IL REFERENDUM GRECO MANDA A PICCO LE BORSE
VERTICE DI EMERGENZA UE
Un crollo senza tregua ha travolto i listini europei e Wall Street. Il bilancio è drammatico, soprattutto per l’Italia: Piazza Affari precipita del 6,8% a 14.928,24 punti mentre lo spread tra i Btp decennali e il bund vola a 455 punti base con un rendimento del 6,33%, ormai pericolosamente a ridosso della soglia di 6,50-7% considerata di “non ritorno”. In Europa il Dax perde il 5, il Cac il 5,38%, il Ftse 100 limita le perdite con un calo del 2,21%. A Wall Street che apre in forte ribasso il Dow Jones viaggia in calo del 2,15% e il Nasdaq del 2,36%.
Travolte le banche in Europa e oltreoceano sui timori di un rischio contagio della crisi greca e del debito Ue. Alle tensioni (e alla speculazione) sul rischio Italia, al fallimento di ieri del broker Mf Global sotto le perdite dei titoli di Stato europei, alle stime poco incoraggianti sulla crescita dell’Ocse, ieri sera in aggiunta si è accesa una miccia ancora più infiammabile che potrebbe vanificare il lavoro di tutti questi mesi: l’annuncio shock che il primo ministro George Papandreou ha deciso di sottoporre l’accordo europeo a referendum. In caso di bocciatura da parte dei cittadini si apre il rischio concreto di default per Atene (l’opzione non è esclusa secondo quanto afferma anche il presidente dell’Eurogruppo Juncker).
Un Nicolas Sarkozy “costernato” e Angela Merkel hanno convocato per domani pomeriggio a Cannes, a margine del G20 in programma, un incontro con le istituzioni europee, il Fmi e le autorità greche. Le tensioni portano le quotazioni dell’euro in area 1,365 sul dollaro su valori di due settimane fa.
SPREAD BTP-BUND A 455 PUNTI, RENDIMENTO AL 6,33%
SCENDE A SORPRESA L’INDICE MANIFATTURIERO
Nonostante gli acquisti della Bce, le tensioni sui mercati hanno riportato l’Italia sotto attacco.Il rendimento del Btp decennale raggiunge il 6,33% mentre lo spread tra i Btp decennali e il bund ha sfondato per la prima volta i 455 punti base. Complice anche il fly to quality, ossia la tendenza degli investitori a spostarsi in momenti di avversione al rischio verso investimenti considerati meno rischiosi che ha favorito l’acquisto di bund. La corsa verso investimenti meno rischiosi fa ampliare oggi anche il differenziale con i titoli decennali di Francia e Spagna che salgono rispettivamente a 121 punti base e a 384 punti. Nel tardo pomeriggio lo spread tra il Btp e il bund si è ristretto leggermente in area 442 punti base.
Sul fronte della crescita, dopo le stime non incoraggianti dell’Ocse di ieri, negli Usa oggi scende a sorpresa in ottobre l’indice Ism manifatturiero. L’indice è infatti calato a 50,8 punti da 51,6 di settembre mentre gli analisti si attendevano un rialzo a 52 punti. Una valore, quello raggiunto a 50,8 punti, che non lascia ben sperare: la soglia di 50 è infatti considerata lo spartiacque tra recessione (sotto i 50) ed espansione (sopra). In forte calo anche il petrolio che scambia a 90 dollari al barile.
INTESA E UNICREDIT SOSPESE AL RIBASSO
NELLA BUFERA L’AUMENTO BPM
Sospensioni al ribasso e cali a doppia cifra: è questo il bilancio per le banche italiane che, già da giorni sotto stress per le richieste di ricapitalizzazioni stabilite dall’Eba, ora risentono pesantemente dell’allargamento dello spread tra Btp decennale e bund, dei rinnovati timori di contagio della crisi della Grecia (dove il rischio default diviene sempre più concreto, se il referendum del paese dovesse bocciare il piano di aiuti europeo). Intesa chiude a –15,8%, Unicredit a –12,44%, Mps a -10,20%.
Ma la bufera investe tutte le banche europee americane: Bnp Paribas cade in ribasso del 13,06%, Barclays scende del 9,50% e Credit Suisse perde l’8,2% dopo avere annunciato risultati del trimestre inferiori alle attese e nuovi licenziamenti per 1.500 dipendenti. A Wall Street Citigroup perde il 7,44%.
Bpm perde l’8,16%. Ieri è partito l’aumento di capitale (che terminerà il 18 novembre) e la prima tappa a Londra del road show (-20,7% i diritti). Intanto una nota di Investindustrial precisa che “a seguito di transazioni avvenute sul mercato” la quota di Andrea Bonomi nella Popolare di Milano è salita al 3,43% post aumento contando le azioni e i diritti di opzione a disposizione. Investindustrial ha annunciato che “intende comunicare volontariamente e regolarmente al mercato le azioni e i diritti di opzione di Popolare di Milano detenuti da esso o da società da esso direttamente o indirettamente controllate”.
Male anche gli assicurativi in tutta Europa, in Italia Fondiaria Sai è tra i peggiori e chiude in ribasso dell’11,5%. Tengono le Generali –4,08%.
CROLLANO FIAT E FIAT INDUSTRIAL
MA CHRYSLER ARCHIVIA IL MIGLIOR OTTOBRE DAL 2007 PER LE VENDITE
Sotto pressione i titoli della galassia Fiat. Fiat spa chiude in ribasso del 9,46%, sulla scia dei timori che investono tutto il comparto auto tra i più colpiti da una nuova recessione. E le notizie in arrivo sul Lingotto non sostengono di certo il titolo. In un’intervista ad Automotive News l’ad Sergio Marchionne ha tra l’altro anticipato che il target di vendite per il 2012 potrebbe essere abbassato da 2,7 milioni a 2,5-2,6 milioni. Inoltre in India Tata Motors, il partner di Fiat nel Paese asiatico, ha comunicato che le vendite di vetture Fiat ad ottobre sono calate a 622 unità contro le 2.025 di un anno prima contro un calo del 3% dei modelli Tata. Continua invece il buon momento della Chrysler negli Usa che ad ottobre ha aumentato le vendite del 27%, il miglior ottobre dal 2007 e il 19esimo mese consecutivo di aumento delle vendite. In ribasso anche Fiat Industrial a-5,95%.
NESSUN RIALZO SUL FTSE MIB SULLO STAR
IN POSITIVO SABAF E BANCA IFIS
Tra i titoli che accusano le maggiori perdite si segnala Saipem (-7,69%). Edison perde il 3,53% dopo che sono stati diffusi i dettagli dell’accordo con Edf e si va verso un’Opa senza premio per le minoranze. Sul Ftse Mib nessun titolo riesce a reagire ai ribassi e a chiuder