Gerarchie ristabilite. Juventus e Milan nobilitano il lunedì di campionato con due vittorie importantissime, che valgono, rispettivamente, un + 9 sulla seconda e un quarto posto in solitaria. Che i bianconeri battessero il Chievo era quasi scontato, almeno sulla carta: perché poi le partite bisogna vincerle sul campo e quello, si sa, può sempre regalare sorprese, tanto più quando gli stimoli rischiano di essere piuttosto bassi. E invece la Juventus non conosce cali di tensione, come dimostrano le 18 vittorie (più 2 pareggi) raccolte in 20 giornate: un qualcosa di incredibile, a cui perfino l’ottimo Napoli di Ancelotti rischia di doversi arrendere senza poter far nulla.
I successi in serie della Signora sono talmente serrati da passare quasi in secondo piano rispetto ai dettagli, come il rigore sbagliato da Ronaldo: al 52’, sul risultato di 2-0, il portoghese s’è fatto ipnotizzare da Sorrentino, decretando, di fatto, la vera notizia della serata. Scherzi a parte, questa Juve non sa cosa siano le serate storte ed è così che gli avversari sono costretti a piegarsi quasi senza reagire, proprio come il piccolo (ma dignitosissimo) Chievo di ieri.
A sbloccare la partita ci ha pensato Douglas Costa con un gran gol su azione personale (14’), e quando Emre Can ha raddoppiato in chiusura di tempo finalizzando una splendida azione fatta di 29 passaggi consecutivi (45’), s’è capito che la testa poteva già andare al prossimo weekend, quando i bianconeri faranno visita alla Lazio in una trasferta ben più insidiosa. Il tap-in finale di Rugani (83’) è servito soprattutto per gli amanti di Fantacalcio, scommesse e statistiche, perché i 3 punti della Juve, ovviamente, erano già in saccoccia.
“Abbiamo fatto una buona gara, non era semplice – l’analisi di Allegri – Poteva esserci stanchezza, poca attenzione, invece ho visto ragazzi maturi e di grande responsabilità. E’ arrivata un’altra vittoria, una in meno verso la conquista del campionato”.
Lunedì di festa anche per il Milan, tornato al quarto posto grazie al 2-0 sul Genoa. Vittoria pesantissima quella di Marassi, per la classifica e per il morale: il piazzamento Champions infatti, seppur parziale, vale tanto e rasserena non poco un ambiente in ebollizione da giorni, vuoi per i risultati altalenanti, vuoi per il mercato. Espugnare Genova era basilare per ritrovare un po’ di serenità e impostare al meglio i prossimi giorni, che vedranno la definizione dello “scambio” Higuain-Piatek, con il Pipita pronto a trasferirsi al Chelsea e il polacco a vestire la maglia rossonera.
Missione compiuta dunque per Gattuso, capace di sfangare l’ostacolo Genoa nonostante le numerose assenze (Romagnoli, Kessié, Calabria e, ovviamente, Higuain) e un clima, come detto in precedenza, tutt’altro che funzionale. Il tecnico poi ha dovuto fare i conti con l’infortunio di Zapata, che lo ha costretto a schierare una coppia centrale quanto mai improvvisata come quella composta da Abate e Musacchio. Inconveniente che però, a guardar bene, s’è rivelato decisivo nel senso buono del termine: al posto del colombiano, infatti, è entrato Conti e i benefici si sono visti alla grande.
L’ex Atalanta, proprio come sabato scorso in Coppa Italia, ha trovato l’assist vincente, questa volta per Borini, contribuendo così al gol spacca partita (72’). Prima un ottimo avvio del Genoa (Donnarumma protagonista su Lazovic e Bessa) e un Milan in crescendo con le giocate di Paquetà, bravo e sfortunato nel colpire un palo con un gran sinistro al volo dalla distanza e a mandare in porta Borini, fermato solo dalla parata di Radu. Poi il gol sopraccitato, una reazione rossoblu bloccata da una parata di Donnarumma su Veloso (con l’ausilio della traversa) e il 2-0 Milan, propiziato da un Cutrone in versione assist man e da un Suso chirurgico anche con il destro (83’).
“Per mezzora abbiamo sofferto, poi però siamo venuti fuori e siamo riusciti a far valere i nostri principi di gioco” il commento di Riccio, presentatosi in sala stampa al posto dello squalificato Gattuso. A proposito di Rino, è proprio lui il grande vincitore di questo turno, quasi riuscisse a dare il meglio sempre e solo nei momenti di bufera. E visto che al Milan non mancano mai, ci sarebbe addirittura da essere contenti…