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La hard Brexit preoccupa i mercati, ma lo spread scende e l’oro e l’argento volano

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I mercati tifano per il Conte bis, anche se Piazza Affari chiude piatta, in un contesto europeo contrastato e con Wall Street che cambia segno in corsa. La preferenza degli investitori per un governo più europeista si manifesta sul secondario: il decennale italiano tocca un minimo storico e scende per in seduta persino sotto l’1%, fermandosi all’1,04%, mentre lo spread con il Bund arretra ulteriormente a 175 punti base. 

Per quanto riguarda le altre piazze europee: Francoforte -0,28%; Parigi -0,34%; Madrid +0,22. Londra è la migliore, +0,36%, nel giorno in cui Boris Johnson mette a segno un colpo gobbo contro gli avversari politici. La regina Elisabetta ha infatti approvato la sua richiesta di sospendere i lavori parlamentari a Westminster, praticamente fino al 14 ottobre. Una mossa che consente al primo ministro britannico di limitare l’azione degli oppositori a una Brexit, prevista per il 31 ottobre, anche senza accordo. A fronte delle prime indiscrezioni su questa deriva politica, la sterlina ha cominciato ad arretrare contro l’euro. Al momento il cambio si muove intorno a 0,9055. L’euro è debole invece contro il dollaro e scambia in area 1,1079.

Wall Street, dopo un’apertura in rosso, dovuta alle mai sopite preoccupazioni sul fronte commerciale e a una nuova inversione della curva sui rendimenti dei titoli di Stato, cambia segno e ora si muove in territorio positivo, grazie soprattutto ai titoli energetici, trascinati dagli aumenti dei prezzi del greggio. Il Wti sale dell’1,89% a 55,93 dollari al barile; Brent +1,41% 59,87 dollari al barile. Le scorte settimanali Usa sono risultate in calo in misura molto superiore alle attese. L’oro, dall’alto di 1547 dollari l’oncia, si muove in timido regresso.

In Piazza Affari la blue chip che oggi registra la miglior performance è Leonardo, +4,22%, inserita da Morgan Stanley fra i titoli preferiti. Le banche sono contrastate, ma le big Intesa e Unicredit guadagnano rispettivamente l’1% e l’1,7%. Risultano ben comprati i petroliferi: Eni +0,84%; Saipem +1,6%. 

Nel mirino delle vendite resta invece la Juventus -2,7%. Perde quota Atlantia -2,24%, che teme la permanenza dei 5 Stelle al governo per il tema concessioni. Soffrono Buzzi -2,39% e Recordati -2,5%. Fuori dal paniere principale Italian Exhibition Group perde il 7,1%, dopo l’uscita a sorpresa dell’ad Ugo Ravanelli.

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Categories: Finanza e Mercati