il campionato è ancora lunghissimo, vogliamo continuare così fino alla fine ma non abbiamo la certezza di riuscirci” ha glissato Sarri dopo il 4-2 sulla Sampdoria, “mancano 17 partite, anche l’Inter è in gioco” gli ha fatto eco Allegri dopo l’1-0 sulla Roma. Nessuno, insomma, vuole prendersi il ruolo di favorito, eppure i numeri parlano chiaro: il Napoli (miglior attacco del campionato con 45 gol) viene da 5 vittorie consecutive, la Juventus (3 reti incassate in meno degli azzurri) addirittura da 11. 

E’ stata la squadra di Sarri ad aprire le danze con il successo di Marassi, ottenuto ancora una volta grazie ai campioni là davanti. Su tutti Higuain, arrivato a 21 gol in altrettante partite (nessuno, nei principali tornei d’Europa, ha fatto come lui), ma anche Insigne, Hamsik e Mertens, tutte frecce appuntite nell’arco di Sarri. Il Pipita ha sbloccato il match al 9’ sfruttando un errore di Barreto, Insigne ha raddoppiato su rigore concesso proprio dallo stesso centrocampista blucerchiato (18’). 

La Samp ha provato a rientrare in corsa con Correa (45’) ma l’espulsione di Cassani e il successivo gol di Hamsik (50’) le hanno tagliato le gambe. La rete di Eder (72’) è servita solo ad alimentare l’illusione di un finale combattuto, subito spenta dal sinistro potente e preciso di Mertens 79’) per il definitivo 2-4. 

Decisamente meno pirotecnica la sfida di Torino, d’altronde il bel calcio si fa in due e ieri la Roma aveva altre priorità per la testa. Il 3-4-2-1 di Spalletti si è trasformato presto in un 5-4-1, con il solo Dzeko là davanti a vagare tristemente tra i centrali bianconeri. Allegri si è così adeguato a un match molto tattico, con la sua Juve a manovrare il pallone in mezzo alle foltissime trincee giallorosse. 

A un certo punto lo 0-0 sembrava cosa fatta, poi è salito in cattedra Paulo Dybala, sempre più calato nel ruolo di “anti-Higuain”. Al 77’ la Joya si è liberata di Manolas con un movimento da campione e ha freddato Szczesny con un sinistro da applausi. Gli stessi che lo Stadium gli ha tributato al momento della sostituzione con Morata, a testimonianza di come Tevez non sia più in cima ai pensieri del mondo bianconero.

“Ha fatto una grande partita e un gol straordinario – lo ha elogiato Allegri. – E’ giovane, va lasciato crescere perché può migliorare ancora”. Poco da sorridere invece per Spalletti, costretto a praticare un calcio che non gli appartiene (Buffon si è ritrovato spettatore non pagante) e, alla luce del risultato finale, del tutto infruttuoso.

“Dovevamo osare di più ma in questo momento ci mancano fiducia e autostima – il commento del tecnico. – Ora non ha senso parlare della classifica, dobbiamo ritrovare il morale giusto per vincere le partite”. Un problema che non riguarda né Sarri né Allegri, sempre più lanciati verso un duello Napoli-Juventus che sa tanto di anni 80. Allora l’argentino sugli scudi era un certo Diego Armando Maradona, oggi ci sono Gonzalo Higuain e Paulo Dybala. Gli uomini copertina di questa fuga per lo scudetto.

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