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La Grecia tiene in ansia le Borse: la speranza di una fumata bianca sul debito limita i danni

Come da copione, la giornata decisiva non è stata affatto decisiva. Dalla Grecia è arrivata la conferma che anche per oggi non ci sarà alcun annuncio di una soluzione sulla ristrutturazione del debito. Nel primo pomeriggio il premier Lucas Papademos ha fatto sapere che l’incontro con i tre leader dei partiti che sostengono il suo governo è stato rinviato a domani, con evidente fastidio della Commissione Ue (“la Grecia ha gia’ superato la data limite che la Ue le aveva dato – ha detto un portavoce – un ritardo che non si può ignorare”) e della coppia Merkel- Sarkozy ( “I nostri amici greci – ha detto il presidente francese – devono assumersi le loro responsabilita’ votando le riforme su cui si sono impegnati”).

L’incertezza sul fronte degli hellenic bond (in serata ci sarà un incontro del premier greco con i creditori privati) frena i mercati azionari.

L’indice Ftse Mib chiude con un calo dello 0,3%. Londra scende dello 0,15% e Francoforte dello 0,03%. Parigi perde lo 0,66%. Apertura in calo anche a Wall Street: S&P -0,24%, Dow Jones in calo dello 0,33%, arretra anche il Nasdaq -0,26%

Fatto solo all’apparenza singolare: la Borsa di Atene ha chiuso in rialzo del 3% con le banche in forte evidenza (Alpha Bank +20%) sull’ipotesi che si riuscirà a evitare la nazionalizzazione delle banche. I mercati scommettono che, comunque vada a finire, il fardello dei debiti della Grecia verrà alleggerito.

Lo spread decennale Btp/Bund tedesco ha sfiorato quota 390 punti base in apertura per poi rientrare sui livelli di venerdì intonro a 370. Il rendimento del Btp 10 anni è fissato al 5,58%. Lo spread a 2 anni si è fissato a 272 pb per un rendimento del 2,90%, minimo da metà giugno.

Anche il Treasury decennale Usa rientra nei ranghi, dopo aver provato ad allungare sopra i massimi.

Banche contrastate a Milano. Banco Popolare sale del 3,1%, dopo avere annunciato che ricomprerà sul mercato proprie obbligazioni per un ammontare massimo di 4 miliardi di euro. L’operazione favorirà il rafforzamento patrimoniale e dovrebbe comportare anche una plusvalenza. Anche Banca Mps mette a segno un rialzo del 2,61%. Unicredit sale del 1,6%, Intesa -2,37%, Ubi +1,81%.

In grande spolvero le società destinate ad aggregarsi per dare vita ad un maxi polo assicurativo. Fondiaria Sai è stata sospesa per eccesso di rialzo per buona parte della seduta per poi salire del 31,32%, Unipol spicca il volo +30,33%, seguita da Premafin +24,06%.

Fiat è in ribasso del 2,06% dopo che Standard & Poor’s ha messo la casa automobilistica in creditwatch negativo per un possibile declassamento del rating. Fiat Industrial scende del 2,82%, Pirelli +0,13%. Perdono colpi anche gli altri titoli industriali come Finmeccanica -2,02%, StM -1,32%, Tenaris -3,09% e Prysmian -0,33%. Sale, al contrario, Telecom Italia: un articolo di Repubblica ipotizza una distribuzione di dividendi pari a 900 milioni di euro all’anno per i prossimi 3 anni. Si tratterebbe di un dividendo pari a 4,3 centesimi, ovvero pari a un rendimento del 5,4%, in calo dai 5,8 centesimi distribuiti lo scorso anno. In cambio, aumenterebbe la quota di investimenti destinata al Sud America.

Autogrill è in calo del 4,46% dopo che Deutsche Bank ha tagliato la raccomandazione a hold da buy. Stessa sorte per Buzzi – 5,12%. Oggi la controllata tedesca Dyckerhoff ha annunciato di avere chiuso il 2011 con un fatturato in crescita del 13% a 1,6 miliardi di euro, un dato positivo, ma accompagnato dalla previsione della stessa Dyckerhoff di ricavi invariati per il 2012, mentre molti analisti si aspettavano una prosecuzione della crescita.

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