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La Grecia fa di nuovo paura. Altro tonfo del petrolio, banche sotto tiro

La Grecia torna a far paura ai mercati. Intanto, dalla Cina arrivano nuovi segnali inquietanti: l’inflazione a novembre è scesa all’1,4 %, a conferma che l’economia sta frenando con grande rapidità. Ecco i due spauracchi che, all’improvviso, sono apparsi sull’orizzonte delle Borse, turbando un’atmosfera all’apparenza tranquilla.

Shanghai, stamani -0,4%, sembra aver assorbito per ora la batosta della vigilia. Nel pomeriggio di ieri, infatti, il listino è arretrato del 5,4% dopo la decisione delle autorità di non accettare più come collaterale i bond societari con rating inferiore alla “doppia A”, cancellando dal mercato asste per circa 500 miliardi di yuan (poco più di 80 miliardi di dollari)

Più pesante la discesa di Tokyo -1,6%: le tensioni sui mercati hanno, come sempre, provocato un afflusso di capitali sullo yen, in ripresa sul dollaro. In ribasso (ma non troppo) anche Wall Street: l’indice Dow Jones è sceso dello 0,29%, S&P -0,12%. Ma il Nasdaq avanza dello ,54%. Nuova forte discesa delle quotazioni del petrolio: il Brent (-1,3%) è sotto i 66 dollari, il crude oil (-1,4%) ai 63 dollari. 

Ma i riflettori (e le paure) dei mercati sono di nuovo concentrati sull’eurozona.

MARTEDI’ NERO PER IL VECCHIO CONTINENTE: MILANO -2,8%

Il bilancio del martedì nero è pesante: la Borsa di Parigi è scesa del 2,5%, Francoforte -2,2%, Madrid -3,18%%. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo del 2,8%. A scatenare le vendite nel pomeriggio è stato il tracollo della Borsa di Atene: -13%, la peggiore caduta dal 1987. Per i titoli bancari le perdite vanno dal 13 al 20%. Il rendimento del titolo di Stato decennale della Grecia è salito all’8,06% dal 7,14% trascinando al rialzo i rendimenti dei titoli della periferia. Il rendimento del Btp decennale è salito al 2,02%. Si allarga così a 133 punti la forbice con i Bund tedeschi, titolo rifugio per eccellenza, sceso ad un rendimento pari allo 0,688, nuovo minimo di sempre. In calo anche i tassi dell’Oat francese. In questa cornice si tiene oggi l’asta Bot a 12 mesi. Alla vigilia, sul grey market,il rendimento è in rialzo a 0,420% da 0,335% di novembre. 

SAMARAS GIOCA IL JOLLY PRIMA DI AFFRONTARE LA TROJKA

A scatenare le vendite è stata la decisione del governo, dopo gli infruttuosi colloqui con la trojka, di giocare d’anticipo, avviando già la settimana prossima le votazioni in Parlamento per eleggere il nuovo presidente della Repubblica (quello in carica scade a marzo). Il premier Antonis Samaras vuole poter contare su una maggioranza solida prima di avviare il nuovo piano di risanamento da concordare con Bruxelles.

Ma se non si raggiungerà la maggioranza qualificata necessaria al terzo scrutinio (scenario possibile, se non probabile) saranno inevitabili le elezioni anticipate: i sondaggi danno come favorito il partito antieuropeista Tsipras. L’incertezza durerà fino al 29 dicembre, data della terza e decisiva votazione del Parlamento. 

La vittoria della sinistra anti-Bruxelles potrebbe far saltare il castello, già vacillante, del Fiscal Compact. A partire dalla Spagna, percorsa dalle spinte indipendentiste catalane e dalla possibile affermazione di Podemos!, altro movimento deciso a rivedere gli accordi in sede Ue. 

PRAET (BCE): IL CALO DEL GREGGIO E’ L’ARMA DI DRAGHI

A calmare, in parte, le acque ci ha pensato Peter Praet, capo economista e membro del board della Bce. Parlando a Washington Praet ha sottolineato che la banca centrale non può permettersi il lusso di ignorare il crollo dei prezzi petroliferi. Il calo del greggio è, insomma, il primo alleato di Mario Draghi: se i prezzi continueranno a scendere, Francoforte dovrà allargare il programma di acquisti al mercato dei titoli governativi “segnale forte della volontà di mantenere un orientamento accomodante per un ampio lasso di tempo”. Domani la Bce assegnerà la seconda tranche di prestiti Tltro alle banche che ne hanno fatto richiesta. 

BANCHE, IL SETTORE PIU’ COLPITO

A pagare il prezzo più alto all’improvvisa crisi greca è stato il comparyto bancario: -3,6% il calo dell’indice Eurostoxx europeo. Milano non ha fatto eccezione: Unicredit ha perso il 3,8%, Ubi Banca -4,4%,Intesa-2%. Più pesanti le perdite del Banco Popolare (-4,7%) e di Banca Popolare di Milano (-4,2%). Invariata invece Carige in attesa del verdetto della Bce. 

SOLO MEDIASET VOLA. TELECOM: OI’ E’ PIU’ VICINA

Solo Mediaset sfugge al diluvio: il titolo del Biscione ha messo a segno un rialzo del 2,8% grazie a dati sorprendentemente positivi sulla raccolta di pubblicità. La concessionaria Publitalia nel corso di un incontro odierno con i clienti pubblicitari ha comunicato un’anticipazione sui dati di chiusura: la raccolta complessiva Mediaset di novembre segna una crescita di oltre il 7% rispetto a quella conseguita nel novembre 2013.

In negativo Telecom Italia (-1,43%). Ieri è stato annunciato l’accordo tra Oì e Altice per la cessione di Portugal Telecom (7,4 miliardi): cade così uno degli ostacoli ad un eventuale accordo tra il gestore brasiliano e Tim Brazil. Icbpi ha confermato la raccomandazione neutral e il target price a 1,03 euro. 

OIL, LE MAJOR TAGLIANO GLI INVESTIMENTI: GIU’ SAIPEM E TENARIS 

Altra giornata difficile per i titoli petroliferi, travolti dal calo del greggio.  Eni -2% a quota 14,66 euro dopo aver toccato un minimo a 14,36. Jefferies ha tagliato il target price di Eni a 13,80 euro da 15,50 euro, confermata la raccomandazione Hold. Nel report del broker Usa vengono tagliati i target price di quasi tutte le grandi società europee ed americane del settore oil. La caduta delle quotazioni petrolifere ha spinto ConocoPhillips a tagliare il budget 2015 del 20%. La decisione pesa su Tenaris -0,72%, pure oggetto di una  Riduzione dell’obiettivo di prezzo da parte di Natixis e su Saipem -1,92%. Pesante il calo di Saras (-4,42%). Arretrano anche le utilities: Enel perde il 4,4%, prosegue la parabola discendente di Enel Green Power -4,7%, Snam -5,4%. 

FINMECCANICA -5%: PRIMA DI NATALE LE OFFERTE PER ANSALDO 

Il calo non ha risparmiato gli industriali. Fiat Chrysler, -4,1%, ha chiuso a 10,52 euro.  Finmeccanica (-5%) lascia sul terreno parte dei guadagni delle ultime settimane. Secondo le ultime indiscrezioni la holding avrebbe invitato il gruppo giapponese Hitachi e la cordata cinese guidata da Insigma a presentare le offerte vincolanti per la divisione trasporti (Ansaldo Sts e Breda) nella settimana che precede Natale. Prysmian -3%. 

Sotto pressione anche il lusso: deboli Moncler -1,2% e Yoox -5,06% che ha risentito delle vendite deludenti della britannica Asos. 

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