La “guerra petrolifera” rappresenta uno dei terreni dello scontro tra Arabia Saudita e Iran, attualmente in atto per la supremazia in Medio Oriente. Il petrolio è un elemento fondamentale: da esso dipendono stabilità interna (saldi pubblici e partite correnti) e capacità di influenza esterna dei due paesi (es. finanziamento “guerre per procura”). Tale scontro, fondato sul conflitto religioso tra sunniti e sciiti, e giocato anche su terreni economici e geopolitici, si è recentemente innalzato con la Primavera Araba e le crisi in Siria e Iraq.
Non si può pienamente comprendere tale scontro senza tener presente:
•L’alleanza storica tra Arabia Saudita e USA a partire dagli anni ’70 in poi;
• La difficile congiuntura per l’Arabia Saudita nel 2010-2012 e inizio del disgelo tra Iran e Stati Uniti Oggi lo scontro tra Iran e Arabia Saudita si intreccia con una fase particolarmente delicata del mercato del petrolio che vede ampliarsi l’eccesso strutturale di offerta e i prezzi iniziare a calare dopo che il triennio 2011-2013 è stato il periodo più lungo della storia con prezzi stabilmente elevati (110 $ / barile) Fino ad oggi, la «guerra petrolifera» ha avuto 3 fasi principali:
– Fase 1: Iran e Iraq minacciano supremazia araba nell’OPEC (e sua alleanza con USA);
– Fase 2: affermazione ISIS e instabilità in Iraq minacciano piani di espansione petrolifera;
– Fase 3: ribasso dei prezzi e condotta Arabia Saudita che asseconda il calo.
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