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La Grecia va a picco e contagia tutte le Borse: sul tracollo pesano anche petrolio e Cina

Tracollo delle Borse, che pagano le tensioni sul mercato energetico, la crisi greca e le reazioni dell’azionario cinese alle mosse di Pechino. Il Ftse Mib ha chiuso in calo del 2,88%. In deciso ribasso anche le altre Borse europee: Parigi -2,55%, Londra -2,14%, Francoforte -2,21%. 

Il rendimento del Bund ha toccato un nuovo minimo storico scendendo allo 0,686%. In calo anche il decennale francese, il cui tasso è allo 0,954%. Lo spread Btp-bund è invece in risalita a 132 punti base e il rendimento è all’1,95%. In tensione i tassi dei bond greci, che rendono il 7,05%. 

La dinamica sul debito europeo è stata determinata dalla corsa ai beni rifugio scatenata dai nuovi timori legati alla crisi greca: il Paese va verso le elezioni presidenziali anticipate al 17 dicembre e il timore è che su questo appuntamento si possa rompere l’esecutivo di unità nazionale, innescando così la necessità di andare a elezioni generali anticipate dove potrebbe avanzare il blocco di sinistra anti-riforme di Syriza. La Borsa di Atene precipita di oltre il 12%, mettendo a segno la peggior performance in oltre 27 anni.

Intanto, l’Italia incassa un assist da Christine Lagarde, capo del Fmi, per la quale l’Eurozona deve dar fuoco a tutte le cartucce per sostenere la ripresa e occorre una certa flessibilità sulle regole del patto di Stabilità. “Perché le iniziative italiane abbiano successo devono essere accompagnate da una strategia condivisa a livello della zona Euro per sostenere una ripresa durevole e robusta. L’Eurozona deve dar fuoco a tutte le cartucce”, ha detto Lagarde all’inaugurazione dell’anno accademico alla Bocconi. 

Dagli Usa non arrivano segnali in grado di confortare i listini europei. Wall Street ha aperto in calo risentendo del crollo della Borsa cinese e delle tensioni sul comparto energetico. Shanghai ha messo a segno il peggiore calo dal 2009 (-5,4%) dopo che Pechino ha reso più stringenti le regole sui collaterali per i prestiti a breve termine con l’obiettivo di fronteggiare i crescenti rischi del sistema finanziario. 

Allo stesso tempo, il colosso petrolifero ConocoPhilips ha annunciato una sforbiciata del 20% degli investimenti proprio a seguito del calo delle quotazioni del petrolio. Oggi il petrolio Wti è in risalita dell’1,40% a 63,93 dollari al barile. Il cambio euro dollaro sale dello 0,77% a 1,2412. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cedeva lo 0,93%, l’S&P500 lo 0,85% e il Nasdaq lo 0,63%.

A Piazza Affari solo Mediaset tra le blue chip riesce a chiudere in territorio positivo (+2,81%). Il titolo del Biscione ha invertito la marcia dopo la diffusione sui dati della raccolta pubblicitaria di novembre che è salita del 7% rispetto allo stesso mese del 2013. Si tratta del primo rialzo dell’anno.

In fondo al Ftse MIb ci sono Finmeccanoca (-5,07%), Yoox (-5,06%), Enel Green Power (-4,76%), Banco Popolare (-4,71%) e Ubi Banca (-4,43%). Torna in rosso anche Mps (-2,12%) che in mattinata era l’unico titolo a resistere in territorio positivo in scia a un report favorevole di Hsbc.

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